Articolo di Alberto Vitucci pubblicato il 10 novembre 2014 con questo titolo su “La Nuova Venezia”.
Alberto Vitucci
II Consorzio Venezia Nuova resta all’Arsenale.
Perché «bisogna assumere come risorsa le funzioni già presenti nell’area e tutelate dalla legge del 2012».
E poi perché svolge «attività che sono punti di eccellenza dell’economia dei servizi a scala nazionale e internazionale».
Mentre al Consorzio arriva il commissario nominato dall’Autorità anticorruzione, il commissario Zappalorto, che governa Ca’ Farsetti, dà alle stampe il nuovo «Documento direttore sull’Arsenale».
Vittorio Zappalorto
Che prova a disegnare le destinazioni future dell’area, dopo il passaggio di proprietà del compendio dal demanio al Comune.
Centoventidue pagine che riassumono la normativa vigente e tracciano destinazioni e ambiti funzionali.
Piano che il commissario ha presentato alla Municipalità e che il 2 dicembre sarà illustrato alla città proprio in Arsenale.
Ma i comitati sono sul piede di guerra.
E hanno organizzato per giovedì in sala San Leonardo una grande assemblea pubblica.
«È pericoloso questo nuovo inizio che fa tabula rasa di riflessioni decennali e dei piani urbanistiche», dice Marco Zanetti di Veneziacambia 2015, «non si possono prendere decisioni così importanti in mancanza di un mandato politico dei veneziani».
Altri, come Stefano Boato, ricordano come i Piani in vigore parlino espressamente di “destinazioni pubbliche” dell’area.
Stefano Boato
In questa situazione, dice Boato, escludere dall’uso pubblico ampie aree e capannoni dell’Arsenale di proprietà del Comune non è legittimo.
Il nodo del contendere è quello della manutenzione del Mose.
Fino a qualche anno fa era un tema di cui non si discuteva.
Al Consorzio era stata assegnata in concessione per vent’anni l’area dell’Arsenale nord insieme ai due bacini di carenaggio.
Lì sono già state avviate le attività per la manutenzione delle paratoie, con la nave da 50 milioni che dovrà smontarle una al mese una volta in funzione.
Ma qualche mese fa il nuovo presidente del Consorzio Venezia Nuova Mauro Fabris, anche sull’onda dell’inchiesta, si era detto disponibile a «restituire l’Arsenale alla città».
Pensando a un trasferimento a Marghera, nella bonificata area ex Pagnan di propietà della Mantovani, l’attività di manutenzione.
Significa che il Consorzio è disposto a «restituire» anche la parte Nord.
Il Piano di riutilizzo dell’Arsenale acquisterebbe così un respiro strategico diverso.
Ma di tutto questo non vi è traccia nel Piano direttore.
Che prevedeva anzi, nelle intenzioni della passata amministrazione, di cedere al Consorzio anche il bacino piccolo, trasferendo il cantiere dell’Actv al Tronchetto.
Secondo i comitati, che adesso annunciano battaglia, nel nuovo documento redatto dall’Ufficio coordinato dal dirigente del Comune Marina Dragotto – dopo lo scioglimento della società Arsenale spa presieduta da Roberto D’Agostino – non vi è traccia della documentazione sulle concessioni in essere al momento del passaggio di proprietà dallo Stato al Comune.
Il nuovo proprietario, insomma, potrebbe guadagnare parecchio dall’uso di quegli spazi, che per la parte monumentale (Gaggiandre e Tese) restano affidati alla Biennale.
gaggiandre dell’arsenale
La Marina mantiene i suoi spazi per gli usi istituzionali, il Consorzio per la manutenzione del Mose.
Ma se lo stesso Consorzio reputasse più conveniente andarsene a Marghera, lo scenario cambierebbe del tutto.