Alle ore 16,15 circa di ieri 18 febbraio 2016 nell’aula consiliare del I Municipio è iniziato il 9° incontro pubblico sul piano di Localizzazione stavolta di questo Municipio.
aula del Consiglio del V Municipio
Per il Comune erano presenti nuovamente il Sub Commissario Giuseppe Castaldo a cui è stata assegnata la delega in materia di Attività Produttive, la Direttrice del Dipartimento Sviluppo Economico Attività Produttive e Agricoltura Dott.ssa Silvana Sari e la Dirigente della Unità Organizzativa “Affissioni e Pubblicità” Dott.ssa Monica Giampaoli.
Era nuovamente presente anche il Dott. Gianluca Giattino della S.p.A. “Aequa Roma” che ha redatto i 15 Piani di Localizzazione.
In rappresentanza del iI Municipio era presente il Presidente Sabrina Alfonsi, l’Assessore a Commercio, Affissioni e Pubblicità Jacopo Emiliani Pescetelli e la Direttrice del Municipio Dott.ssa Lucia Roncaccia.
Jacopo Emiliani Pescetelli
Erano presenti anche la Responsabile dell’Ufficio Affissioni e Pubblicità sig.ra Donatella Goracci e la Vice Presidente della Commissione Commercio Graziella Manca (SEL).
Erano presenti fra il pubblico, oltre al sottoscritto, il sig. Matteo Costantini della Lista Civica “Uniti per il Centro Storico” (che il 27 febbraio 2014 ha partecipato come UDC alla riunione della Commissione Commercio sul PRIP), il Sig. Franco Cianfrocca (della Confartigianato), la Sig.ra Daniela Aga Rossi (Presidente della associazione di categoria A.I.P.E.), l’Avv. Ettore Corsale (della associazione di categoria A.I.P.E.), il Sig. Rodolfo Moretti (anche lui della associazione di categoria A.I.P.E.),il Sig. Paolo Paglia (della ditta A.P.A.) ed il sig. Giulio Filippini (della ex ditta A.R.P., ora ATC).
Ha dato avvio all’incontro pubblico la Presidente Sabrina Alfonsi, che dopo aver fatto le presentazioni ha voluto far notare che vedeva schierati un buon numero di rappresentanti della ditte pubblicitarie e che pensava di intuirne il motivo.
Sabrina Alfonsi
Ha fatto sapere di avere ricevuto per ora soltanto 2 osservazioni (sicuramente di VAS e di VAS e Bastacartelloni) ed ha aggiunto: “Vediamo se ci sono oggi osservazioni da parte dei gestori degli impianti”.
Ha lasciato la parola al Sub Commissario Giuseppe Castaldo che ha parlato di un momento di amministrazione partecipata, rispetto alla quale la gestione commissariale ha voluto garantire la presenza a tutti gli incontri: ha fatto sapere che tutti i contributi saranno valutati secondo i canoni a cui si deve ispirare ogni amministratore.
Giuseppe Castaldo
Ha quindi invitato la Dott.ssa Silvana Sari ad illustrare la procedura che si deve seguire.
Dopo aver presentato la Dott.ssa Monica Giampaoli quale responsabile del procedimento, ha parlato della “innovativa procedura partecipata”, premettendo che il PRIP non è in discussione: ha tenuto a chiarire questa sua precisazione per rendere più efficaci gli interventi.
Ha quindi riconfermato l’iter che è partito dalla “proposta” dei Piani di Localizzazione approvata dalla Giunta Capitolina con la deliberazione n. 325 del 13 ottobre 2015, sottolineando che su ogni “pallino colorato” (con cui sono state contrassegnate le diverse tipologie di impianti) ci sono stati i pareri preventivi di tutti gli enti istituzionali interessati (Agenzia per la Mobilità, Corpi di Polizia Locale di Roma Capitale e Soprintendenze).
Ha fatto sapere che dopo il prossimo 24 febbraio i Municipi hanno 5 giorni di tempo per trasmettere tutta la documentazione pervenuta al Dipartimento, che dal prossimo 29 febbraio provvederà a controdedurre a tutta la documentazione pervenuta, di cui si sta già esaminando quella già trasmessa al Dipartimento: ha precisato che se verranno accolte proposte di modifiche ed integrazione ai Piani di Localizzazione, “Aequa Roma” provvederà all’adeguamento.
Ha precisato ch se sarà necessario si terrà una Conferenza di Servizi con le tre Soprintendenze interessate: poi verrà preparata una “proposta” di atto deliberativo su cui verrà chiesto ai Municipi di esprimere il proprio “parere” entro 30 giorni, eventualmente riducibili a 20: ha precisato che si dovrà controdedurre anche ai “pareri” espressi dai Municipi.
Ha concluso affermando che “se abbiamo osservazioni puntuali e precise possiamo migliorare i Piani di Localizzazione, mentre non servono a più di tanto delle osservazioni generiche”.
Il Sig. Paolo Paglia le ha posto la seguente domanda: “Immagino che si approvano poi i Piani”.
La Dott.ssa Silvana Sari ha risposto che ci sono comunque i tempi per arrivare alla approvazione: all’ipotesi malaugurata che ho prospettato io che tutto questo lavoro possa essere vanificato, per costringere chi vincerà le prossime elezioni a ricominciare tutto daccapo ha voluto rispondere la Presidente Sabrina Alfonsi per far notare che siamo nell’ambito di una democrazia e che in termini “politici” si dovrà comunque andare avanti.
Sono quindi iniziati gli interventi.
Ha preso per primo la parola il sig. Paolo Paglia premettendo di aver partecipato a precedenti incontri pubblici, per cui cercherà di sintetizzare ripartendo da alcuni problemi già sollevati con domande a cui non è stata data a tutt’oggi risposta.
Oltre alla constatazione che le Soprintendenze hanno ridotto molto, portando ad un abbattimento del 62% in tutti i Municipi, la domanda principale ha riguardato l’impossibilità materiale di installare i futuri impianti: la cosa più importante per lui è la lettura dei Piani di Localizzazione, che da sopralluoghi fatti ha messo a nudo questa incollocabilità.
L’aspetto più paradossale è venuto da alcuni casi in cui non è stato addirittura possibile individuare la posizione indicata in quel punto dal Piano di Localizzazione, che non ha tenuto conto ad esempio nemmeno della presenza o meni di alberi lungo le vie, aspetto – ha tenuto a sottolineare – che avrebbe dovuto riguardare una associazione ambientalista (con chiaro riferimento al sottoscritto).
I Piani di Localizzazione costituiscono un piano regolatore a tutti gli effetti, per cui dopo 20 anni di abusivismo in cui è stato consentito di tutto, ci ritroviamo ad andare a verificare la previsione di una tolleranza di 50 metri ai fini del futuro esatto e definitivo posizionamento sul territorio di ogni impianto.
A suo dire si rischia di non poter installare la maggioranza degli impianti: ha fatto notare che le ditte avrebbero voluto dire qualcosa di propositivo, che però non riescono a vedere.
Dopo aver fatto notare che è tutto complicatissimo, ha detto di capire la fretta, ma ha invitato a fare una volta per tutte una pianificazione precisa e fatta bene: “Se non abbiamo questa chiarezza – ha aggiunto – si rischia di tradire le aspettative e di andare incontro a contenziosi”.
A tal ultimo riguardo ha ribadito le presunte migliori posizioni che sarebbero state date agli impianti speciali per il servizio del Bike Sharing.
A seguire è intervenuta Daniela Aga Rossi come Presidente della associazione di categoria A.I.P.E.: “mi riaggancio al nostro consigliere Paglia per portare oggi elementi propositivi. Lascio poi agli atti” – ha aggiunto – la ‘sperimentazione’ fatta assieme a CLEAR CHANNEL dopo l’approvazione del PRIP” che è avvenuta il 30 luglio del 2014.
[per la precisione la “Sperimentazione sul PRIP di AIPE e CLEAR CHANNEL” porta la data del 10 giugno 2014 ed è stata trasmessa in allegato ad una Nota congiunta di AIPE e CLEAR CHANNEL trasmessa lo stesso giorno nel seguente ordine al Sindaco Ignazio Marino, al Presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti, all’Assessore a Roma Produttiva Marta Leonori, all’Assessore alla Mobilità e Trasporti Guido Improta, al Presidente della Commissione Commercio Orlando Corsetti, al Presidente dei Sistemi Informativi, Innovazione e Sviluppo della Tecnologia, Smart City e Beni Comuni Immacolata Battaglia, al Presidente della Commissione Bilancio Alfredo Ferrari ed infine a tutti i consiglieri. La suddetta “sperimentazione” porta la data del 10 giugno 2014 soprattutto per la concomitanza della seduta della IX Commissione Commercio riunita proprio per lo stesso giorno per esprimere il parere di propria competenza sia sulla proposta di delibera n. 59 che sulla proposta di delibera n. 61. vedi https://www.rodolfobosi.it/le-false-verita-che-continua-a-propinare-laipe-ora-assieme-a-clear-channel-per-ostacolare-lapprovazione-delle-proposte-sul-prip-e-sul-regolamento-di-pubblicita-licenziate-dalla-giu/#more-7907]
La Sig.ra Daniela Aga Rossi ha tenuto a precisare che, per far sì che i Piani di Localizzazione siano strumenti attuativi a tutti gli effetti, elemento imprescindibile è il rispetto delle norme del Codice della Strada: ha citato a tal riguardo Via Cavour che è stata fatta oggetto della “sperimentazione”.
“Non vogliamo distruggere il lavoro, ma vogliano essere propositivi” ha proseguito, invitando a non buttare a mare i Piani di Localizzazione, ma ad integrare il lavoro di “Aequa Roma” con quegli elementi che diano certezza alle ditte pubblicitarie di poter continuare ad operare .
Ha concluso sostenendo che si tratta di un processo che da quasi due anni l’AIPE sta mandando avanti.
È intervenuto a seguire Rodolfo Moretti (sempre della associazione di categoria A.I.P.E.) affermando di aver verificato soprattutto la posizione degli impianti SPQR ubicati nel I Municipio, di fronte a cui “siamo fortemente critici”.
Ha sostenuto che dai sopralluoghi effettuati sul posto rispetto ai 322 impianti SPQR previsti dal Piano di Localizzazione del I Municipio sono riusciti a rilevarne solo 312, 119 dei quali sarebbero posizionati su strade laterali in punti del tutto inutili e commercialmente non convenienti per niente.
Ha concluso sostenendo che a suo giudizio sono installabili alla fin fine solo 125 impianti SPQR ed ha chiesto cosa ci si debba fare con gli altri nei futuri lotti.
È intervenuto l’Avv. Ettore Corsale sempre a nome della associazione di categoria A.I.P.E., per incardinare i tre interventi che l’hanno preceduto con due ordini di problemi.
Ha affermato che non sono state sufficientemente considerate le norme del Codice della Strada, per cui si è chiesto cosa si debba fare se in metà delle posizioni individuate dal Piano di Localizzazione non sono installabili gli impianti: “Rimane una metà non collocata?” ha aggiunto “domande che riteniamo fondamentali” perché se una ditta vince una gara per un numero di impianti che poi non può installare succedono sicuramente dei contenziosi.
“Cerchiamo di trovare il modo di andare a rivedere questi piani” ha proseguito, invitando a riverificare tutto (comprese le posizioni degli impianti parallele o perpendicolari o oblique al senso di marcia).
Ha sostenuto di non poter sapere se un “pallino” (cioè il simbolo con cui sono state contrassegnate a colori le diverse tipologie di impianti ) sia preciso o meno, precisando che questa “scala” di lettura ha un riverbero sulla articolazione che è stata data ai Piani di Localizzazione.
Ha affermato che è stato fatto un gran lavoro per la distribuzione sul territorio degli impianti, ma non per puntualizzare ogni posizione in modo non equivoco, ad eccezione degli impianti per il Bike Sharing a cui sono state date invece posizioni chiare e soprattutto convenienti da un punto di vista commerciale: visibili a suo giudizio saranno un domani solo gli impianti per pubbliche affissioni e quelli per il Bike Sharing.
Ha voluto ricordare l’obiettivo che si era data l’amministrazione capitolina e che era quello di raggiungere 21 milioni l’anno con i ricavi della pubblicità, che però non verranno dagli impianti per il BiKe Sharing perché a suo dire non pagheranno il Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP).
A tal ultimo riguardo l’ho contestato di stare ad interrogarsi e rispondersi da solo, dal momento che non mi risulta che ci sia una specifica norma che esenti dal pagamento del CIP la ditta pubblicitaria che si aggiudicherà il lotto degli impianti per assicurare un servizio di Bike Sharing.
A questo punto ha ritenuto di intervenire la Presidente Sabrina Alfonsi per aggiungere una serie di precisazioni e fare chiarezza (ai cittadini presenti) su quello che sta avvenendo.
Ha premesso che si è voluto regolare il settore dell’impiantistica riguardo alla “situazione infettata in cui era Roma”, che aveva determinato anche un forte inquinamento visivo.
Ha voluto ricordare che durante il lungo percorso che ha portato alla approvazione del PRIP e del nuovo Regolamento di Pubblicità sono state abbondantemente sentite le ditte pubblicitarie: “Il percorso con voi è stato fatto” ha aggiunto “e verrà rifatto con la regola finale (pur perfettibile) dal momento che ora non siamo ancora al livello di scheda tecnica dei futuri bandi di gara. Lì ci sarà l’esattezza di quanto potrà e dovrà essere messo a bando”.
Ha concluso affermando che “se tutti vogliamo far ripartire la città e voi invece fate ricorso, allora abbiamo perso, perché questo non funziona più per voi che per noi”.
La Presidente mi ha concesso quindi di intervenire: l’ho voluta anzitutto ringraziare per aver anticipato quanto avrei voluto dire io allo stesso riguardo, precisando che sugli interventi che mi avevano preceduto ritenevo comunque doveroso fare anch’io chiarezza per far capire l’ordine dei problemi rispetto al quadro generale in cui vanno incasellati.
Riguardo alla grandezza sproporzionata dei “pallini” ho tenuto a precisare che per esigenze visive non sono stati riportati nella stessa scala utilizzata per redigere i Piani di Localizzazione [per la precisione con Nota Prot. n. 3984 del 30 marzo 2015 “Aequa Roma” ha provveduto ad inoltrare la Relazione Tecnica dei Piani di Localizzazione dei Mezzi e degli Impianti Pubblicitari (in sigla PiaLMIP), un CD contenente gli elaborati grafici concernenti le proposte di MiaLMIP relative a tutti i Municipi di Roma Capitale, n. 408 Tavole di Piano in scala 1:5000 su formati A3 e 30 tavole rappresentanti il confronto tra lo stato attuale dell’impiantistica e quello previsto nella proposta, oltre ad un album di inquadramento generale.]
Ho messo in risalto che le critiche fin qui portate tendono a confondere l’oggi con il domani, considerando i Piani di Localizzazione come uno strumento attuativo definitivo, quando così non è: a dimostrazione ho portato le aree a mercato e le aree verdi per entrambe le quali la Relazione ai Piani di Localizzazione precisa che “potrà essere definita nel dettaglio la superficie espositiva da confermare” (pagg. 38-39)
Lo stesso discorso vale per le lamentele relative alla mancata posizione della facciata di ogni impianto (se cioè parallela, perpendicolare o obliqua al senso di marcia), che non rientra nei compiti dei Piani di Localizzazione, dal momento che verrà decisa in sede di bandi di gara, così come sarà deciso se anche per gli impianti speciali si dovrà pagare il Canone Iniziative Pubblicitarie (CIP).
A tal ultimo riguardo ho messo in grande risalto la differenza enorme che c’è tra i bandi di gara alla maggiore offerta di CIP (per gli impianti privati) o di locazione (per gli impianti SPQR) che riguarderanno la maggior parte dei lotti territoriali ed il bando di gara che invece della maggiore offerta di CIP richiederà come corrispettivo il servizio di Bike Sharing, per il quale i criteri dettati dalla Giunta Capitolina richiedono una sostenibilità economica proprio con il ricavo della pubblicità messa a disposizione sui due tipi di impianti speciali da mt. 1,20 x 1,80 e da mt. 3,20 x ,240.
Riguardo alle critiche portate ai suddetti due tipi di impianti, che sarebbero stati sfacciatamente favoriti, ho tenuto a mettere in grande evidenza che, mettendo assieme i circuiti degli impianti SPQR, degli impianti per cultura e spettacolo e degli impianti privati su suolo pubblico, alle ditte pubblicitarie è riservato il 62,2% dell’intero mercato dei complessivi 62.000 mq. previsti, rispetto ai quali gli impianti speciali (non solo per il Bike Sharing, ma anche per elementi di arredo urbano) occupano appena il 18,3%: visti i dati nell’ambito del suddetto quadro diventa difficile dimostrare alla fine come gli impianti per il Bike Sharing, quand’anche spudoratamente favoriti, possano mettere a rischio gli altri circuiti.
Ho messo in evidenza che il circuito per il BiKe Sharing, all’opposto delle critiche portate, non ha a mio giudizio la sostenibilità economica, come non ce l’hanno in particolare anche gli altri due circuiti degli impianti SPQR e degli impianti privati su suolo pubblico.
Ho quindi sinteticamente fatto conoscere soprattutto al Municipio la proposta che abbiamo fatto in generale in tutti gli altri Piani di Localizzazione e che consiste nel determinare aree di pertinenza esclusiva su tutte le vecchie strade consolari che dalle porte delle mura aureliane si irradiano in tutte le direzioni fin oltre i confini comunali, destinando in prevalenza agli impianti speciali il lato che va verso il centro storico ed a impianti SPQR il lato opposto.
Ho fatto presente che la “proposta” non vale per il I Municipio, che è formato dai suoi 22 rioni e ouartiere “Della Vittoria”, all’interno del cui territorio si propone di individuare almeno tre arterie a valenza commerciale da riservare ai tre circuiti degli impianti per il Bike Sharing, degli impianti SPQR e degli impianti privati su suolo pubblico.
Ho fatto notare al Sub Commissario Giuseppe Castaldo che stavolta non sarei stato ripetitivo dal momento che il centro storico di Roma ha una sua specifica problematica.
Ho precisato che è stato per me l’unico piano di Localizzazione che per l’importanza che riveste ho analizzato rione per rione ed impianto per impianto, ma solo a nome e per conto di VAS: fin dal 9 febbraio scorso ho infatti trasmesso via PEC a Dipartimento e I Municipio le Osservazioni, proposte e istanze relative al Piano di Localizzazione degli impianti pubblicitari del I Municipio.
Ho fatto quindi sapere che assieme anche a Bastacartelloni sono state redatte le OSSERVAZIONI, PROPOSTE E ISTANZE RELATIVE AL PIANO DI LOCALIZZAZIONE DEL I MUNICIPIO, di cui ho poi consegnato agli atti del verbale una copia cartacea riservata espressamente al Consiglio del I Municipio quale contributo per la migliore espressione del “parere”.
Entrando nel merito della problematica relativa al I Municipio, ho fatto presente che il centro storico di Roma (formato dai 22 rioni, ad eccezione di “Prati”) fin dal 1980 è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità ma è paradossalmente senza alcuna tutela specifica, perché come tale è stato sottoposto a vincolo paesaggistico fra i “beni tipizzati” dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) che lo destina a “paesaggio dei centri e nuclei storici” ma senza dettare per esso una specifica disciplina di tutela dal momento che la demanda al Piano di gestione del sito UNESCO il quale a distanza di ormai 36 anni deve essere ancora approvato.
A tal ultimo riguardo ho fatto sapere che fin dall’epoca del Sindaco Alemanno il Piano di Gestione del Centro Storico di Roma è stato redatto dall’arch. Maria Iannicelli dell’Ufficio siti Unesco del Comune, ma è stato lasciato marcire nei cassetti anche con il Sindaco Marino: per come mi è stato spiegato dallo stesso arch. Iannicelli mi sembra essere un buon piano che sarebbe bene che venisse approvato da chi vincerà le prossime elezioni.
Per far capire il nesso che c’è con i Piani di Localizzazione ho messo in evidenza che la mancanza di una precisa disciplina di tutela del centro storico non esenta dall’obbligo di rilascio della autorizzazione paesaggistica per ognuno degli impianti che ricade in zona vincolata, a maggior ragione perché – prima ancora del suddetto vincolo paesaggistico generale – fin dagli anni ’50 sono stati imposti con Decreti Ministeriali diversi vincoli paesaggistici (il più famoso dei quali è quello imposto sul “Colle Aventino” nel Rione Ripa).
Se nei futuri lotti territoriali ci fossero impianti che ricadono in zona vin colata occorre metterli a disposizione nel rispettivo bando di gara muniti della preventiva ed obbligatoria autorizzazione paesaggistica già rilasciata.
Ho quindi ricordato il “contenzioso” che ho dovuto aprire con l’allora Segretario Generale Iudicello, per il fatto che l’art. 15 della normativa tecnica di attuazione del PRIP prevede l’installazione nel centro storico di paline con orologio, che invece il nuovo Regolamento di Pubblicità vieta espressamente nel I Municipio: ho messo in risalto di avere ottenuto l’abolizione delle paline con orologio solo dopo che ho fatto presente questa grave anomalia alla allora Soprintendente alle Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma, Arch. Renata Codello, che nell’esprimere il parere finale su tutti i Piani di Localizzazione ha prescritto l’abolizione dal Centro Storico di Roma sia delle paline con orologio che dei parapedonali.
La S.p.A. “Aequa Roma” ha dovuto così togliere del tutto i 42 parapedonali che vi aveva previspot e le 63 paline con orologio che ha trasformato in altrettante paline SPQR.
Venendo alla documentazione trasmessa ho fatto capire la differenza tra osservazioni (utili a far capire meglio il quadro generale), proposte (a cui si dovrà controdedurre) ed istanze (relative ad accertate violazioni della normativa vigente).
Fra le proposte ho citato quelle generali riguardo al superamento della deliberazione del Consiglio Comunale n. 609 del 3 aprile 1981, con il posizionamento anche il sottozone B1 e B2 degli impianti speciali da mt. 3,20 x 2,40: ho fatto sapere che si può condividere l’estensione, ma solo se applicata alla sottozona B2, perché nella sottozona B1 (corrispondente con il vecchio Municipio I) va comunque tutelato il Centro Storico di Roma che è stato riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, prevedendovi impianti speciali soltanto da mt. 1,20 x 1,80.
Per il territorio invece dell’ex XVII Municipio e più in particolare per il quartiere Prati, in quanto destinato dal PRIP a sottozona B2 sono accettabili anche gli impianti speciali di mt. 3,20 x 2,40.
Ho citato espressamente gli impianti da mt. 3,20 x 2,40 posizionati al Rione Trastevere, al Rione Ludovisi, al Rione Castro Pretorio ed al Rione Tastaccio, che ho proposto di tramutare in un numero di impianti di mt. 1,20 x,80 più o meno delle stesse superfici complessive.
Ho fatto presente che nella sottozona B1 del Centro Storico l’art. 15 della normativa tecnica di attuazione del PRIP non prevede gli impianti SPQR di mt. 2 x 2 che sono riservati al circuito “Cultura e spettacolo, per cui vanno eliminati i 19 impianti posizionati in via Lanza, in via Merulana, in via Labicana (Rione Monti), in via Conte Verde ed in via Emanuele Filiberto (/Rione Esquilino).
Ho infine ricordato le istanze relative alle aree verdi non rispettate, come al Parco delle Resistenza in via Manlio Gelsomini (Rione Ripa) e al Giardino Famiglia di Consiglio in via Marmorata (Rione Testaccio).
È intervenuto quindi il sig. Matteo Costantini che si è dichiarato francamente un po’ preoccupato, perché malgrado il lavoro meritorio (se non altro rispetto alla casistica precedente scoppiata in mano), vede allo stesso tempo nel percorso finale che si vuol fare una accelerazione per chiudere questo lavoro, con il rischio di perdere la qualità di ciò che si suole portare a casa.
“Dobbiamo riconoscere che la città di Roma ha un indebitamento di 13 miliardi di euro, dovuti al anche al fatto che il Comune non sa mettere a reddito ciò che ha”.
Le poche fonti di entrata vengono a suo dire dalla tassa di soggiorno, dalle multe e dalla pubblicità, rispetto alla quale non capisce francamente come di possa ricavare di più con molti meno impianti.
Non vede a suo giudizio un eccesso di cartelloni nel Centro Storico né vede quale sia il problema degli impianti di mt. 2 x 2: l’ho interrotto facendo presente che è un “problema di regole” che vanno rispettate da tutti e non solo dai “fessi”.
Ha citato la “sperimentazione” dell’A.I.P.E., fatta a suo giudizio molto bene, lasciando intendere che l’ha già vista prima.
Ha affermato che non si ha chiarezza dei futuri lotti ed ha apertamente criticato la tolleranza dei 50 metri in più o in meno che a suo dire sarebbero troppi.
Si è dichiarato d’accordo con pubblicità non invasive, fra le quali considera anche le paline con orologio, ed ha lamentato posizioni invece in violazione del Codice della Strada, proponendo al riguardo di allargare i marciapiedi non a norma (“non ci vedi niente di scandaloso”).
Ha concluso parlando come proposta di essere più puntuali nelle schede tecniche, rendendo più dettagliati i Piani di Localizzazione, riducendo al tempo stesso o azzerando la tolleranza di 50 metri.
È voluta intervenire di nuovo la Presidente Sabrina Alfonsi per chiarire una volta per tutte la metodologia, facendo sapere che occorre chiudere al più presto le istanze, caso mai recepite in sede di prime controdeduzioni, per poi recepire la “proposta” finale su cui verrà chiesto il “parere” dei Municipi.
La Dott.ssa Silvana Sari è voluta intervenire a sua volta per rimarcare che ha l’impressione che si stia parlando del “prima” e del “dopo”, ma non dell’oggi.
Ha precisato che il “dopo” sono i bandi che il Comune fa da anni, effettuando tutti i dovuti controlli e sopralluoghi, per cui forse si avranno in quella sede anche meno impianti ancora, che non sono di certo la morte di nessuno.
Ha detto di non volere entrare nel dibattito, invitando a trasmettere indicazioni precise, se c’è vera volontà di farlo.
Hanno voluto replicare sia il sig. Paolo Paglia che la sig.ra Aga Rossi: ho voluto allora replicare anch’io in particolare al sig. Matteo Costantini.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi