Al termine dell’ultima seduta della Commissione Commercio, che si è tenuta il 26 giugno scorso e che ho descritto nell’articolo pubblicato il giorno dopo (https://www.rodolfobosi.it/per-dare-una-premialita-a-tutti-i-costi-alle-ditte-virtuose-senza-nemmeno-sapere-come-e-quali-sono-la-commissione-commercio-boccia-lemendamento-gia-conco/#more-8270), il Presidente Orlando Corsetti ha fatto sapere che non era stato raggiunto un accordo con l’opposizione sul criterio per garantire una “premialità” alle ditte “virtuose”, per cui è stato deciso di rimandare il voto ad una nuova riunione congiunta con la I° Commissione Bilancio in data da destinarsi.
Nel pomeriggio di venerdì 27 giugno 2014 sul sito del Comune è stata pubblicata la seguente convocazione.
Da come è stata impostata la convocazione, si dovrebbe finalmente arrivare a votare il “parere” sulle due proposte di deliberazione propedeutiche al bilancio n. 59 e n. 61, che la Commissione Commercio ha iniziato ad esaminare il 22 maggio scorso (vedi https://www.rodolfobosi.it/la-commissione-commercio-rimanda-lespressione-del-parere-sul-prip/#more-7324), vale a dire più di un mese fa, senza che sia riuscita a decidersi, per cui debbo dirla alla Nino Manfredi: <<Fusse che t’arifusse la vorta bòna>> che gliela fanno a votare ed a finirla con questi continui rimandi.
Ma da un consigliere che l’ha fatto sapere non solo a me sono venuto a sapere che Corsetti ha convocato una riunione della Commissione Commercio per le ore 11,00 di domani lunedì 30 giugno 2014 presso la sala Massimiliano Parsi al 1° piano di via dei Cerchi n. 6 con il seguente ordine del giorno.
Appare evidente la propedeuticità di questa riunione, che tradisce l’ostinata volontà di Orlando Corsetti di cercare di arrivare a tutti i costi a delle “larghe intese” con Bordoni ed Alemanno sulla “premialità” da riconoscere a certe ditte “virtuose”.
Dopo la seduta del 26 giugno scorso, che ha visto l’adesione dichiarata alla mia proposta di soluzione alternativa da parte dei responsabili di due associazioni di categoria come l’ISPRA e la SPAR e di ditte come “Gregor”, “Pubbli Roma”, “ARS” e “Cosmo Pubblicità”, mentre il Direttore dell’AIPE si è mantenuto nel vago evitando di pronunciarsi, le ditte “virtuose” sembrano ormai essere – se non altro per esclusione – soprattutto quelle rappresentate dall’AIPE, che è stata peraltro la 1° a lanciare la “provocazione” della “premialità” ad opera della sua Presidente Daniela Aga Rossi, dando avvio a quella che è poi diventata una interminabile “trattativa” con l’opposizione.
È un obbligo istituzionale di ogni maggioranza di turno al governo della città di Roma mantenere il dialogo ed il confronto con l’opposizione per prendere in seria considerazione l’utile contributo che può portare a scegliere per il meglio e cercare quindi di arrivare volta per volta a decisioni che siano le più largamente condivise, ma che siano anche le più rispettose di tutta la normativa vigente in materia.
Si tratta di un confronto che deve sempre volare alto e curare l’interesse della città e dei suoi cittadini, ma che invece per quanto riguarda il PRIP è arrivato ai livelli a cui l’ha fatto scadere Orlando Corsetti, con il beneplacito della maggioranza dei consiglieri della Commissione Commercio che sono arrivati al punto di proporre sia da una parte che dall’altra “emendamenti” che sono in sfacciata violazione della normativa europea vigente in materia di bandi di gara.
Non è dato di sapere se a questo livello di basso stampo “politico” si sia arrivati nella più crassa ignoranza della normativa da rispettare oppure in modo cosciente e deliberato: è dato invece di sapere che il “confronto” si è tramutato in una estenuante “trattativa” che è degenerata al livello di autentico mercato da Porta Portese, che – se alla fine porta ad approvare anche in modo bipartisan un “emendamento nella più totale illegalità – potrebbe legittimare poi l’avvio da parte di qualche Pubblico Ministero di una inchiesta penale finalizzata ad accertare se in questa “operazione” sussistano gli estremi del reato di interessi privati in atti dovuti d’ufficio.
Provo a dimostrare oggettivamente quanto meno come si è evoluto questo mercato da Porta Portese con la seguente cronologia.
1 – 17 settembre 2013 – Più di un mese prima dell’avvio del precorso partecipativo sul PRIP partito il 22 ottobre del 2013, c’è stata una audizione della Commissione Commercio con il dott. Francesco Paciello, a cui il giorno dopo sul sito www.cartellopoli.net è stato dedicato un articolo dal titolo <<Non è assurdo che il PD, dopo aver preso i voti per cambiare la orribile Roma di Alemanno, si ponga attraverso Orlando Corsetti presidente della Commissione Commercio come il più grande amico dei cartellonari?>> (http://www.cartellopoli.net/2013/09/non-e-assurdo-che-il-pd-dopo-aver-preso.html).
Ne riporto il seguente passo e di seguito le foto che sono state pubblicate con lo stesso ordine: <<È assurdo e scorretto perché chi parla di “ditte storiche” si è servito delle stesse ditte storiche durante la campagna elettorale. Se ne è servito pagando? Se ne è servito beneficiando di un gentile omaggio? Se ne è servito a prezzi scontati? Non ci interessa e siamo certi che il Presidente della Commissione Commercio sia perfettamente in regola (ma dovrebbe interessare i membri della Commissione Commercio che potrebbero chiedere le ricevute, giusto per fugare ogni dubbio), perché il conflitto di interesse resta lo stesso: Orlando Corsetti sta parlando comunque di suoi fornitori, di società di cui lui è o è stato cliente. Dovrebbe semplicemente astenersi dal farlo. Prima di astenersi ci dica: la ditta Apa, la ditta Sci o la ditta Moretti, di cui l’attuale presidente della Commissione Corsetti si è servito durante la campagna elettorale (si tratta dell’unico consigliere del PD che è ricorso a questa tipologia di promozione), sono tra le ditte che lui definisce “storiche”? Fanno parte delle ditte elette che, eludendo un regolare bando pubblico, potranno continuare a operare a Roma tenendo alla porta le pericolose multinazionali che però gestiscono questo particolare settore economico in tutte (ma tutte tutte) le altre città occidentali e ormai quasi tutte le città italiane?>>.
È un dato oggettivo che tutte e tre le ditte sono rappresentate dall’AIPE presieduta da Daniela Aga Rossi e che la SCI ha poi chiesto ufficialmente di essere fuori con i suoi impianti del “riordino” da ogni “regolare bando pubblico”: è altrettanto oggettivo che tutti e tre i responsabili di tali ditte (Ranieri Randaccio, Rodolfo Moretti e Paolo Paglia) hanno partecipato per più di 6 mesi a quasi tutte le sedute della Commissione Commercio sul PRIP.
2 – 22 ottobre 2013 – Daniela Aga Rossi lancia pubblicamente la “provocazione” di fare in modo che dai bandi di gara siano escluse le ditte pubblicitarie del “riordino” che hanno rispettato le norme.
Quel giorno Orlando Corsetti ha preso l’impegno di sottoporre all’esame della Commissione quella “provocazione”, precisando al riguardo che non c’è consigliere comunale che non si ponga il problema: sulla stessa lunghezza d’onda si è pronunciata sempre quel giorno la consigliera Michela Di Biase (PD) che è voluta intervenire nel dibattito per rilevare che non solo non c’è la volontà di “uccidere” nessuno, ma che la Commissione tiene ben presente il problema.
Michela Di Biase
La cons.ra Di Biase ha fatto presente la volontà di tenere ben presenti le realtà economiche e produttive di Roma ed ha quindi concluso affermando che i bandi si scrivono, ma ci lavorano tutti, e sono aperte pertanto tutte le possibilità per un percorso condiviso, “legittimando” conseguentemente l’inizio di una “trattativa” al riguardo.
Quel giorno è intervenuto anche Paolo Paglia, amministratore unico della ditta “Agenzia Pubblicità Affissioni” (A.P.A.), per pronunciarsi a favore della deliberazione della Giunta Capitolina n. 116 del 5 aprile 2013 116/2013 e per chiedere quali impianti si salveranno degli allora 162.500 mq. di superficie pubblicitaria a cui il PRIP originario già riduceva gli attuali 230.000 mq. dichiarati dall’avv. Giattino di “Aequa Roma”.
3 – 13 marzo 2014 – Il responsabile della ditta “SCI” (Società Concessioni Internazionali) Ranieri Randaccio trasmette all’Assessore Leonori ed al Presidente Corsetti la Nota della SCI del 14 marzo 2014 (data di registrazione al protocollo della Commissione Commercio) con cui sostiene che è un “punto condiviso” riguardo alle gare che <<fatta salva la procedura di riordino e quindi previo inserimento nei Piani di Localizzazione degli impianti di cui alla medesima procedura di riordino che sono sottoposti, come noto, ad una procedura diversa da quella di gara, siamo d’accordo [chi ?] a che vengano messi in gara le restanti superfici disponibili che al momento si quantificano in ben 40.000 mq.!!!!>>.
Ranieri Randaccio
Dal momento che la superficie espositiva complessiva prevista dal PRIP è di 138.000 mq., ne deriva che secondo il “punto condiviso” del sig. Randaccio gli impianti del riordino da fare salvi avrebbero una superficie totale di 98.000 mq. (138.000 – 40.000) che è pari al 71% circa dei 138.000 mq., di cui debbono essere messi a gara solo il 29% !
È questa la 1° fase della trattativa da Porta Portese.
4 – 21 marzo 2014 – A distanza di una settimana esatta dalla proposta di Ranieri Randaccio, il Presidente Corsetti ha affermato che bisogna assicurare una certa tutela a quelle ditte che si sono fin qui comportate “bene”, a differenza ad esempio di quelle che si sono rese responsabili della installazione degli impianti “senza scheda”, come se implicitamente per differenza tutte le ditte che fanno parte del “riordino” siano automaticamente delle “santarelline” (quando invece così non è affatto), ed ha proseguito sostenendo (ma senza dimostrarlo) che la sua proposta sarebbe prevista addirittura dal Regolamento vigente e consisterebbe nello stabilire una certa percentuale di impianti pubblicitari di proprietà delle ditte “virtuose” da esentare dall’obbligo dei bandi di gara.
Per un opportuno confronto a dimostrazione della “trattativa” da Porta Portese” faccio presente che l’ultimo “emendamento” della maggioranza della Commissione Commercio è invece di riservare una certa percentuale all’interno dei bandi di gara.
5 – 16 giugno 2014 – Il Presidente della Commissione Commercio dichiara che la “premialità” da riconoscere alle ditte “virtuose” secondo l’Avvocatura Comunale sarebbe un percorso giuridicamente possibile, se la “politica” si prefigge l’obiettivo del premio ed ha precisato che sarebbe sbagliato riservare al premio l’80% dei mq. previsti dal PRIP e dai Piani di Localizzazione, mentre andrebbe bene mettere da parte il 30-40% di quanto messo a gara.
Al riguardo non posso non mettere in evidenza come Orlando Corsetti abbia rivisto al ribasso la pretesa iniziale del sig. Randaccio di vedersi riservato il 71% circa dei 138.000 mq., ma abbia comunque recepito la sua proposta di tenere gli impianti del riordino al di fuori di ogni gara, sostenendo che anche l’Avvocatura si sarebbe espressa in tale senso, quando invece così non è affatto: anche e soprattutto in considerazione dell’emendamento poi redatto con l’Avv. Baroni.
6 – 24 giugno 2014 – Nel corso della seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Commercio è stata distribuita copia dell’emendamento redatto assieme all’Avvocatura Comunale, che costituisce la posizione della Giunta Capitolina al riguardo e che ha il seguente testo: <<le prime procedure di gara per l’assegnazione degli impianti pubblicitari individuati dai Piani di Localizzazione dovranno contenere, nel rispetto dei principi anche comunitari che regolano le selezioni ad evidenza pubblica, criteri di valutazione che tengano conto del corretto comportamento tenuto dai soggetti già inseriti nella procedura di riordino>>.
Come si può ben vedere, è sparita dalla “trattativa” ogni previsione di percentuale di superficie pubblicitaria da riservare a non meglio precisate ditte “virtuose”, per giunta al di fuori di ogni bando di gara: quel giorno non si è voluto votare questo emendamento, perché è stato ritenuto ben più importante arrivare a delle “larghe intese” sulle percentuali e sui bandi di gara.
7 – 26 giugno 2014 – I consiglieri di maggioranza della Commissione Commercio concordano sulla proposta del cons. Franco Marino di rispettare la scadenza del 31.12.2014 e l’obbligo di fare i bandi di gara, ma riservandone uno soltanto a non meglio individuate “ditte virtuose” a cui sarebbe assicurato un 15% dell’intera superficie espositiva del PRIP che è di 138.000 mq..
Franco Marino
I consiglieri di opposizione Bordoni ed Alemanno propongono per contro il 50% dei 138.000 mq. da riservare al di fuori dei bandi di gara agli impianti del riordino delle sole ditte “virtuose”, prorogando la scadenza del prossimo 31 dicembre di almeno altri 5 anni.
Bordoni ed Alemanno
Partita dalla proposta di Randaccio di riservare alle ditte del “riordino” il 71% di tutti i 138.000 mq. previsti dal PRIP licenziato dalla Giunta Capitolina, la “trattativa” da Porta Portese si è al momento insabbiata per causa della differenza tra l’offerta della maggioranza del 15% dentro i bandi di gara e l’offerta dell’opposizione del 50% fuori dei bandi di gara, nel più totale menefreghismo che entrambi i suddetti “emendamenti” sono in totale violazione della Direttiva 2004/18/CE sui bandi di gara per i “Servizi Pubblicitari” e del Decreto Legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 che l’ha recepita.
Voglio sperare che domani mattina qualcuno faccia presente l’illegalità di entrambi i suddetti “emendamenti” e riporti l’ambito della discussione sull’emendamento redatto assieme all’Avvocatura Comunale, se non proprio sulla mia proposta di soluzione alternativa.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi