Un documento di quattordici pagine per raccontare tutti gli interventi da portare avanti per riqualificare il quartiere, come alternativa al modello Caivano.
A proporlo sono gli attivisti e le attiviste del comitato Quarticciolo ribelle, che hanno messo a punto le proposte, con il contributo del Laboratorio di studi urbani della Sapienza e insieme alle realtà sociali attive sul territorio, dalla Palestra popolare al Doposcuola.
“Ci abbiamo messo quasi 10 anni a costruire il nostro piano – spiegano dal comitato -. Per questo non possiamo lasciare in mano a una progettazione da realizzare in 60 giorni e al commissariamento il cambiamento di Quarticciolo, come vorrebbe il modello Caivano.
Perché il problema della sicurezza, della difficoltà di vivere il nostro quartiere sempre crescente, non si può risolvere con le operazioni ad alto impatto e il giorno dopo tutto ritorna come prima”.
Il piano del comitato
“Gli ultimi interventi urbanistici da parte del Comune di Roma sul Quarticciolo – spiegano gli attivisti – risalgono a quindici anni fa.
I loro limiti rivelano una visione poco lungimirante della politica urbanistica intesa solo come rigenerazione architettonica invece che un intervento in ottica di sviluppo materiale e immateriale, attento ai bisogni di chi vi abita e in collegamento con il resto dell’Urbe.
In alcuni casi, le opere che sono state pensate a partire dai primi anni 2000 di fatto hanno avuto un impatto sul territorio solo dal punto di vista architettonico, in altri non sono mai state concluse”.
In parallelo “il cantiere per la riqualificazione di piazza del Quarticciolo, durato dieci anni, così come la trasformazione del mercato rionale in teatro-biblioteca ha contribuito alla desertificazione del quartiere”.
Contro questo stato di cose, Quarticciolo ribelle propone: la riqualificazione del parco Modesto di Veglia (per cui il cantiere si è aperto nel novembre del 2024 e gli interventi sono ancora in corso); lo sblocco del cantiere per realizzare il nido di via Locorotondo, il potenziamento dell’offerta formativa della scuola di via Pirotta, già indebolita dal piano di dimensionamento del 2024/25; l’apertura di più sportelli per le pratiche anagrafiche e il potenziamento del personale, in particolare degli assistenti sociali, della sede municipale di viale Palmiro Togliatti e l’apertura di un mercato rionale nella piazza principale del Quarticciolo.
La strada dello sport
Un’altra proposta, contenuta nel piano, è la realizzazione di una strada dello sport come “una successione di spazi che metta a sistema la palestra popolare ubicata nella Casa di Quartiere, il parchetto Modesto di Veglia, il lotto verde di fronte, la piscina comunale e il campo da calcio: l’esito sarebbe la riattivazione di una sequenza di spazi per attività sportive in una delle aree percepite come più insicure nella zona, attirando anche utenti (ed economie) dai quartieri limitrofi”.
Nella strada dello sport sarebbero dunque da includere: la piscina comunale di via Trani (ancora inaccessibile, ma per cui il Comune ha annunciato un piano di recupero lo scorso aprile), il campo da calcio di via Prenestina 521, il parco di via Manduria, la Casa di quartiere di via Ugento 30 (per cui gli attivisti chiedono la regolarizzazione).
Gli attivisti chiedono, inoltre, un supporto e un rilancio delle economie locali attraverso interventi di rigenerazione urbana infrastrutturali.
Il piano del comitato Quarticciolo Ribelle
Il patrimonio Ater
Un capitolo a parte del piano, poi, è dedicato al patrimonio Ater del quartiere.
In questo caso le proposte di interventi seguono due direzioni: una riguarda gli interventi da effettuare in forma prioritaria sugli stabili (a partire dal progetto di riqualificazione delle palazzine di via Ugento), l’altra la regolarizzazione degli inquilini.
E poi, per sostenere le realtà commerciali ancora attive nel quartiere e favorire la nascita di nuove proposte, l’idea è realizzare una rete di impresa che, spiegano gli attivisti “potrebbe essere caratterizzata da una filiera del cibo che metta in sinergia diverse realtà di Roma Est , comprese quelle afferenti al parco della Mistica.
Nel quartiere, inoltre, la rete di impresa potrebbe essere coniugata alla creazione di una cooperativa di comunità”.
Altri capitoli del piano sono poi dedicati alla salvaguardia del consultorio di via Manfredonia e al progetto di recupero dell’ex questura di via Ostuni, dove è attualmente allestito il progetto del doposcuola popolare.
“Vogliamo un cambiamento radicale – spiegano dal comitato – un quartiere vivo, pensato per dare opportunità e luoghi di incontro alle ragazze e ai ragazzi, progetti produttivi per gli abitanti, serrande aperte”.
Gli attivisti lo ribadiranno anche nel corteo del primo marzo, il secondo appuntamento, dopo l’assemblea pubblica del 19 gennaio, per opporsi al modello Caivano.
(Articolo di Giulia Argenti, pubblicato con questo titolo l’8 febbraio 2025 sul sito online “Roma Today”)