L’edificio costruito all’interno del cantiere a largo di Villa Bianca
Un intero quartiere aspetta il 18 ottobre.
È la data in cui il Tribunale amministrativo regionale si esprimerà sul ricorso del comitato Villa Bianca contro la realizzazione di tre palazzine all’interno dell’area in cui, fino ai primi anni Duemila, sorgeva la clinica privata Villa Bianca.
Il Nemorense, quadrante popoloso (ma non popolare) incastonato nel Trieste/Salario, ha accolto la notizia di un nuovo intervento edilizio come una sciagura e così negli ultimi mesi si è costituito un gruppo di cittadini che ha impugnato il permesso di costruire: “L’aumento volumetrico è del 300%, impossibile accettare uno scempio simile” è il succo della contestazione.
E così tra 20 giorni si saprà se i giudici riterranno opportuno sospendere l’iter per vederci chiaro, oppure no.
Le palazzine di Villa Bianca arrivano in Campidoglio
Nel frattempo si è svolta mercoledì 27 settembre la prima commissione capitolina urbanistica sul tema, convocata dal presidente Tommaso Amodeo.
Il direttore del dipartimento, Fabrizio Mazzenga, ha fatto la cronistoria dell’iter amministrativo che ha portato al rilascio del permesso di costruire e alla richiesta di variante, attualmente in sospeso: “Il permesso è di fine 2022 – spiega – e viene emesso sulla base di un’istruttoria che si è conclusa uno o due anni prima, ma per ritardi dipendenti dal beneficiario, i tempi si allungarono.
Poi ad aprile 2023 cambia la proprietà dell’area (ora del fondo Green Stone, ndr) e quindi viene volturato anche il permesso, al quale succede una variante che dal nostro punto di vista rappresenta un miglioramento estetico del progetto.
Tutta l’istruttoria ad oggi è ferma, era quasi arrivata al termine ma c’è un ricorso e quindi fino al 18 ottobre non si farà nulla“.
Il Piano Casa alla base del progetto.
Gli uffici: “Su variante ulteriori verifiche“
A portare al progetto delle tre palazzine, un misto tra normale edilizia residenziale e social housing, spazi per il co-working ed esercizi commerciali, è stata l’applicazione della legge regionale detta “Piano Casa”, introdotta nel 2009 e modificata nel 2011: “Con questo emendamento – ricordano dal dipartimento urbanistica – si sono permessi implementi e completamenti edilizi anche per titoli scaduti. Il procedimento dell’ex clinica Villa Bianca si inserisce in questa tipologia di procedimento.
Parliamo infatti di un permesso di costruire del 2005 per ampliare la clinica, è stata presentata una variante, ma i lavori non sono mai stati completati (all’epoca la vecchia proprietà si limitò a demolire l’ex clinica e poi bonificare l’area dall’amianto, ndr) e di conseguenza il titolo edilizio è scaduto.
Con l’entrata in vigore del Piano Casa, si sono riaperti i termini e così la proprietà ha presentato domanda per il completamento e il cambio di destinazione d’uso“.
Non più una clinica più grande e moderna, ma un palazzone “a L“, considerato oltre il brutto un po’ da tutti.
Nonostante ciò, la conferenza dei servizi è andata a buon fine, con la Regione Lazio che ha dato parere favorevole: “Ma la variante è successiva, non era tema di conferenza – specificano dagli uffici in commissione -, nonostante ciò, anche se non dovuto, abbiamo chiesto ulteriore parere della Regione e si sono avviate verifiche anche da parte nostra“.
Il “mistero” della casupola tirata su in pochi mesi
Nel corso della commissione è emerso anche un piccolo “mistero”.
Cos’è quella struttura bianca, tirata su in pochi mesi proprio all’ingresso dell’area di cantiere?
Se lo chiedono i residenti, ma anche i consiglieri municipali.
A fare la domanda è Barbara Auleta (Sinistra Civica Ecologista), esponente di maggioranza nel II municipio: “È qualcosa di differente da quanto previsto – esordisce – ed è arrivato a due piani.
Non si sa cosa sia, quale sia la sua funzione.
Le opere non dovrebbero essere sospese?“.
Dal dipartimento urbanistica non arriva una risposta sull’identità dell’edificio, ma viene fatta chiarezza sulla legittimità della costruzione: “La sospensione è solo per la variante, il permesso di costruire è valido – dicono – e se ci sono attività diverse da quelle in variante, possono essere oggetto di una richiesta di approfondimento da parte del municipio“.
La risposta la dà il fondo proprietario dell’area, interpellato da RomaToday: “Non è una palazzina di alcun tipo – fanno sapere – ma moduli rimovibili messi insieme, per i quali è stata fatta una richiesta edilizia per un edificio temporaneo che servirà come info point e ufficio vendite.
Quando sarà finito il suo compito, verrà rimosso“.
“Evidente la forzatura delle norme“
Dal comitato Villa Bianca, il presidente Carlo Merli commenta così la commissione: “Il Comune fa del sofismo – attacca – appellandosi al Piano Casa, ma è evidente che hanno formato le norme.
Se tutto fosse chiaro e trasparente, non avrebbero convocato una commissione ad hoc.
Lo sanno tutti, anche il Pd lo ha capito.
Speriamo che i giudici operino al meglio possibile, attendiamo.
Intanto hanno tagliato alberi, visto che promettono la ripiantumazione.
Ma lo potevano fare?
Chissà“.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 28 settembre 2023 sul sito online “Roma Today”)