Sos clima: arriverà dall’Italia l’ultima chiamata ai big del Pianeta per un accordo serio sulla riduzione dei gas ad effetto serra.
“Gli impegni dei governi sono ancora insufficienti” per contenere entro i due gradi il riscaldamento globale e “i tempi sono stretti” in vista della conferenza mondiale sul clima (Cop 21) di fine anno a Parigi.
Il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi, lancia un avvertimento ma è convinto che “la crisi climatica può ancora essere vinta, a patto che si superi la sindrome del ‘passo del gambero’, una gara a chi resta più indietro, pensando di poter sfruttare i benefici della riduzione delle emissioni di gas serra, realizzate però da altri“.
Per questo con la Fondazione che presiede ha promosso il convegno internazionale ‘Giustizia ambientale e cambiamenti climatici – verso Parigi 2015’ con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari e la collaborazione di Poste italiane, che si terrà il 10 e 11 settembre prossimi a Roma, che diventerà la Capitale mondiale del dibattito sul clima prima dell’ultimo appuntamento dei governi a Parigi, dove è necessario raggiungere un accordo all’altezza della sfida.
Al convegno parteciperanno alcuni dei più importanti esperti mondiali del settore e i lavori si concluderanno con l’Udienza di Papa Francesco dedicata al tema della crisi climatica.
Padre Augusto Chendi, sottosegretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari-Pastorale della Salute, auspica che l’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco “possa aprire uno squarcio in queste problematiche” legate ai cambiamenti climatici “che riguardano l’uguaglianza, e che possa coinvolgere la coscienza dei credenti“.
Intervenendo alla presentazione del convegno internazionale ha rilevato che la soluzione indicata anche dall’Enciclica è “nel superamento della logica del calcolo economico e nel dare la priorità alla dignità della persona a cui il Creato è stato dato in custodia. Bisogna rendere attenti credenti e non credenti a custodire ed amministrare il Creato“.
Le ricadute “pesanti e a volte nefaste sulla salute – ha aggiunto – sono ormai note, per i singoli e livello globale, nelle regioni più sviluppate e per le popolazioni più fragili, nelle aree remote del mondo e di conflitto“.
Anche il ruolo delle imprese è importante nell’abbattimento della febbre del Pianeta.
La Green Strategy ha un ruolo centrale nel piano industriale di Poste Italiane e si declina nel quadro più ampio della tutela dell’ambiente e del territorio, e nei principi di inclusione, di coesione sociale, innovazione e digitalizzazione, il tutto coniugato con l’aspetto economico dell’impresa.
“Un’impresa responsabile – ha spiegato l’amministratore delegato, Francesco Caio alla presentazione del convegno internazionale – definisce le proprie strategie di business prendendosi carico anche di aspetti che fino a qualche tempo fa si pensava demandati alle istituzioni pubbliche: ad esempio, la qualità del lavoro e del benessere dei propri dipendenti, ma anche la ricerca di una maggiore coesione e inclusione sociale, così come un maggiore rispetto per l’ambiente. L’economia della sostenibilità, ossia la Green Economy, contiene una forte componente di tipo ambientale ma anche una forte componente economico-sociale. In previsione della Conferenza Internazionale di Parigi – ha aggiunto Caio – siamo consapevoli dell’importanza della sfida dello sviluppo sostenibile e intendiamo fare la nostra parte per la tutela delle future generazioni“.
Il piano industriale di Poste, sulla base del quale l’azienda è avviata verso la quotazione in Borsa, mira ad una significativa crescita puntando ad una forte innovazione nei suoi settori chiave della logistica, dei pagamenti e del risparmio e ha come suo principale obiettivo quello di accompagnare cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione verso la nuova economia digitale.
Sul versante ambientale, Poste ha “avviato programmi concreti per ridurre l’impatto ambientale della sue attività. Ad oggi, i principali risultati, che rappresentano la base sulla quale si sta lavorando nel settore del Green Strategy, vanno verso la riduzione del 17% delle emissioni del gas serra tra il 2010 e il 2014.
Poste possiede oltre mille veicoli elettrici, la flotta più grande d’Italia – ha rilevato Caio – e una serie di iniziative di mobility management tra le più avanzate, che consentono di risparmiare ogni anno 8 mila tonnellate di CO2“.
(ANSA dell’8 settembre 2015, ore 18:36)