Le firme dei parlamentari dell’opposizione già ci sono.
Per Forza Italia, il senatore Antonino D’Alì con Loredana De Petris di Sel, Vito Crimi per i 5Stelle, il leghista Gian Marco Centinaio e Cinzia Bonfrisco del gruppo di Fitto, hanno depositato in Cassazione le firme per il referendum costituzionale di ottobre.
Bastavano quelle di 65 senatori, ma la raccolta è stata abbondante e ne sono arrivate 103.
Il fronte del No è quindi in piena mobilitazione, tanto che annuncia la creazione di banchetti in tutt’Italia per le firme popolari.
Da lunedì prossimo banchetti con tre moduili nelle piazze, uno per il referendum confermativo sulla nuova Carta costituzionale, puntando a bocciare il disegno di legge Boschi; gli altri sull’Italicum, la nuova legge elettorale, per abrogare due punti considerati cruciali, ovvero il premio di maggioranza e le candidature bloccate in lista.
Data scelta non a caso, il 25 aprile.
Per il comitato del No infatti il 71° anniversario della Liberazione è il giorno giusto per avviare lo stop allo “stravolgimento delle regole istituzionali che porterebbe l’esecutivo a predominare sul Parlamento“. Ma è anche la maggioranza ad avere iniziato proprio stamani la raccolta di firme per il Si al referendum di ottobre.
Saranno i capigruppo del Pd, Luigi Zanda, di Ncd Renato Schifani e delle Autonomie, Zeller a depositarle in Cassazione.
Raccolta sprint perché in poche ore si è arrivati a quota 110.
Problemi e tensioni ci sono in casa Pd.
La sinistra dem infatti aveva chiesto a Renzi di lasciare alle opposizioni l’iniziativa referendaria.
Diversamente, dice Roberto Speranza, leader della sinistra del Pd, il referendum diventerebbe un plebiscito sul governo e Renzi.
Il bersaniano Miguel Gotor rivendica: “Io non firmo perché il referendum è uno strumento che le opposizioni hanno per contrastare una maggioranza parlamentare. L’opposizione ha già raccolto le firme, andava evitato questo sovraccarico, non va bene che la consultazione assuma carattere plebiscitario. Ed è inevitabile quando è la maggioranza che chiede un referendum su di sé“.
Attaccano i 5Stelle: “Questo referendum non è una gentile concessione del governo come vuole fare credere Renzi, ma lo prevede la nostra Costituzione perché non è stata raggiunta in Parlamento la maggioranza dei 2/3“.
Precisa il grillino Crimi.
C’è poi il capitolo legge elettorale.
Bersani, l’ex segretario, insiste perché l’Italicum sia cambiato.
Il combinato disposto tra riforma costituzionale e legge elettorale non possono coesistere: è la posizione della minoranza dem.
“Ho sottoscritto l’idea del referendum confermativo, ma vorrei che nel Pd si aprisse subito un confronto sull’Italicum“, rilancia Dario Ginefra.
(Articolo di Giovanna Casadio pubblicato con questo titolo il 20 aprile 2016 sul quotidiano online “la Repubblica”)
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Crimi (M5S): firme referendum contro riforma costituzione di Renzi 20-14-16