Repertorio
La fretta quasi sempre è cattiva consigliera, stavolta però Roma Capitale non può sbagliare.
Per non dover mettere in soffitta definitivamente il progetto della ciclovia, il Grab (Grande Raccordo Anulare delle Bici), il Campidoglio ha affidato ad Astral la realizzazione e dovrà finire il 20% dell’opera entro giugno 2024.
I paletti del Pnrr incombono e i 16 milioni di euro del progetto di mobilità dolce non possono essere persi.
Ma il tratto che coinvolge il II municipio quando verrà fatto?
Non si sa, per ora.
Il Grab a Roma partirà nel 2024
Durante l’ultima commissione mobilità capitolina, il dipartimento mobilità e l’agenzia Roma servizi hanno spiegato gli step delle prossime settimane, relativi alla realizzazione del Grab: entro il 31 dicembre affidamento del cantiere ad Astral, entro giugno 2024 conclusione di almeno il 20% dell’opera.
Poi, entro giugno 2026, i 50 km di ciclovia romana dovranno essere tutti realizzati.
Priorità, è stato sottolineato, verrà data ai lotti 1 e 6, cioè quelli che interessano l’asse di via San Gregorio, in pieno centro storico.
D’altronde il Giubileo è alle porte e avere una ciclovia bell’e pronta per l’arrivo dei pellegrini è un “plus” che Gualtieri non vuole gettare alle ortiche.
Circo Massimo, Colosseo, Fori e Palatino comodamente raggiungibili su due ruote.
E Villa Ada?
E via Guido Reni?
Priorità all’asse di San Gregorio
L’assessora alla mobilità del II municipio, Valentina Caracciolo, lo ha chiesto.
Ma la risposta data è stata vaga: “Stiamo valutando – dicono da Roma Servizi per la mobilità – insieme al dipartimento e ad Astral. Prioritariamente si sta pensando a far rientrare nel 20% delle opere da finire, l’asse di San Gregorio che si sposa bene con le opere giubilari“.
Si fa di necessità virtù.
La ciclovia non attraverserà Villa Ada e ci sarà un itinerario notturno
Nel frattempo, è arrivata in commissione mobilità la conferma di quanto era già emerso un anno fa: il Grab non passerà dentro Villa Ada.
Sia le battaglie delle associazioni, sia la posizione del II municipio, sono riuscite a sensibilizzare Roma Capitale che in conferenza dei servizi, tramite il dipartimento tutela ambientale, ha chiesto di non realizzare opere interne al parco storico: “Abbiamo accolto il parere del dipartimento tutela ambiente – dicono dall’agenzia della mobilità di Roma – e quindi le opere della ciclovia si fermano all’ingresso di Villa Ada, ma l’itinerario continuerà a passare nelle ville nel rispetto del regolamento del verde che non impedisce il transito delle biciclette“.
In sostanza chi percorre il Grab di giorno e arriva all’ingresso di Ponte Salario della villa, proseguirà tranquillamente al suo interno sui sentieri esistenti e in via di restyling (alcuni già conclusi) da parte del Comune.
Di notte, i tecnici hanno spiegato che si stanno pensando itinerari alternativi, per quando i parchi sono chiusi, che nel caso di Villa Ada comporterebbero la possibilità di sfruttare la ciclabile già esistente che passa sulla via Olimpica dopo aver costeggiato la Moschea.
Che è il percorso “spinto” fortemente da chi era (ed è) contro il passaggio delle bici nel parco.
Per quanto riguarda via Guido Reni, essendo previsto il passaggio della tramvia e la realizzazione di un parcheggio, la ciclovia sarà integrata: “Verrà messa nell’area centrale come da progetto di conferenza dei servizi“.
“Soluzione pilatesca, il flusso sarà comunque importante”
C’è però chi non si fa convincere dalle ultime rassicurazioni sul passaggio del Grab.
“Una posizione che già in passato avevamo definito ‘pilatesca’, in quanto finge di ignorare l’insostenibile impatto del Grab in termini di flussi ciclistici – spiega Lorenzo Grassi dell’Osservatorio Sherwood – in sovrapposizione alla normale frequentazione dei viali del parco.
Così dentro Villa Ada la ciclovia, come per incanto, scomparirà.
Anche se le biciclette (centinaia al giorno secondo le previsioni di progetto) proseguiranno ugualmente, pur dovendo attenersi all’articolo 56 del Regolamento del Verde che ne consente il transito ‘condotte a velocità moderata’, ‘con l’obbligo di dare la precedenza ai pedoni’ e prevedendo in modo specifico che in caso di particolare affollamento le biciclette vanno condotte a mano.
La notte poi, con la villa chiusa e alla faccia della promessa continuità del Grab, le biciclette dovranno passare comunque sulla ciclabile già esistente in via del Foro Italico che avevamo proposto come valida soluzione alternativa per evitare l’attraversamento del parco“.
Addio alle rampe d’accesso
C’è poi un risvolto negativo, che fa notare sempre Grassi.
Con l’interruzione del Grab fuori da Villa Ada, il Comune ha deciso di non realizzare le rampe di accesso in via di Ponte Salario e parco Rabin: “Opere importanti anche per la normale fruizione del parco – sottolinea l’attivista – che erano state ben analizzate dallo Studio Ferretti e approvate dalle Conferenze dei servizi: ora vengono scaricate nel calderone del dipartimento tutela ambientale.
In particolare i tecnici hanno spiegato che per la rampa tra via Salaria e via di Ponte Salario si è scoperto che l’area era di proprietà privata e non ci sono i tempi per un eventuale esproprio. Dunque, come ‘soluzione minima’, sarà aggiunta una canalina per aiutare le biciclette sui gradini della scalcinata rampa esistente“.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 10 novembre 2023 sul sito online “Roma Today”)