Agli inizi del mese di maggio del 2010 l’allora Assessore al Commercio Davide Bordoni ha fatto sapere di avere attivato l’indirizzo di posta elettronica segnalazioniaffissioni@comune.roma.it per permettere ai cittadini di segnalare gli impianti pubblicitari “non desiderati”: con Nota VAS prot. n. 16 del 14 maggio 2010 il dott. arch. Rodolfo Bosi ha fatto presente che l’associazione VAS si stava già battendo da 10 anni contro il fenomeno dell’abusivismo commerciale a Roma ed era pertanto fortemente interessata ad un filo diretto con l’amministrazione comunale per essere messa in condizione di segnalare però tutti i cartelloni pubblicitari installati in violazione della normativa vigente in materia e non certo gli impianti “non desiderati”.
Da allora ad oggi il dott. arch. Rodolfo Bosi si è trovato a fare proprie anche le moltissime segnalazioni trasmesse all’associazione VAS da cittadini che volevano mantenere l’anonimato, arrivando a trasmettere ben 441 segnalazioni anche agli indirizzi di posta elettronica di tutti gli altri soggetti istituzionali a vario titolo interessati.
megaimpianto in via Laurentina 853 sanzionato fin dal 2 dicembre del 2010
Dai Gruppi di Polizia Locale di Roma Capitale che hanno ritenuto di dare alle segnalazioni di VAS il seguito che è dovuto ai sensi della legge n. 241/1990 il dott. arch. Rodolfo Bosi è stato messo al corrente del numero degli impianti da loro sanzionati (addirittura fin dall’anno 2009) con la redazione del Verbale di Accertata Violazione (V.A.V.) trasmesso al Gruppo Sicurezza Sociale Urbana (G.S.S.U.) competente per il seguito di competenza, che non risulta però esserci stato nella maniera dovuta dal momento che a tutt’oggi non risultano ancora rimossi né oscurati quanto meno 104 impianti pubblicitari, di cui si rimette di seguito in allegato l’elenco con le relative segnalazioni corredate dalle foto e dalla copia delle risposte che sono state fornite per ognuno di essi.
Impianti pubblicitari sanzionati ma non ancora rimossi
megaimpianto tra via Cristoforo Colombo e via Pontina sanzionato il 14 agosto del 2011
Il vigente “Regolamento comunale in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni” prescrive l’obbligo per il dirigente del Servizio Affissioni di trasmettere una lettera “al trasgressore e al soggetto pubblicizzato” (4° comma dell’art. 31) con l’invito-diffida a “rimuovere l’impianto abusivo o difforme entro dieci giorni dalla notificazione”, decorsi inutilmente i quali “con determinazione dirigenziale viene disposta la eventuale rimozione forzata d’Ufficio, a spese del trasgressore” (5° comma dell’art. 31).
impianto in piazzale degli Eroi sanzionato ad ottobre del 2011
Il Regolamento comunale stabilisce inoltre che “in tutti i casi i competenti Uffici comunali possono provvedere altresì alla copertura immediata della pubblicità irregolare e possono disporre, …, il sequestro cautelare degli impianti abusivamente utilizzati che non siano di proprietà comunale, anche prima della loro materiale rimozione” (6° comma dell’art. 31).
megaimpianto in via Cristoforo Colombo altezza ponte dell’Industria sanzionato a gennaio del 2012
Ne deriva che per i 104 impianti pubblicitari sanzionati dovrebbe essere stato trasmesso ormai da tempo alle ditte pubblicitarie interessate l’invito-diffida a rimuovere i propri impianti a loro cure e spese, che non è stato evidentemente rispettato, senza però che all’inottemperanza sia seguita non solo la dovuta rimozione forzata d’ufficio, ma anche la preventiva copertura della pubblicità irregolare che continua tuttora ad essere illecitamente sfruttata su tutti i suddetti impianti .
La precedente amministrazione al governo della Capitale ha giustificato le mancate rimozioni forzate d’ufficio attribuendo la loro causa alla mancanza dei fondi occorrenti per anticipare le spese di queste operazioni, che ha sempre preso dalle entrate correnti del bilancio comunale del tutto indebitamente, considerato che il vigente Regolamento comunale prescrive l’obbligo di applicare una “indennità” pari al Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) ed una sanzione amministrativa pecuniaria non inferiore né superiore al doppio del C.I.P., da applicare non solo alla ditta titolare dell’impianto, ma anche agli inserzionisti ed addirittura ai soggetti che producono o vendono il bene o servizio oggetto di pubblicità (1° comma art. 31): la mancata copertura della pubblicità irregolare è stata parimenti giustificata non solo con le stesse ragioni, ma anche come precisa scelta discrezionale del Comune, considerato che l’oscuramento è per norma “possibile” ma non obbligatorio.
La rimozione di un impianto pubblicitario abusivo viene a costare al massimo intorno ai 400 euro, che è una cifra comunque più bassa della sanzione minima che viene usualmente applicata e che è attualmente di 419 euro (11° comma dell’art. 23 del D.Lgs. n. 285/1992), ma che potrebbe essere in taluni casi anche di 1.376,55 euro, da far pagare in via solidale anche dal soggetto pubblicizzato (12° comma dell’art. 23 del D.Lgs. n. 285/1992).
Ne deriva che le spese occorrenti da anticipare per la rimozione forzata d’ufficio degli impianti pubblicitari debbono essere pagate con i soldi non certo dei contribuenti, ma del trasgressore e/o dell’inserzionista che quindi debbono a loro volta essere incassati prima della rimozione, per evitare in tal modo che i suoi costi vengano anticipati dal Comune proprio con i fondi pubblici.
Nel corso della audizione della Commissione Commercio che si è svolta il 21 novembre scorso il dott. Francesco Paciello ha fatto sapere a tal ultimo riguardo che non si possono a suo giudizio effettuare le rimozioni forzate d’ufficio perché nella casse del Comune ci sarebbero al momento soltanto circa 600 euro: la circostanza attesta da un lato che l’amministrazione comunale continua a sostenere queste spese prelevandole tuttora indebitamente dalle entrate correnti del bilancio comunale e che dall’altro lato non sarebbero state tuttora incassate nemmeno le sanzioni dovute per tutti i 104 impianti pubblicitari sanzionati o peggio ancora che sarebbero state stornate per pagare le rimozioni di altri impianti per i quali a loro volta non sarebbero state preventivamente incassate sia le indennità che le sanzioni.
Indipendentemente dalle giustificazioni portate, è un dato oggettivo ed inconfutabile che la precedente amministrazione al governo della Capitale ha di fatto permesso che una buona parte dell’illegalità diffusa restasse impunita e che dilagasse addirittura ancor di più il fenomeno dell’abusivismo tristemente noto con la spregevole definizione di “cartellopoli” che continua a deturpare il decoro della città di Roma ed offendere l’immagine della capitale d’Italia.
Con Nota VAS prot. n. 26 del 9 dicembre 2013 il dott. arch. Rodolfo Bosi ha chiesto in particolare all’On. Sindaco Ignazio Marino di voler porre un freno immediato alla “cartellopoli” che imperversa in città, dando un significativo segnale di inversione di tendenza rispetto al passato, a partire dalla immediata copertura della pubblicità irregolare dei 104 impianti pubblicitari elencati nell’allegato alla presente, da mantenere per tutto il tempo che sarà necessario per incassare le dovute sanzioni a copertura delle spese da anticipare per le rimozioni forzate d’ufficio.
Staremo a vedere.