Foto d’archivio
Il Vertice di pace per l’Ucraina si conclude in Svizzera riaffermando la necessità di difendere i principi di “sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati” e mettendo nero su bianco che “il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra“. I
l comunicato finale non è stato firmato da tutti i partecipanti: la lista dei 12 che si sono sfilati comprende pesi massimi come India e Arabia Saudita.
India, Arabia Saudita, Sud Africa ed Emirati Arabi Uniti, che intrattengono tutti importanti rapporti commerciali con la Russia in quanto membri del gruppo economico BRICS, hanno partecipato all’incontro del fine settimana ma non hanno accettato di firmare la dichiarazione congiunta.
Le richieste inaccettabili di Putin
La prima conferenza di pace (senza né Russia, non invitata, né Cina, suo principale sostenitore) afferma l’importanza dell’integrità territoriale ucraina.
Una chiara risposta a Putin, che vuole quattro grandi regioni.
Mosca in due anni e quattro mesi di guerra non ha conquistato nessun capoluogo di una oblast ucraina.
In cambio del cessate il fuoco chiede grandi centri come Zaporizhzhia e Kherson e vaste zone di territorio: impensabile, ovviamente.
Ci si aspettava che tutte le delegazioni avrebbero approvato una condanna dell’invasione russa.
Così non è stato.
E ora che accadrà?
Kiev è pronta “anche domani” a colloqui di pace con la Russia se Mosca ritirasse le truppe da tutto il territorio ucraino, ha detto il presidente Volodymyr Zelenskyj.
Ma, contestualmente, ha detto che il presidente russo non porrà fine alla guerra e deve essere fermato “in ogni modo possibile“, sia con mezzi militari che diplomatici.
Un secondo summit in Arabia Saudita?
L’Occidente, dagli Usa alla Gran Bretagna e l’Europa fino al Giappone, sostiene senza tentennamenti l’Ucraina, il cosiddetto Sud Globale sembra ancora lontano.
Il presidente russo Vladimir Putin potrebbe essere autorizzato a partecipare a un potenziale secondo vertice di pace globale nonostante il mandato d’arresto emesso contro di lui dalla Corte penale internazionale (Cpi), ha detto ieri sera la presidente svizzera Viola Amherd citata dai media ucraini.
“Solo pochi giorni fa si diceva che l’Arabia Saudita non sarebbe nemmeno venuta – ha detto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba -. Il fatto che fosse qua dimostra che è impegnata nel processo di pace: è nella partita“.
L’obiettivo è un secondo summit, aperto anche alla Russia.
Proprio l’Arabia Saudita è considerato possibile ospite.
Prodi: “Fino a elezioni Usa il dialogo non inizierà“
Il documento finale del vertice chiede il ripristino del controllo ucraino sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente occupata dalla Russia.
Si riferisce anche all’invasione della Russia come a una “guerra“, un’etichetta che Mosca ha rifiutato.
E si chiede lo scambio di tutti i prigionieri e la restituzione dei bambini rapiti dalla Russia.
La strada verso la fine della guerra in Ucraina è ancora lunghissima.
“E’ drammatico dirlo, ma temo che in Ucraina in qualche modo tutti prendano tempo“, ha detto Romano Prodi domenica all’evento Repubblica delle idee, ribadendo che su tutto pesa l’attesa per l’esito delle elezioni negli Stati Uniti in autunno.
“E’ giusto che comincino a parlarsi e a ribadire la solidarietà, però come si fa a fare la pace se non c’è dialogo tra Usa e Cina e finché non ci saranno le elezioni temo che il dialogo non inizierà“.
La guerra, intanto, è arrivata al giorno numero 845.
L’unica certezza dell’Occidente è che la pace non può essere né assomigliare in alcun modo a una resa dell’Ucraina.
(Articolo di A. M., pubblicato con questo titolo il 17 giugno 2024 sul sito online “Today Mondo”)