Su questo stesso sito il 16 maggio 2015 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Campagna #Allarme Natura”, che dava notizia della campagna lanciata da 100 associazioni ambientaliste europee per salvare la natura europea dai propositi di deregulation del presidente della Commissione europea Juncker (https://www.rodolfobosi.it/campagna-allarme-natura/).
La campagna su Internet avrebbe dovuto essere attiva fino al 24 luglio 2015: dei risultati raggiunti dà ora notizia il seguente articolo di Chiara Spegni pubblicato in data odierna.
(ANSA del 24 luglio 2015, ore 12:41) – Mezzo milione di cittadini europei, con britannici, tedeschi e italiani in testa, si sono schierati in difesa delle leggi Ue ‘salva-natura’.
Questa la cifra record di quanti hanno risposto all’appello della campagna online ‘AllarmeNatura’ lanciata dalle principali organizzazioni ambientaliste (BirdLife, Wwf, European Environmental Bureau, Friends of the Earth Europe) e che in Italia, tramite Lipu, Wwf e Legambiente, è stata adottata da volti noti come Fiorello, Claudio Bisio, Luca Argentero, Fiorella Mannoia, Nek, Neri Marcorè e Pierfrancesco Favino.
La mobilitazione, scattata a maggio scorso e attiva fino a domenica, aveva come obiettivo una massiccia adesione alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla revisione di due direttive: Habitat e Uccelli, fra le più importanti al mondo in termini di tutela di animali, piante e habitat, dall’estinzione.
Lo scopo è stato raggiunto e il messaggio non poteva essere più chiaro: queste leggi Ue sulla natura non vanno cambiate.
Dal canto suo, il commissario europeo all’ambiente, Karmenu Vella, si è difeso dicendo che “non c’è un ridimensionamento degli obiettivi delle norme“.
Habitat e Uccelli tutelano oltre un migliaio di specie chiave e più di 27mila siti naturali in Europa tramite la rete ‘Natura 2000’, che copre quasi un quinto del territorio Ue.
“Agli europei interessa la propria natura e le leggi europee che la proteggono” spiega Genevieve Pons, direttore dell’ufficio Ue del Wwf, a nome della coalizione ambientalista.
“Ora è il momento per la Commissione europea di dargli ascolto e mettere a punto un piano di tutela della natura basato su maggiori finanziamenti e una più severa applicazione della legge“. Secondo le stime, la rete Natura 2000 genera fra i 200 e i 300 miliardi di euro di benefici economici ogni anno, eppure vengono spesi solo il 20% dei finanziamenti che sarebbero necessari a conservarla.
Diversi siti sono stati invece distrutti, anche in Italia, come documentano gli ambientalisti di Wwf e Lipu, dal Parco della Magra Vara in Liguria, dove sono stati abbattuti 800 ettari di foreste e fiumi, fino alla speculazione edilizia nella Piana di Gela in Sicilia.
Secondo Ariel Brunner, responsabile delle politiche Ue di BirdLife, le direttive in questione “funzionano laddove vengono applicate e vanno bene come sono, riaprirle getterebbe tutti gli operatori nel caos per anni“.
La conferma arriva dalla consultazione della Commissione europea dei vari soggetti interessati.
Stando all’analisi degli ambientalisti “molto pochi” hanno rimesso in discussione la normativa e chiesto una revisione, ad eccezione di “alcuni soggetti del settore agricolo, l’associazione dei proprietari privati di foreste e la lobby della pesca industriale“.
“Quelli che lavorano nel settore conoscono benissimo i veri problemi: mancano fondi, ispezioni, impegno fattivo per l’attuazione delle leggi, contributi per un’agricoltura che non distrugga la biodiversità” conclude Brunner.
Il pressing degli ambientalisti a Bruxelles continuerà per tutto l’iter di revisione delle direttive.
“Chiediamo a tutti di sostenerci, nei prossimi mesi, come hanno fatto i 500mila cittadini europei” afferma Danilo Selvaggi, direttore generale Lipu-BirdLife Italia.