Articolo di Luca Monaco pubblicato con questo titolo oggi sulla cronaca di Roma di “Repubblica.it”.
Via Cassia, ore 15: una scrofa sbuca da un pertugio lungo la recinzione del parco dell’Insugherata.
Trotterella sul marciapiede seguita da sei cuccioli, spaventa i pendolari in attesa dell’autobus alla fermata del 301.
Una scena ormai ordinaria a Roma Nord: il quadrante a ridosso del parco di Veio infatti, è invaso dai cinghiali.
“Il fenomeno è in crescita – spiega il presidente del XV municipio Daniele Torquati – riguarda anche la Giustiniana, l’Olgiata e la Valle Muricana. Non è una questione di nostra stretta competenza, ma per quanto possibile cercheremo di farcene carico perché tutto ciò che accade sul nostro territorio ci deve interessare“.
Dal canto suo il commissario del parco di Veio, Giacomo Sandri, due mesi fa ha scritto al prefetto Pecoraro: “Non è più una questione ambientale, ma di ordine pubblico – dice – le catture che facciamo periodicamente non sono sufficienti a contenere il progressivo aumento degli esemplari. Servono delle squadre di tiratori scelti per abbattere i cinghiali che dimorano in città, come viene fatto in Germania“.
L’emergenza. L’arrivo degli animali selvatici nei quartieri è un problema complesso e che riguarda tutte le grandi metropoli del mondo.
Ma lungo via dell’Acqua Traversa, una lingua d’asfalto che disegna un percorso a ferro di cavallo sulle pendici di pendici di Monte Mario (inizia e finisce su via Cassia), i residenti ormai hanno paura anche solo a uscire di casa.
Gli ungulati entrano nei condomini in cerca di cibo.
“L’emergenza – racconta Dino Iozzi, un libero professionista residente sulla strada – è iniziata prima dell’estate“.
A settembre hanno ucciso il primo animale domestico.
“Una femmina – prosegue Iozzi – ha caricato la mia vicina in pieno giorno mentre passeggiava con il suo Jack Russel: lei è scappata, ma il cane è morto, dilaniato dalla zanna del cinghiale. A me è successa la stessa cosa 15 giorni fa in via Panattoni, per fortuna sono riuscito a mettermi in salvo“.
Al circolo Cassia Antica sono esasperati.
“I campi da tennis confinano con un terreno incolto pieno di queste bestie – esclama Alessia Zanini, dietro il bancone della segreteria – l’altro giorno abbiamo dovuto interrompere le lezioni della scuola per bambini, c’era un maschio che grugniva dall’altra parte della rete“.
Giuliana Marongiu, l’istruttrice di fitness, scorre le immagini dei cinghiali a passeggio sui marciapiedi catturate col cellulare.
“È un incubo – sospira sgranando gli occhioni scuri – vengono a mangiare nel nostro giardinetto condominiale. Io abito qui vicino, ero abituata a venire al lavoro a piedi, ma più di una volta mi sono dovuta far accompagnare in macchina, altrimenti rischiavo di essere caricata da uno di questi bisonti. La prima volta che ne ho incontrato uno sono scappata via di corsa, ma le persone anziane come fanno? – si domanda – Sono anche animalista, ma qui c’è di mezzo la nostra incolumità personale“. RomaNatura. “Ho informato chiunque – aggiunge Chiara Parisi – sono settimane che scrivo a tutti gli enti preposti, dalla Regione fino all’ente parco. Le istituzioni non hanno la minima intenzione di intervenire. Lo sapete cosa mi ha risposto il dirigente del settore tecnico di RomaNatura Guido Fancello? Che se ci sono dei buchi nella recizione (di questo si tratta, ndr), l’ente del parco può intervenire, ma le spese sono a carico del richidente. Vi rendete conto?“.
Il parco di Veio. Per quanto concerne il parco di Veio, “a dicembre abbiamo scritto al prefetto Pecoraro – spiega il commissario Giacomo Sandri – è un problema di ordine pubblico. In città noi possiamo fare poco. In Germania hanno risolto il problema con delle squadre di tiratori scelti. Per ora stiamo facendo le catture con le gabbie, in campagna funzionano, ma nei centri abitati danno scarsi risultati: nel 2014 abbiamo preso solo 12 esemplari in 11 sessioni. Uno dei tanti cinghiali che ci continua a sfuggire – rileva – è il verro che ha scelto come dimora il parco della scuola internazionale Marymount: non si riesce a prenderlo. Per ridurre la popolazione – suggerisce – la Regione dovrebbe snellire le procedure per consentire gli abbattimenti selettivi“.
Intanto a Roma Nord l’incubo continua.