

Prot. n. 21/2022 Al Sottosegretario del Ministero della Salute
On. Andrea Costa
Al Prefetto della Provincia di Roma
Dott. Matteo Piantedosi
Al Presidente della Regione Lazio
Nicola Zingaretti
Alla Assessora alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio
Roberta Lombardi
Al Presidente dell’Ente Roma Natura
Maurizio Gubbiotti
Al Presidente dell’Ente Parco di Veio
Giorgio Polesi
Alla Assessora all’Ambiente del Comune di Roma
Sabrina Alfonsi
Al Presidente del Municipio XV di Roma
Daniele Torquati
Oggetto – Piano di contenimento dei cinghiali che popolano la riserva naturale regionale dell’Insugherata
Sulla cronaca di Roma di oggi del quotidiano il “Messaggero” è stato pubblicato un articolo dal titolo “Emergenza cinghiali: abbattimenti notturni «Reclutiamo cacciatori»”, che ai fini del depopolamento prevede battute di caccia affidate addirittura a cacciatori per sopprimere i cinghiali, non si capisce con quale criterio scientifico e soprattutto in che quantità, che sembra indiscriminata.
Si mette in evidenza che ai sensi del 1° comma della legge n. 157 dell’11 febbraio 1992 «la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale».
Pur riconoscendo l’emergenza che si è venuta a determinare, a maggior ragione con i casi accertati di peste suina africana, non si ritiene che ai fini del depopolamento la famiglia dei cinghiali si tuteli nel rispetto della suddetta legge con un loro abbattimento indiscriminato.
In collaborazione con l’ex direttore dell’Ente Parco di Veio, dott. Maurizio Gallo, che nel corso del suo mandato ha dovuto affrontare il problema dei cinghiali che popolano l’area naturale protetta, questa associazione ha predisposto la proposta di un piano di contenimento dei cinghiali che popolano la riserva naturale regionale dell’Insugherata, che si rimette in allegato e che si sottopone alla attenzione della SS.LL., ciascuna nell’ambito delle rispettive competenze, per valutarne una concreta attuazione che eviti di ricorrere ad un non necessario abbattimento dei cinghiali.
La proposta viene presentata ai sensi degli artt. 9 e 10 della legge n. 241/1990, che consentono anche a questa associazione di portare un proprio contributo, che si spera utile per la risoluzione dell’emergenza che si è venuta a determinare.
Distinti saluti.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi

Roma, 19 maggio 2022


Premessa
Il cinghiale è presente in tutto il territorio di Roma comprese le aree fortemente interfacciate con il tessuto urbanizzato interne al Grande Raccordo Anulare. I dati di distribuzione dei danni che vengono descritti (danni alle colture, segnalazioni di rischio per i cittadini, sinistri stradali) evidenziano che il cinghiale, grazie alla plasticità trofica e alla sua spiccata capacità di adattamento, frequenta tutti i tipi di ambienti (aree boscate, coltivi, prati naturali e aree urbanizzate residenziali), benché il suo habitat naturale sia il bosco.
Allo stato attuale non sono noti i valori relativi a densità e demografia della popolazione e partendo dal presupposto che il loro territorio è un sistema aperto, in continuo collegamento con l’esterno e che le caratteristiche comportamentali del cinghiale (utilizzo di ambienti con ridotta visibilità, attività prevalentemente notturna e crepuscolare, elevata mobilità e distribuzione aggregata in gruppi familiari) rendono infatti poco attendibili i metodi di campionamento, che è necessario ad ogni modo utilizzare per avere comunque una idea relativa della popolazione presente nell’area, per la cattura – marcatura e ricattura.
Censimento dei cinghiali che popolano la riserva naturale dell’Insugherata
Le ridotte dimensioni della superficie complessiva (740 ettari circa) del territorio di quest’area naturale protetta (ricompreso grosso modo tra via Cassia, il GRA, via Trionfale e via Cortina d’Ampezzo) consentono di mettere in atto in tempi più o meno rapidi un censimento pressocché esatto dei cinghiali che la popolano con un metodo che non è purtroppo reiterabile nelle altre aree naturali protette del Comune di Roma, tutte di maggiori dimensioni (con il limitrofo parco di Veio nel cui territorio ricadono ben 9 Comuni).
Si tratta di catturare i cinghiali che popolano la riserva dell’Insugherata per permettere una loro accurata selezione, in quanto gli esemplari sono in tal modo facilmente individuabili e sessualmente identificabili: la selezione successiva alla cattura dei cinghiali con chiusini e/o gabbie o tramite anestesia riguarderà in particolare i giovani e le femmine adulte, del cui trattamento si dirà più avanti.
In considerazione dei casi di peste suina accertati proprio all’interno della riserva naturale dell’Insugherata, la cattura dei cinghiali ha anche e soprattutto lo scopo di selezionare i capi infetti da quelli invece sani: la selezione successiva alla cattura serve in questo momento anche e soprattutto per accertare i cinghiali infetti incurabili destinati a morire, provvedendo esclusivamente all’abbattimento di questi capi.
Per la sistemazione dei chiusini di cattura è opportuno utilizzare il metodo delle colture a perdere o delle aree di pasturazione.
Ai fini del censimento ad ogni capo catturato, prima di essere rilasciato libero dentro la riserva naturale, verrà applicato un microchip impiantato sottopelle che potrà essere letto da un apposito apparecchio che rileva le 15 cifre al suo interno: questo codice identificativo servirà poi per risalire a tutte le informazioni essenziali relative ad ogni singolo animale, che va dotato anche di un altro microchip con GPS in grado di localizzarlo per conoscerne gli spostamenti ed evitare in tal modo che esca dalla riserva naturale. Con il proseguimento sistematico delle catture si dovrebbe arrivare alla fine ad aver censito quasi tutti i cinghiali che popolano la riserva naturale dell’Insugherata, stabilendo finalmente in che quantità sono eventualmente in eccesso per mettere in atto un conseguente loro piano di contenimento.
Recinzioni dell’area naturale protetta
Prima ancora che venisse accertato il 1° caso di peste suina dentro la riserva dell’Insugherata, il Comune di Roma aveva convocato un tavolo tecnico sul controllo ed il contenimento dei cinghiali ed è stata proprio l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi ad annunciare i primi provvedimenti da mettere in campo: “Già nei prossimi giorni, sulle aree di competenza comunale, grazie alla dettagliata mappatura di tutti i varchi di passaggio degli ungulati effettuata in XIV Municipio, partiranno i lavori di installazione di recinzioni elettrosaldate posizionate anche in profondità per resistere agli scavi”.
È stato annunciato che una analoga mappatura era in fase di completamento anche nel Municipio XV, altra zona critica dei corridoi di accesso dei cinghiali nelle zone abitate.
“Grazie alle mappature anche Ama potrà intervenire in modo mirato per lo svuotamento e la pulizia delle postazioni di cassonetti vicine ai varchi ed eventualmente riposizionarle”, ha aggiunto l’assessora Alfonsi.
A tal ultimo riguardo si ritiene più che opportuno che in area urbana ci sia una gestione accurata dei rifiuti e che quanto meno ai confini con ogni area naturale proietta ci siano cassonetti a prova di ribaltamento in apposite aree recintate, come è stato programmato ad esempio in via Italo Panattoni.
Quanto alle recinzioni (sia elettriche che keller) funzionano in genere per chiudere spazi limitati di attività agricole.
Le reti keller in particolare devono essere montate a forma di L o con scavo molto profondo e cementato per evitare che i cinghiali passino al di sotto: comportano quindi costi elevati che sarebbe bene evitare perché se è vero da un lato che i cinghiali si spostano sempre utilizzando gli stessi varchi, dall’altro lato è altrettanto vero che ne possono aprire altri per la ricerca del cibo, nel caso che vengano impediti ad essi quelli solitamente frequentati.
Le recinzioni non servono quindi per impedire la mobilità degli individui, ma caso mai per evitare l’attraversamento delle strade.
Siccome non è possibile recintare tutto ci vogliono altre soluzioni sinergiche, che solo Roma Natura, l’Ente Parco di Veio ed il XV Municipio possono mettere in atto per contenere all’interno del territorio protetto la popolazione di cinghiali.
È opportuno quindi che i varchi non vadano chiusi, perché costituiscono uno strumento che va sfruttato: ci danno informazioni utili per individuare le aree più frequentate e dove intervenire per operare in modo diverso, specie riguardo alle aree a rischio per eventuali impatti con auto o con i cittadini per causa della presenza di cibo disperso.
Si tratta in particolare di aree dove si possono realizzare colture a perdere per dissuadere i cinghiali dal muoversi per la ricerca del cibo al di fuori dell’area naturale protetta.
In via sperimentale, per mitigare il conflitto sociale sarebbe opportuno, oltre che alla pulizia delle strade da rifiuti e vegetazione, un controllo dei varchi più pericolosi con sistema di rilevatori di attraversamento che attivano un sistema luminoso di pericolo a circa 150 mt. dall’attraversamento per allertare l’automobilista inducendolo a ridurre la velocità e impedire così l’impatto come per gli attraversamenti pedonali.
Il piano di contenimento selettivo
L’operazione di cattura serve soprattutto per selezionare i capi giovani che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale e le femmine sub-adulte ed adulte in grado di partorire.
L’operazione di cattura e di trasporto del suddetto numero di capi al di fuori della riserva naturale dell’Insugherata è finalizzata ad abbassare la tensione riproduttiva generale, impedendo ai giovani di raggiungere la maturità sessuale e alle femmine adulte la gravidanza, ottenendo così un graduale depopolamento, senza procedere ad abbattimenti indiscriminati.
Gli esemplari di giovani e di femmine sub-adulte ed adulte vanno portati in strutture adeguatamente recintate (oasi apposite o allevamenti di selvaggina a scopo alimentare, da preferire alle aziende faunistico venatorie ed alle aziende agrituristico venatorie) oppure in luoghi idonei alla soppressione (mattatoio autorizzato con filiera per selvatici).
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