Nel partito di Fratelli d’Italia si affilano le armi per fare la guerra al termovalorizzatore di Gualtieri.
Dopo mesi di posizioni vaghe, di uscite personali e di fughe in avanti da parte singoli gruppi, in maniera silenziosa la maggioranza del partito va compattandosi contro l’impianto previsto a Santa Palomba.
Battesimo di questa linea sarà la commissione regionale convocata per giovedì in cui saranno presenti i sindaci dell’area del futuro impianto.
Proprio dagli amministratori locali è venuta una spinta decisiva per unire tra loro le varie correnti su un deciso no.
Dopo la presa di posizione contraria da parte gruppo capitolino di luglio, anche i sindaci della zona hanno espresso, pubblicamente ma soprattutto nelle riunioni interne, il proprio malcontento per il disimpegno del partito, tanto a livello regionale quanto a livello nazionale, contro l’opera.
Mugugni che in Regione hanno gonfiato il consenso della corrente dei Gabbiani.
Guidata da Fabio Rampelli, da sempre contro l’opera ma silenziato dal resto del partito, ha visto avvicinarsi sulle sue posizioni esponenti ed aree solitamente vicine al gruppo di Lollobrigida.
Parliamo dei consiglieri vicini a Luciano Ciocchetti o quelli più autonomi.
Un gruppo via via più largo, il cui consenso ha fatto drizzare le antenne all’area Lollobrigida-Meloni, sempre attenta alla necessità di mantenere la maggioranza interna e quindi il controllo del partito.
Da qui la scelta di gettare la maschera da Ponzio Pilato per indossare quella ambientalista.
Decisiva in tal senso anche l’individuazione di un’alternativa.
La paura infatti, neanche troppo nascosta, è che dire no al termovalorizzatore oggi possa trasformarsi in un boomerang tra tre anni, quando si proverà a conquistare Roma.
“Cosa faremo con i rifiuti?“, è la domanda ricorrente a chi oggi dice no.
La risposta è arrivata tra fine giugno e i primi di luglio quando la società NextChem – proprietaria di una tecnologia per impianti idrogeno, per impianti già finanziati dall’Europa, progettati e pronti ad essere cantierizzati in tutta Italia, Roma compresa – ha organizzato una serie di incontri pubblici ai quali hanno partecipato diverse forze politiche.
Folgorati sulla via dell’idrogeno, pressati dagli amministratori locali, e perennemente in lotta per i consensi interni, in automatico la linea si è compattata sul no all’impianto annunciato di Gualtieri, in favore proprio della futura Hydrogen Valley.
A frenare tutto ad oggi sono però i poteri speciali, quelli che Gualtieri ha ottenuto dal precedente governo e in forza dei quali ha autorizzato il termovalorizzatore.
Da un punto di vista politico il posizionamento deciso contro il no riaprirebbe una ferita aperta nel centrosinistra, con Conte e il M5S a dire no all’opera e la Schlein costretta ad ingoiare un rospo indigesto per non veder saltare uno degli ultimi baluardi di governo, quello della città di Roma.
Contemporaneamente la linea sul no al termovalorizzatore traccerebbe una strada, quella verso l’idrogeno, in realtà già chiaramente segnata senza l’aiuto di Fratelli d’Italia.
Impianti, quelli della Nextchem, programmati in tutta Italia, Roma compresa, in modo complementare con il termovalorizzatore con il quale non c’è alcuna contrapposizione.
In particolare la Hydrogen Valley di Roma nelle intenzioni sarà pronta entro il 2027.
Grazie a questo progetto, quindi, sarà possibile convertire una consistente quota di scarti indifferenziati.
Diventeranno soprattutto etanolo, visto che nella fase iniziale è previsto che i rifiuti siano trasformati in 55mila tonnellate del prezioso alcol.
Mentre sarebbero, sempre nella fase di avvio, solo 1500 le tonnellate di idrogeno prodotte.
Tuttavia con il passare degli anni, e con il crescere della domanda, l’impianto potrà arrivare a generare 20mila tonnellate all’anno di gas.
L’etanolo prodotto verrebbe impiegato per la produzione di carburante.
In Italia, a differenza di altri paesi europei anche confinanti, come la Francia, non è molto sviluppato per questa finalità.
Ma potrebbe diventarlo, soprattutto in un’ottica d’incentivare la mobilità sostenibile.
(Articolo di Matteo Scarlino, pubblicato con questo titolo il 13 settembre 2023 sul sito online “Roma Today”)