Su questo stesso sito il 21 novembre 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Sull’Arsenale commissario sotto accusa”, che dava notizia nuovo «Documento direttore sull’Arsenale» dato alle stampe dal Commissario Vittorio Zappalorto per un diverso utilizzo di questo complesso. (https://www.rodolfobosi.it/sullarsenale-commissario-sotto-accusa/)
È stato accompagnato da un articolo pubblicato lo stesso giorno dal titolo significativo «L’Arsenale è un bene della città il commissario non può decidere». (https://www.rodolfobosi.it/larsenale-e-un-bene-della-citta-il-commissario-non-puo-decidere/)
Ad essi ha fatto seguito l’11 dicembre 2014 un articolo dal titolo “L’ARSENALE DIVENTERÀ UN CENTRO COMMERCIALE?” (https://www.rodolfobosi.it/larsenale-diventera-un-centro-commerciale/)
Allo stesso argomento è dedicato ora un articolo di Alberto Vitucci pubblicato il 9 gennaio 2015 su “Eddyburg”.
E adesso tocca all’Arsenale.
L’inchiesta giudiziaria e il commissariamento del Consorzio Venezia Nuova (Cvn) potrebbero avere conseguenze anche su una delle zone storiche e monumentali più antiche della città.
Ben 48 ettari di edifici e spazi acquei che adesso appartengono al Comune, ma sono in parte in concessione alla Marina militare, alla Biennale e imprenditori privati.
Fra gli inquilini privati c’è proprio il Cvn che nel 2013 ha traslocato nella parte nord dell’Arsenale dove era già la sua controllata Thetis, società di progettazione.
Una concessione illegittima, secondo le associazioni come Italia Nostra, che hanno presentato esposti e diffide.
Perché, secondo il piano regolatore, quell’area di città era destinata a uso pubblico.
II vecchio progetto del Cvn puntava a trasformare i tre bacini di carenaggio, dove un tempo si costruivano le navi che fecero grande la Serenissima, nella zona di rimessaggio per le paratoie del Mose.
Dopo gli arresti e l’estromissione dei presidente del Consorzio Giovanni Mazzacurati, il neopresidente Mauro Fabris aveva manifestato l’Intenzione di spostare le officine per la manutenzione delle dighe mobili a Marghera, nell’area bonificata ex Pagnan, che è già servita come deposito per Il Mose durante le operazioni dì assemblaggio.
In questo modo sarebbe stata restituita alla collettività una parte importante dell’Arsenale, che oggi può essere visitato soltanto negli spazi a sud (Gaggiandre, Corderie e Tese).
II problema si ripropone adesso con l’entrata in scena dei commissari governativi messi alla guida del Cvn, Luigi Magistro e Francesco Ossola.
Attraverso Forum Arsenale, la cittadinanza ha espresso parere contrario a una decisione dei Comune, anch’esso commissariato, sull’argomento.
Il blitz per affidare in concessione (19 anni rinnovabili) i bacini e tutta l’area Nord al Cvn e alla sua controllata Palomar era scattato nell’autunno del 2005.
II Demanio aveva siglato l’atto a Roma, a insaputa del Comune.
Soddisfatto l’allora governatore Giancarlo Galan: «I bacini? Serviranno per movimentare i cassoni dei Mose».
Adesso si fa strada l’ipotesi del trasloco.
A Marghera o addirittura a Malamocco, dove sono stati costruiti i cassoni in calcestruzzo del Mose.
II trasferimento si tradurrebbe in un corposo risparmio per le casse dello Stato.
Dieci milioni solo per le nuove infrastrutture previste, altrettanti per i minori costi del trasporto via mare.