Una delle materie da me trattate in questo sito con più frequenza ed approfondimento è il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP) così come redatto dalla S.p.A. “Aequa Roma”, di cui la Commissione Commercio ha preso l’impegno (finora disatteso) di scegliere la proposta di modifiche ed integrazioni fra tutte quelle presentate entro il 17 dicembre 2013 ed elencate in estrema sintesi in un articolo da me redatto e pubblicato su questo stesso sito il 20 dicembre 2013 (https://www.rodolfobosi.it/consuntivo-delle-osservazioni-e-delle-proposte-presentate-di-modifiche-ed-integrazioni-al-piano-regolatore-degli-impianti-pubblicitari-prip-di-roma/).
A distanza di quasi un mese esatto anche sul sito “Esterniamo” il 22 gennaio 2014 è stato pubblicato un articolo sullo stesso argomento (http://www.esterniamo.it/proposte-di-modifica-e-integrazioni-al-prip-ecco-come-si-vuole-cambiare-il-piano/) che elenca però solo le proposte presentate dalle 3 associazioni di categoria AAPI (Associazione Aziende Pubblicitarie Italiane), AIPE (Associazione Imprese Pubblicità Esterna) e SPAR (Società Pubblicitarie Associate Romane) e dalla ditta Clear Channel, per contrapporre strumentalmente ad esse alla fine la proposta unitaria delle associazioni VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori in modo volutamente distorto e limitativo che appare intenzionalmente finalizzato al suo discredito e che rasenta la diffamazione in particolare di VAS.
A tutela della dignità e dell’immagine del Circolo Territoriale di Roma di VAS, di cui sono il responsabile, il 24 gennaio 2014 ho trasmesso per posta elettronica il seguente messaggio indirizzato alla Direzione di “Esterniamo” e per conoscenza ai rappresentati di AAPI e AIPE e delle ditte Clear Channel, IGP Décaux, SCI, AP Italia, APA e Moretti Pubblicità.
<<Sul sito www.esterniamo.it il 22 gennaio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Proposte di modifica e integrazioni al PRIP. Ecco come si vuole cambiare il Piano”, in cui si chiama in causa l’associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS) ed il Circolo Territoriale di Roma di cui sono responsabile, sostenendo in modo denigratorio che la proposta di modifiche ed integrazioni al PRIP da me elaborata assieme alla associazione “Basta Cartelloni – Francesco Fiori” (dalla cui presentazione sono stati estrapolati strumentalmente solo 3 passaggi ad hoc) “si pone quantomeno in contrasto con i buoni propositi sopracitati, giacché triplica, di fatto, le dimensioni degli impianti attualmente consentiti” e che “la cosa che stona è che a sottoscriverla sia un’associazione che si definisce verde e ambientalista”.
Premesso che l’associazione VAS non ha nulla a che vedere e spartire con il gruppo politico dei “Verdi”, non posso non mettere in evidenza che nell’articolo si parla della “proposta riservata per la Zona B e, in particolare, per la sottozona B1 relativa alla città storica ossia alla parte più pregiata del centro storico”: il passo denota quanto meno l’estrema “ignoranza” (nel senso offensivo di chi non sa), se non anche una malcelata strumentalità, perché confonde il “centro storico” della città di Roma, che corrisponde all’ex I Municipio (di 1.500 ettari circa) e che dal 1980 è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, con la “città storica” così come individuata dal vigente P.R.G. del Comune di Roma (di 5.000 ettari circa) che ricomprende al suo interno il “centro storico” che è quindi lui la parte più pregiata della città storica e non l’esatto contrario che l’anonimo estensore dell’articolo vorrebbe far credere ai lettori del sito.
centro storico di Roma (I Municipio) dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità
città storica di Roma individuata dal P.R.G.
Per quanto riguarda poi il presunto “contrasto con i buoni propositi sopracitati, giacché triplica, di fatto, le dimensioni degli impianti attualmente consentiti”, chi ha redatto l’articolo (ci si augura in perfetta buona fede e comunque non sotto dettatura) dimostra oggettivamente di non essersi accorto che la proposta unitaria tende a modificare ed integrare il PRIP così come redatto dalla S.p.A. “Aequa Roma” che in violazione della lettera A) del 1° comma dell’art. 20 del vigente Regolamento comunale in materia di pubblicità (che prescrive l’obbligo di classificare l’intero territorio comunale secondo le stesse 5 zone omogenee del P.R.G., vale a dire “la città storica”, “la città consolidata”, la “città da ristrutturare”, la “città della trasformazione” ed “il territorio non urbanizzato”) destina a sottozona B1 soltanto il “centro storico” dove lo schema normativo del PRIP consente solo impianti SPQR per affissioni esclusivamente di tipo istituzionale, paline SPQR, paline con orologio ed impianti sui parete cieca.
La modifica ed integrazione della proposta unitaria rispetta le stesse classificazioni del P.R.G. prescritte dal Regolamento, ma differenzia la sottozona B1 relativa al “centro storico”, dove consente esclusivamente impianti SPQR per affissioni istituzionali (a differenza del PRIP che vi autorizza anche paline SPQR e paline con orologio, oltre che impianti su parete cieca), dalla sottozona B1 relativa al territorio della “città storica” al di fuori del “centro storico” dove vengono consentiti gli impianti riportati nell’articolo per affermare in modo del tutto strumentale che questa proposta triplicherebbe le dimensioni degli impianti attualmente consentiti, senza però darne dimostrazione alcuna.
Si fa presente che, al di fuori del “centro storico” (I Municipio), la rimanente “città storica” di 3.500 ettari circa destinata a sottozona B1 ricomprende gli interi ex Municipi II, III e XVII, porzioni continue dei Municipi IV, IX, XII, XVI e XVIII e porzioni distaccate dei Municipi V, VI, VII, X e XI ed è pari al 3,9% dell’intero territorio comunale di 129.000 ettari.
Il PRIP così come redatto da “Aequa Roma” destina i suddetti 3.500 ettari circa di “città storica” a sottozona B2 dove lo schema normativo consente 11 tipologie diverse d’impianto e per giunta con dimensioni massime di mt. 3,00 x 2,00, mentre la proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori riduce ad 8 il numero delle tipologie ammesse per impianti che non possono comunque superare le dimensioni massime di mt. 1,20 x 1,80 (ad eccezione di “cartelli” SPQR di mt. 3,00 x 1,40 riservati ad ogni modo esclusivamente a comunicazioni di tipo istituzionale).
L’affermare quindi come fa l’articolista di “Esterniamo” che questa proposta triplicherebbe le dimensioni degli impianti attualmente consentiti è una pura falsità che rasenta la diffamazione, a maggior ragione se si considera che nel territorio classificato dal P.R.G. come “città storica” risultano attualmente installati impianti pubblicitari di dimensioni anche di mt. 4,00 x 3,00.
Lo stesso intento denigratorio si ravvisa nel passo finale in cui si scrive che “inoltre le Associazioni ambientaliste si preoccupano di indicare al Comune la necessità che i Piani di Localizzazione siano redatti dalla medesima società che ha predisposto il PRIP (Aequaroma), anche se non è dato comprendere a che pro”.
Premesso che “Basta Cartelloni – Francesco Fiori” non è una associazione riconosciuta ufficialmente come “ambientalista”, anche perché è nata da un comitato di cittadini a cui sta particolarmente al cuore il decoro della città di Roma inteso in senso lato, si fa presente che l’affidamento dei Piani di Localizzazione allo stesso soggetto che ha redatto il PRIP ha l’evidente doppio vantaggio di accorciare da un lato i tempi di redazione di tutti e 15 i Piani di Localizzazione proposti (perché si tratta di approfondire ulteriormente un territorio già studiato) e di far risparmiare dall’altro lato i costi della redazione (dal momento che quelli relativi agli studi preliminari sono stati già assorbiti dai costi del PRIP).
Non si può infine non rilevare quanto sia “lapalissiana” anche la conclusione dell’articolo secondo la quale “è infatti evidente che debba essere l’Amministrazione a individuare chi e come dovrà predisporre tali delicati strumenti di pianificazione”: cela malamente l’ennesima intenzione denigratoria perché fa finta di ignorare che si tratta pur sempre di “una proposta” e non certo di una pretesa di scavalcare ruoli e funzioni del Comune a cui spetta la scelta finale.
Anche a voler separare le responsabilità personali di chi ha scritto l’articolo a nome del sito www.esterniamo.it dall’AIPE che se ne dichiara però “collaboratrice”, il tono conclusivo di questo articolo appare ancor più inaccettabile se si considera che la sig.ra Daniela Aga Rossi che è Presidente dell’AIPE ha partecipato a ben 2 riunioni che sono state tenute il 28 maggio 2013 ed il 12 novembre 2013 per discutere assieme a VAS ed a Basta Cartelloni-Francesco Fiori proprio della proposta unitaria da loro elaborata congiuntamente.
Specie nel corso della 1° riunione è stata ritenuta eccessiva anche da parte della sig.ra Aga Rossi oltre che dell’associazione di categoria AAPI l’esclusione degli impianti pubblicitari privati nel “centro storico” ed è stata manifestata l’esigenza di una maggiore elasticità, per cui al confronto con l’articolo di cui si tratta appare quanto meno contraddittoria se non addirittura volutamente denigratoria l’accusa di avere triplicato le dimensioni degli impianti attualmente consentiti nei 3.500 ettari circa della “città storica”.
L’accusa appare ai miei occhi ancor più offensiva se si considera che sto ancora aspettando da parte del Direttore Generale dell’A.I.P.E. dott. Ettore Corsale una risposta al messaggio di posta elettronica che ho trasmesso il 20 dicembre del 2013 e non accetto quindi nella maniera più assoluta che la “risposta” mi venga data indirettamente tramite un articolo del genere che peraltro tace sulla sostanza di tutte le altre modifiche ed integrazioni contenute nella proposta unitaria.
Per un opportuno confronto sulla oggettività dell’informazione che dovrebbe essere sempre obbligatorio dare rimetto in allegato l’articolo da me redatto sul “consuntivo delle osservazioni e delle proposte presentate ..” entro il 17 dicembre 2013, che è stato pubblicato sul sito www.vasroma.it il 20.12.2013.
Per le ragioni esposte non ritengo che un articolo di tale basso stampo possa continuare ad ingenerare discredito nei confronti tanto della associazione VAS quanto della associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori: si chiede pertanto alla Direzione del sito www.esterniamo.it di pubblicare quanto prima integralmente la suddetta rettifica.
Si fa presente che l’obbligo di rettifica e il corrispettivo diritto di chiedere la rettifica è un obbligo previsto dal nostro ordinamento giuridico a carico dei giornalisti ed anche di altre figure assimilate: si tratta di rettificare notizie non veritiere o comunque ritenute lesive della dignità e dell’onore altrui, previste dall’art. 8 della legge n. 47 dell’8 febbraio 1948 e successive modifiche e integrazioni.
Qualora non venisse pubblicata la presente rettifica, mi riservo di chiedere a nome di VAS alla Procura della Repubblica di volere accertare se nei contenuti dell’articolo in questione si possano ravvisare gli estremi della diffamazione a messo stampa ai sensi del 3° comma dell’art. 595 del Codice Penale.>>
Lo scopo della suddetta rettifica non è solo quello di tutelare la dignità di VAS e la sua conseguente immagine, ma anche quello di impedire che i lettori di “Esterniamo” nell’ignoranza degli esatti contenuti della proposta unitaria di VAS e Basta Cartelloni-Francesco Fiori prendano per buone in perfetta buona fede le critiche che sono state portate nell’articolo in questione: anche il presente articolo ha le stesse dichiarate finalità di fare opera di contoinformazione.
Su questo stesso sito il 16 dicembre 2013 ho pubblicato un articolo dal titolo “l’informazione di parte del nuovo blog Esterniamo” (https://www.rodolfobosi.it/linformazione-di-parte-del-nuovo-blog-esterniamo/) mettendo in evidenza che questo nuovo sito ha come slogan la seguente affermazione: “Esterniamo non è polemica selvaggia. Esterniamo è notizia”.
Nell’articolo ho dovuto tutelare la dignità della mia persona e di VAS da un attacco che già mi si portava in modo nascosto, senza mai citare direttamente né me né l’associazione, perché in modo molto scorretto l’anonimo autore di quell’articolo “trattava” solo di ciò che gli era parso più opportuno per fare “notizia” dando una informazione obiettivamente di parte (presentata come “chiarimenti sulla sentenza” del Consiglio di Stato da me illustrata), che era ancora più inaccettabile perché venivo chiamato in causa direttamente quanto meno in diversi passaggi (pur senza indicare mai il mio nome e cognome).
Per le suddette ragioni in quell’articolo mi sono trovato a concludere che “non si può non riconoscere che quanto meno nel suddetto passaggio il blog ha tradito le finalità che si è prefisso e che erano di certo quelle di non fare “polemica selvaggia”.
Lo stesso giorno della sua pubblicazione ho trasmesso l’articolo ai responsabili di “Esterniamo” con l’invito testuale <<a portare per il futuro non solo un maggiore rispetto reciproco, ma a proseguire il confronto democratico auspicato in un articolo dello stesso blog per arrivare ad una “mediazione” che “può e deve esserci, per il bene del territorio, dei cittadini e dell’economia della città di Roma“>>.
A quel messaggio non mi è stata data a tutt’oggi alcuna risposta diretta e dall’articolo in questione non traspare nessun maggiore rispetto: evidentemente ai responsabili del sito “Esterniamo” e della associazione AIPE che collabora con loro non interessa nessuna “mediazione” né più di tanto “il bene del territorio, dei cittadini e dell’economia della città”.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi