Il piano regolatore degli impianti pubblicitari, il Prip, approvato dalla giunta Marino e dal Consiglio comunale nel 2014 (quello che per la prima volta ha ridotto i metri quadrati di spot stradali permessi da 91mila a 62mila) è a rischio.
La denuncia arriva dal Pd.
“Da più di dieci mesi – afferma il responsabile del Forum Ambiente dei Democratici, Athos De Luca – il piano, che dovrebbe avere l’approvazione definitiva con un ultimo passaggio in Consiglio, è rimasto nei cassetti della giunta 5 Stelle“.
“A febbraio – prosegue De Luca – l’Aipa [si tratta della associazione di categoria A.I.P.E. (Associazione Imprese Pubblicità Esterna), ndr.], che raduna le aziende pubblicitarie più importanti, ha svolto un convegno dove ha presentato uno studio della Sapienza nel quale si eccepiscono una serie di osservazioni, condivise dalle aziende interessate, che richiedono in sostanza di aprire un tavolo tecnico per rivedere i piani e di non procedere tramite gara per assegnare i lotti evitando così anche i ricorsi e arrivando a una soluzione condivisa: insomma vogliono far approvare in Consiglio comunale una riapertura dei termini per presentare osservazioni ai piani“.
“In sostanza – conclude De Luca – si vuole ricominciare da capo, il che significa non fare più nulla e forse è questo l’obbiettivo delle ditte.
Ma i 5 Stelle non sono per la trasparenza e le gare?
Si può dopo tanto lavoro buttare tutto a monte e rimettersi al tavolo con le ditte?
Attendiamo chiarimenti dalla giunta dopo lo scempio di anni di cartellone selvaggio“.
Il Prip approvato dal Consiglio comunale prevede il bando di gara di otto lotti aperto a tutti [è invece il Regolamento di Pubblicità che prevede fino ad un massimo di 10 lotti, ndr], il rispetto per i cartelloni delle distanze previste dal codice della strada agli incroci senza deroghe, la riduzione del formato massimo a 2×3 [sempre il Regolamento di Pubblicità prevede come massimo formato impianti di mt. 3 x 2, ndr.], l’uniformità della tipologia degli impianti, la rimozione di eventuali installazioni abusive da parte del vincitore dei vari lotti, che riguardano spicchi di città che dal Centro vanno verso il Gra.
Non solo: c’è anche la realizzazione per ogni municipio di un piano di attuazione, che Equa Roma ha realizzato e discusso con i municipi in pubbliche assemblee con le osservazioni che sono tornate in Campidoglio. [nei 15 incontri pubblici che si sono svolti i Municipi hanno fatto solo da spettatori ed a breve verrà chiesto ad essi il “parere” sul rispettivo Piano di Localizzazione, ndr.]
Il commissario straordinario Tronca, che ha ereditato il regolamento [ha ereditato la proposta dei 15 Piani di Localizzazione approvata dalla Giunta Marino, ndr.] dopo la caduta del sindaco Marino, ha ritenuto di non poter approvare direttamente i piani [è stato impossibilitato a farlo perché sono sopraggiunte le elezioni comunali, che non gli hanno premesso di acquisire anche i “pareri” dei Municipi, ndr.] decidendo quali osservazioni accogliere o respingere, lasciando questa decisione alla nuova giunta che dopo un anno però non ha preso ancora nessun provvedimento per poter fare la gara di aggiudicazione dei lotti.
(Articolo di Paolo Boccacci, pubblicato con questo titolo l’8 luglio 2017 su “la Repubblica”)
N.B. – Al 1° punto dell’ordine del giorno dei lavori della Assemblea Capitolina di domani pomeriggio 11 luglio 2017 c’è la 27° proposta approvata dalla Giunta Capitolina il 18 novembre 2016.
Con la suddetta proposta si chiede alla Assemblea Capitolina di approvare una deliberazione che costituisca una presa d’atto che l’allora Commissario Straordinario è stato impossibilitato per cause di forza maggiore ad approvare definitivamente i Piani di Localizzazione degli impianti pubblicitari entro i 60 giorni di tempo dalla fine dei 15 incontri pubblici, prescritti dall’art. 32 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (P.R.I.P.): la deliberazione farebbe decorrere i 60 giorni dalla data della esecutività della deliberazione.
In due mesi la Giunta Capitolina dovrebbe chiedere il rilascio del “parere” di competenza dei 15 Municipi su ognuno dei rispettivi Piani di Localizzazione (per l’espressione del quale vengono solitamente dati 30 giorni di tempo, riducibili caso mai a 20), controdedurre tanto alle osservazioni presentate dai cittadini singoli e associati nel corso dei 15 incontri pubblici già svolti quanto ai “pareri” espressi dai Municipi, far modificare eventualmente dalla S.p.A. “Aequa Roma” gli elaborati relativi alle osservazioni dei cittadini ed ai pareri dei Municipi accolti in tutto o in parte e approvare subito dopo tutti e 15 i Piani di Localizzazione.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi

