Alle ore 10,15 circa del 22 febbraio 2016 nell’aula consiliare del II Municipio è iniziato il 12° incontro pubblico sul piano di Localizzazione stavolta di questo Municipio.
Aula del Consiglio del II Municipio
Per il Comune era presente nuovamente il Sub Commissario Giuseppe Castaldo a cui è stata assegnata la delega in materia di Attività Produttive e la Dirigente della Unità Organizzativa “Affissioni e Pubblicità” Dott.ssa Monica Giampaoli.
Era nuovamente presente anche il Dott. Gianluca Giattino della S.p.A. “Aequa Roma” che ha redatto i 15 Piani di Localizzazione.
In rappresentanza del II Municipio era presente il Presidente Giuseppe Gerace, l’Assessore alle Attività Produttive e Affissioni e Pubblicità Emilia La Nave ed il Direttore Dott. Andrea Fusco.
Emilia La Nave
Erano presenti fra il pubblico, oltre al sottoscritto, il sig. Lorenzo Grassi (giornalista e responsabile dell’Osservatorio “Sherwood”), il sig. Pier Michele Strappini (Presidente del Comitato per il Decoro del II Municipio), la sig.ra Marta Bottari (del Comitato “Quelli che il Parco”), il sig. Paolo Paglia (della ditta “A.P.A.”) ed il sig. Ranieri Randaccio (ddella ditta “S.C.I.”).
Ha dato avvio all’incontro pubblico il Presidente Giuseppe Gerace, facendo presente che il tema degli impianti pubblicitari è molto sentito dai cittadini.
Giuseppe Gerace
Ha precisato che non si tratta più ora di una battaglia contro gli impianti pubblicitari, ma si tratta di dotarsi di uno strumento che punta a dare regole e decoro in piena trasparenza: ha aggiunto che certi impianti sono devastanti per cui è bene disciplinare la materia.
Anche perché doveva andar via, ha quindi lasciato la parola al Sub Commissario Giuseppe Castaldo che ha fatto presente che “siamo a questa ulteriore tappa del processo di riordino e disciplina”.
Giuseppe Castaldo
Ha precisato che si tratta i acquisire i contributi portati dai cittadini per esaminarli in base a due canoni, relativi da un lato alla loro legittimità e dall’altro lato ai criteri di buona amministrazione, finalizzati al contemperamento di tutti gli interessi.
Ha quindi invitato la Dott.ssa Monica Giampaoli ad illustrare in modo più puntuaòe la procedura che si deve seguire.
Monica Giampaoli
Dopo aver premesso che si sta concludendo la fase di partecipazione, ha fatto sapere che dopo il prossimo 24 febbraio i Municipi hanno 5 giorni di tempo per trasmettere tutta la documentazione pervenuta al Dipartimento, che dal prossimo 29 febbraio provvederà a controdedurre a tutta la documentazione pervenuta, di cui si sta già esaminando quella già trasmessa al Dipartimento.
Ha precisato che verrà poi preparata una “proposta” di atto deliberativo su cui verrà chiesto ai Municipi di esprimere il proprio “parere” entro 30 giorni, eventualmente riducibili a 20, ai sensi dell’art. 6 del Regolamento del Decentramento Amministrativo: ha precisato che si dovrà controdedurre anche ai “pareri” espressi dai Municipi per poi passare alla approvazione definitiva di tutti i Piani di Localizzazione.
Sono quindi iniziati gli interventi.
Ha preso per primo la parola il sig. Pier Michele Strappini, Presidente del Comitato per il Decoro del II Municipio.
Pier Michele Strappini
Ha lodato da un lato l’iniziativa in corso, ma ha lamentato dall’altro lato che gli continuano ad arrivare segnalazioni di impianti pubblicitari non regolari, di cui ha messo in evidenza la diffusione selvaggia.
Si è chiesto cosa si può fare per evitare che ci troviamo di nuovo di fronte a questo problema della più totale deregolamentazione.
Ha fatto presente di avere accertato fra l’altro cartelloni di fronte ad edifici di carattere storico- architettonico autorizzati dal Comune, per mettere in risalto che qualcosa evidentemente non va.
Ha parlato di targhette provvisorie affisse ad impianti che oscurano le visuali agli incroci ed ha chiesto di sapere cosa voglia fare al riguardo il II Municipio.
Ha concluso facendo presente l’azione svolta nel suo piccolo dal Comitato per il Decoro, che ha denunciato a suo tempo i 10 cartelloni pubblicitari installati davanti alle Poste di Piazza Bologna, ora ridotti a tre soltanto.
è quindi intervenuto Lorenzo Grassi come giornalista, responsabile dell’Osservatorio “Sherwood” e militante della associazione “Bastacartelloni”.
Lorenzo Grassi
Ha fatto presente la situazione in cui versa Viale Libia, che ha un cartellone pubblicitario ogni 4 metri.
Ha aggiunto di apprezzare moltissimo questo processo di democrazia ed ha precisato di essersi impegnato in particolare ai parchi storici del II Municipio, quali sono Villa Ada ed il Parco Nemorense (Parco Virgiliano).
Ha ricordato le norme e le denunce da lui inoltrate per farle rispettare, che chiedevano (dopo consultazione anche con avvocati) la rimozione su entrambi i lati delle strade di confine alle due suddette aree verdi: ha fatto presente di avere avuto risposte dai Vigili che consideravano legittimo spostare tali impianti sul lato opposto delle strade di confine.
Ha messo in evidenza che oggi a ridosso del Parco Nemorense risultano installati solo 2 impianti SPQR e che lo ha lasciato stupefatto il vedere che il Piano di Localizzazione del II Municipio ne prevede molti di più sul confine dell’area verde.
Dopo aver premesso che lascerà comunque documentazione al riguardo, ha ricordato l’azione di denuncia da lui svolta anche riguardo a via Panama (nel tratto che fa da confine di Villa Ada), dove aveva fatto smontare tutti gli impianti pubblicitari, che per buona parte vede ora previsti dal Piano di Localizzazione del II Municipio.
Ha fatto presente anche la situazione che c’è in piazza Volsinio dove c’è l’uscita di una scuola che presenta il pericolo delle macchine in transito per colpa dei cartelloni pubblicitari che impediscono la visuale: ha proposto come “parametro di buon senso” e come “proposta di sicurezza” di rivedere le situazioni di uscita dalle scuole, adottando come soluzione la installazione di parapedonali.
Ha detto di capire il “travaso” di impianti sulle strade laterali, di cui bisogna prestare però particolare attenzione, sempre ai fini della sicurezza dei pedoni, a quelle piccole specialmente con marciapiedi stretti, come ad esempio il tratto successivo della stessa via Panaro.
Ha quindi chiesto ed ottenuto di parlare la sig.ra Marta Bottari del Comitato “Quelli che il Parco”, che ha voluto personalmente ringraziare Lorenzo Grassi per le battaglie “pazzesche” da lui combattute.
Ha voluto far presente il problema dei cartelloni pubblicitari troppo bassi, che sono a rischio che i pedoni ci vadano a sbattere, precisando avere avuto casi di incidenti di tale tipo.
Ha integrato il suo intervento Lorenzo Grassi per porre l’attenzione sui cartelloni SPQR, che ci devono essere, ma che debbono essere garantiti e messi quindi bene: ha lamentato che molti di quelli esistenti sono pieni di ruggine.
È quindi intervenuto il sig. Paolo Paglia, che si è presentato non solo come responsabile della ditta “A.P.A.”, ma anche a nome della associazione di categoria “A.I.P.E., assieme a cui sta producendo sforzi per dare un contributo ai Piani di Localizzazione che disegnano il futuro delle aziende pubblicitarie operanti a Roma.
Paolo Paglia
Ha fatto presente che l’osservazione dominante che ha riguardato tutti i Piani di Localizzazione è stata quella relativa alla esatta collocazione degli impianti: ha messo in evidenza al riguardo che il simbolo ad esagono della legenda di tutti i Piani misura da solo 15 metri, che non consentono quindi di individuare la posizione esatta sul territori in cui dovrebbero essere installati in futuri gli impianti contrassegnati con tale simbolo.
Ha lamentato che i Piani di Localizzazione non consentono una esatta analisi del territorio, perché ad esempio non lasciano capire se i futuri impianti si possono installare in modo parallelo, perpendicolare od obliquo al senso dei marcia.
Ha sostenuto che non sono state rispettate le strade private.
Ha voluto ricordare che nell’ultima riunione dello scorso giovedì (incontro pubblico in I Municipio) gli è stato detto che verrà fatto un dettaglio tecnico che terrà conto sia della tolleranza di 50 metri che delle norme del Codice della Strada, per affermare che occorre ad ogni modo uno sforzo in più a tutela di tutti gli interessi, perché altrimenti non si può valutare la convenienza economica dei lotti territoriali di impianti che verranno messi a gara.
Ha aggiunto che “oppure si mantiene lo stato di fatto e non si va da nessuna parte”.
Ha voluto insistere “sul fatto che questo lavoro andava già fatto”, perché a suo dire il Regolamento di Pubblicità parla di esatto posizionamento (secondo lui in scala 1:50 o 1:100).
Ha affermato che “questo Piano va perfezionato nell’interesse di tutti”: ha voluto far sapere che fra gli “interessi” del Comune c’è il Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) che è pagato dalle ditte e che porta soldi nelle casse dell’amministrazione capitolina.
Ha quindi fortemente criticato i Piani di Localizzazione così come redatti, perché hanno dato un grosso vantaggio a imprese multinazionali, assicurando ad esse un “monopolio” che toglie alle ditte operanti da sempre a Roma la possibilità di continuare ad esercitare il loro lavoro.
Ha parlato al riguardo di “danno causato alla democrazia”, perché si dà un enorme vantaggio a chi decide le grandi campagne promozionali (come ad es. Peugeot anziché Renault).
Ha chiuso il suo intervento chiedendosi provocatoria ente come abbia pianificati la S.p.A. “Aequa Roma”.
Ha quindi chiesto ed ottenuto di intervenire il sig. Ranieri Randaccio, che si è presentato come responsabile della ditta “S.C.I.”, precisando però a nome degli operatori del settore che “siamo responsabili anche noi del degrado”.
Ranieri Randaccio
Ha esordito affermando che i discorsi da fare sono due, uno di carattere politico ed uno di carattere tecnico (riferito alle mappe dei Piani di Localizzazione assolutamente carenti e con problematiche tecniche).
ha affermato che il PRIP non è in discussione, ma che prevede 138.000 mq., mentre la deliberazione n. 325/2015 (di approvazione della “proposta” dei Piani di Localizzazione) ne prevede meno della metà (62.000 mq. ca.): ha fatto notare che questo è un problema per le casse comunali.
A suo giudizio è inspiegabile il perché i Piani riducano alla metà la superficie espositiva complessiva prevista dal PRIP e perché le ree demaniali ferroviarie siano state cancellate da una Giunta dimissionaria (N.B. – La ditta “S.C.I.” si è aggiudicata il bando di gara indetto da RFI per la gestione degli impianti pubblicitari installati su aree ferroviarie, ndr.).
Ha affermato che per questa 2° fase di pianificazione, che deve portare a definire l’ubicazione di tutti i futuri impianti, sono stati precisati dalle ditte i problemi sul tappeto, con rischio per i bandi di gara che poterebbero non essere aggiudicati.
Facendo presente che la visibilità di un impianto pubblicitario (e la conseguente rendita economica) è completa quando è a 90°, si è chiesto – sulla base anche delle sue esperienze milanesi e torinesi, ma anche parigine – perché i cartelli per il Bike Sharing previsti dai Piani di Localizzazione sono tutti a 90°.
Riguardo alla situazione che andranno a generare i Piani di Localizzazione ha affermato che si arrogano il diritto di dare il monopolio esclusivo al Bike Shraring: ha aggiunto che tra avere un bellissimo cartello in via Salaria o in via Barberini, lui preferisce quello in via Salaria.
Ha quindi affermato di avere ben accolto quanto hanno detto le associazioni (riferito a VAS e Bastacartelloni), perché anche secondo lui va fatta una “ridistribuzione”: si è chiesto al riguardo il perché di questo sfacciato monopolio, gratuitamente, senza avere in cambio nessuna ulteriore pubblicità.
Si è anche chiesto se sia così indispensabile il Bike Sharing senza avere in cambio piste ciclabili (che a suo dire dovrebbero stare soltanto dentro i parchi).
Ha ricordato che l’associazione di categoria A.I.P.E. ha fatto a suo tempo una proposta al Comune per finanziare con la pubblicità le mense della Caritas.
Ha quindi dichiarato che “se Bike Sharing deve essere allora i Piani di Localizzazione decretano la distruzione del monopolio di RFI e la morte di 30 aziende operanti a Roma”.
Ha sostenuto che per gli impianti riservati al Bike Sharing non si pagherà alcun Canone Iniziative Pubblicitarie (C.II.P.), chiedendo ai rappresentanti del Comune presenti “chi ve lo fa fare”.
Ha quindi affermato che “si potrebbe collaborare con Aequa Roma per presentare noi in tempi rapidi un Piano”.
Al riguardo ha fatto sapere che con una spesa di circa 1 milione-1 milione e 200.000 euro si potrebbe realizzare un programma che consenta di avere in video tutte le strade con tutti i particolari tecnici relativi ad ognuna di esse, che sarebbero utili anche alle associazioni ambientaliste, grazie al quale in 6 mesi si potrebbero fare dei veri Piani di Localizzazione a costo zero per il Comune, evitando così di mantenere dei Pini di Localizzazione che hanno il 40-60% di impossibilità di installazione.
Ha concluso il suo intervento rivolto ai rappresentanti del Comune presenti, affermando che “siamo i primi alleati con voi e con le associazioni ambientaliste”.
è stata quindi la volta del mio intervento, che ho iniziato leggendo la seguente premessa, che ho poi consegnato agli atti del verbale di quel giorno.
Rodolfo Bosi
Come ho già fatto in occasione dei precedenti incontri pubblici che si sono svolti nel XIV e nel XV Municipio, debbo leggere anche oggi l’intervento che intendo fare e che ho preferito mettere per iscritto anche stavolta su questi 2 fogli che consegno poi agli atti per essere certo della fedele verbalizzazione di quanto voglio mettere in grande evidenza.
Nel corso dell’incontro pubblico che si è tenuto lo scorso 18 febbraio nell’aula del Consiglio del I Municipio la Presidente Sabrina Alfonsi ha replicato ai 4 interventi fatti dai rappresentanti della associazione di categoria A.I.P.E. e di alcune ditte pubblicitarie, affermando che “se tutti vogliamo far ripartire la città e voi invece fate ricorso, allora abbiamo perso, perché questo non funziona, più per voi che per noi”.
Il giorno successivo un consigliere del I Municipio mi ha trasmesso per posta elettronica gli 8 fogli di osservazioni che il 18 febbraio 2016 la ditta “S.C.I.” (Società Concessioni Pubblicitarie) aveva trasmesso in modo del tutto anomalo rispetto a quanto richiesto sia nell’avviso pubblico del Comune che nell’avviso pubblico del I Municipio, perché le ha volute indirizzare personalmente al Commissario Straordinario Dott. Francesco Paolo Tronca, al Sub Commissario Dott. Giuseppe Castaldo (sbagliando peraltro a scriverne il cognome), alla Direttrice del Dipartimento Attività Produttive Dott.ssa Silvana Sari, alla Dirigente della Unità Organizzativa Dott.ssa Monica Giampaoli, alla Presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi, all’Assessore al Commercio del I Municipio Jacopo Emiliano Pescetelli (nemmeno nominato per nome e cognome) ed addirittura a tutti i consiglieri del I Municipio, uno dei quali ha ritenuto di dovermene mettere a conoscenza.
La lettera esordisce nel seguente modo strabiliante: “La scrivente rivolge le seguenti osservazioni così come integrate nel ricorso notificato il 28.12.2015 al TAR LAZIO (all. 1) e parte integrante delle presenti osservazioni per le quali si chiede esame e deduzioni”.
Nel prosieguo arriva a mettere per iscritto la seguente dichiarazione su cui lascio il giudizio a chi è oggi presente: ”La scrivente, nel caso si dia corso ai Piani così come previsti, avanza fin d’ora domanda risarcitoria per i soli impianti, appena costruiti di oltre € 2.000.000 (duemilioni di euro) da integrarsi con le altre voci: per perdita dei contratti e dell’avviamento commerciale della Società che opera nella città da oltre 70 anni”.
La lettera si chiude chiedendo l’annullamento di tutti e 15 i Piani di Localizzazione sulla base di una serie di motivi di illegittimità desunti da un lato dalle censure già portate nel ricorso al TAR del Lazio con cui si chiede l’annullamento della Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325 del 13 ottobre 2015 e dall’altro lato dalla Relazione Generale del 21 dicembre 2016 e da una Relazione Tecnica dell’8 febbraio 2016, entrambe redatte dall’Arch. Massimo Roncati.
Non posso non ricordare a questo punto quanto ripetuto in termini di “metodo” in tutti i precedenti 11 incontri pubblici tanto dal Sub Commissario Giuseppe Castaldo quanto dalla Dott.ssa Silvana Sari e dalla Dott.ssa Monica Giampaoli riguardo alla finalità delle osservazioni, proposte e istanze che spetta di presentare ad ogni cittadino singolo o associato e che è specificatamente quella di contribuire a migliorare e perfezionare i Piani di Localizzazione e non certo quella di non farli approvare.
In occasione del 5° incontro pubblico che si è svolto nel XV Municipio lo scorso 12 febbraio avevo messo per iscritto come debba essere inteso lo spirito della normativa dettata riguardo alla partecipazione dei cittadini, che “dovrebbe essere finalizzata a contribuire a perfezionare e migliorare comunque la pianificazione fatta e non certo a distruggerla a priori” e messo in risalto che la partecipazione delle ditte pubblicitarie per come era stata messa in atto fino a quel momento poneva comunque un problema di ordine etico sotto vari aspetti, non solo per l’attacco ripetuto fatto al PRIP, ma anche e soprattutto per i ricorsi presentati al TAR per l’annullamento delle deliberazioni n. 49/2014, n. 50/2014, n. 380/2014 e dei pareri espressi dalle Soprintendenze.
La constatazione che anche la Deliberazione della Giunta Capitolina n. 325/2015 è stata impugnata al TAR per l’annullamento di tutti i Piani di Localizzazione il 28 dicembre scorso, vale a dire addirittura due settimane prima che il Comune pubblicasse (in data 11 gennaio 2016) l’avviso pubblico di avvio del percorso di partecipazione, pone un problema ancora maggiore di ordine istituzionale, perché in termini di “metodo” si pretende – in modo a mio modesto giudizio del tutto inammissibile – che il Comune controdeduca oggi a buona parte delle censure portate nel ricorso al TAR da cui l’Avvocatura Comunale si dovrà pur difendere un domani, facendo così sapere in anticipo i contenuti di quella che sarà la sua memoria difensiva.
Se consideriamo per di più che questo “metodo” è stato addirittura messo in atto con il ricatto della minaccia di un risarcimento danni di ben 2 milioni di euro, si arriva allora a capire la totale inaccettabilità di osservazioni “personalizzate” trasmesse in maniera del tutto fuor di luogo, che chiedo quindi di “bocciare” a priori per i vizi di legittimità procedurale che presentano in termini sia di “metodo” che ancor più di “merito”.
Chiedo che anche altre osservazioni di questo tipo che dovessero pervenire di qui al prossimo 24 febbraio non vengano prese nella benché minima considerazione, perché non meritano di essere controdedotte non solo per le implicazioni di carattere amministrativo e giudiziario sopra esposte, ma anche e soprattutto perché – sempre a mio modesto giudizio – risulterebbero altamente lesive nei confronti di tutti coloro che hanno portato e porteranno entro il prossimo 24 febbraio contributi in modo del tutto corretto, fiduciosi della dovuta ponderazione che il Sub Commissario Giuseppe Castaldo ha ripetutamente garantito: vanificherebbero infatti tutti i contributi rispettosamente portati se alla fine il Commissario Straordinario Francesco Paolo Tronca decidesse di non approvare i Piani di Localizzazione proprio per causa dei ricorsi pendenti al TAR e della minaccia di risarcimento danni diventata “contenuto” di osservazioni.
Per controbattere ad ogni modo questo “metodo” e scongiurare il conseguente rischio che i Piani di Localizzazione alla fine non vengano per timore approvati e che comporterebbe a sua volta il rischio di contenziosi da parte di tutti quei cittadini a cui è stata ripetutamente data per certa l’approvazione dei medesimi Piani, mi riservo fin d’ora di trasmettere entro la scadenza del prossimo 24 febbraio una integrazione alle osservazioni, proposte e istanze fin qui trasmesse per ribattere nel “merito” di ognuna delle critiche portate in modo del tutto strumentale dalla ditta “S.C.I.”, al fine dichiarato anticipatamente di dimostrane la mancanza totale di fondamenti tecnici e giuridici. (faccio presente al riguardo di avere mantenuto l’impegno preso, dal momento che il 24 febbraio scorso ho trasmesso per posta elettronica certificata le mie controdeduzioni).
Prima di entrare nel merito delle osservazioni, proposte e istanze relative al Piano di Lottizzazione del II Municipio, presentate congiuntamente da VAS e Bastacartelloni, ho voluto replicare a diverse delle “tesi” sostenute poco prima dal sig. Ranieri Randaccio.
Sul presunto sfacciato “monopolio” che si verrebbe a determinare con il circuito relativo agli impianti riservati al Bike Sharing ho voluto fornire dei dati che dimostrano una volta per tutte quanto sia del tutto infondata e comunque insostenibile una simile accusa.
Ho fatto presente che il numero degli impianti totali così come previsti dai Piani di Localizzazione in esame è di 14.391 ubicazioni, delle quali ben 10.501 (pari al 72,5% del totale) sono riservate a futuri impianti che si dovrebbe aggiudicare le ditte attualmente operanti a Roma e che sono i seguenti:
Impianti privati : 4.226 +
Impianti SPQR: 3.471 +
Impianti Cultura e Spettacolo: 415 +
Impianti di servizio: 1.844 +
Quota impianti PPAA (20% di 2.734) 545 =
_______________________________________________________________
10.501 (72,5% ca. del totale)
Per un opportuno confronto e incasellamento nel suddetto quadro generale, ho messo in evidenza che le ubicazioni previste dai Piani di Localizzazione per gli impianti speciali sono in tutto 1.341, ma con il 35% di esse (pari a 469 impianti) da riservare a servizi igienici: ne deriva che al servizio di Bike Sharing sarebbero riservate in tutto 872 ubicazioni, corrispondenti ad appena il 6% del totale di 14.391 impianti.
In considerazione dei dati suddetti, anche a voler sostenere che le suddette 872 ubicazioni siano state individuate su tutte le strade più trafficate di Roma, è offensivo della logica più comunque sostenere che le 10.501 rimanenti ubicazioni non abbiano trovato posto anche loro in buona parte delle altre strade più trafficate di Roma ed affermare che il 6% del futuro “mercato” faccia concorrenza ed addirittura metta a rischio di sopravvivenza le ditte che andranno ad operare sul rimanente 72,5 % dello stesso mercato.
Dal momento che le accuse portate agli impianti riservati al Bike Sharing si sono basate su una conseguente disparità di trattamento, ho voluto chiarire al riguardo che c’è e ci deve essere una disparità di trattamento, ma nel disporre il rispettivo bando di gara che non può essere fisiologicamente uguale ai bandi di gara per l’assegnazione soltanto della gestione dei lotti territoriali di impianti.
Ho messo in risalto al riguardo che un conto è indire un bando di gara alla maggiore offerta di C.I.P. ed un conto è indire un bando di gara che come corrispettivo della superficie pubblicitaria concessa chiede in cambio la fornitura per 10 anni di un servizio quanto meno di 250 ciclostazioni, che dovranno servire non soltanto per andare per purtroppo vago nei parchi (come ha sostenuto il sig. Ranieri Randaccio), ma anche e soprattutto per andare a lavorare in bicicletta (anche elettrica), dando comunque un aiuto per allentare la morsa del traffico che attanaglia Roma.
Ora, mentre nel primo caso la maggiore offerta del C.I.P. che dovrà pagare in anticipo la ditta o la associazione temporanea di imprese che si saranno aggiudicate una gara relativa ad un lotto territoriale di un certo numero di impianti sarà sicuramente ammortizzata in un arco brevissimo di tempo, nel 2° caso invece un servizio di Bike Sharing per 250 ciclostazioni comporta un investimento immediato di ben 9 milioni di euro circa, a cui si debbono aggiungere altri 7 milioni di euro circa da spalmare nell’arco dei 10 anni di gestione del servizio in spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, per cui è fin troppo evidente che gli impianti speciali concessi come corrispettivo (per coprire le spese di gestione del servizio ed averne un certo utile opportuno) debbono essere ubicati in posizioni tali da assicurare una loro convenienza economica.
Ho voluto ribattere anche alla accusa portata dal sig. Ranieri Randaccio riguardo alla presunta distruzione del monopolio che secondo lui avrebbe Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sulle aree demaniali di sua proprietà.
IL sig. Randaccio sembra inoltre ignorare (non si sa quanto volutamente) l’ultimo comma dell’art. 1 della normativa tecnica di attuazione del PRIP che testualmente dispone: “Le regole previste dal presente Piano si applicano a tutte le tipologie di mezzi pubblicitari … che siano visibili da strade e spazi pubblici, compresi …. gli impianti installati su suolo ferroviario.”
Ne deriva che la autorizzazione che deve essere rilasciata dal Comune anche per gli impianti ricadenti in aree demaniali ferroviarie visibili da strade e spazi pubblici deve essere sempre e comunque conforme alla zonizzazione ed alla normativa tecnica di attuazione del PRIP.
Per una questione di correttezza ho voluto riconoscere come fondate le critiche portate invece nei precedenti incontri pubblici alle strade laterali, su cui i Piani di Localizzazione hanno distribuito il 15% (poi sembra ridotto ad appena il 6%) della superficie espositiva complessiva che non è stato possibile ubicare sulle strade pianificate dal PRIP: si tratta di “strade locali” per lo più senza un conveniente flusso di traffico, in taluni casi addirittura senza marciapiedi e con impianti bifacciali previsti contraddittoriamente in vie a senso unico, per le quali occorre studiare una soluzione alternativa.
Ho quindi esposto in estrema sintesi le OSSERVAZIONI, PROPOSTE E ISTANZE RELATIVE AL PIANO DI LOCALIZZAZIONE DEL II MUNICIPIO portate da VAS e Bastacartelloni, evidenziando che la proposta di ricreare arre di pertinenza esclusiva su ognuno dei lati delle vecchie strade consolari che dalle porte delle mura aureliane si irradiano in tutte le direzioni fin oltre il confine comunale si identificava per il II Municipio nelle via Salaria, nella via Nomentana e in via Flaminia/Viale Tiziano.
Ho fatto poi sapere che è stata presentata come proposta integrata quella di individuare almeno tre arterie a valenza commerciale da riservare ai tre circuiti degli impianti per il Bike Sharing, degli impianti SPQR e degli impianti privati su suolo pubblico.
Ho specificato le istanze presentate che hanno riguardato le ubicazioni previste sui confini del Parco Virgiliano, di Villa Ada, delle aree verdi a cavallo tra viale Flaminia e Vile Tiziano e delle aree versi spartitraffico di Viale della XVII Olimpiade.
Ho infine ricordato i 47 impianti per servizi municipali che spetta al Consiglio del II Municipio individuare sul territorio, specificando che utilizzazione intende dare ad essi, ed ho consegnato la copia cartacea del mio intervento e delle Osservazioni, proposte e istanze relative al Piano di Localizzazione del II Municipio.
Il sig. Ranieri Randaccio ha voluto replicare al mio intervento, ponendo come preciso quesito se possano essere rese pubbliche le osservazioni presentate da latri soggetti.
Ha lamentato di essere stato tacciato di aver minacciato l’amministrazione Capitolina con una richiesta di risarcimento danni, estrapolando a suo dire una frase che andava invece letta in tutto il contesto della lettera.
Mi è stato concesso di ribattergli a mia volta soltanto che quasi tutte le censure portate nella lettera ritenuta “riservata” erano state già rese pubbliche dallo stesso sig. Ranieri Randaccio in più di uno degli incontri pubblici che si sono precedentemente svolti.
Ha chiuso l’incontro pubblico l’Assessore Emilia La Nave affermando che il dibattito è stato completo sotto ogni punto di vista.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi