Lo stadio Flaminio abbandonato (foto d’archivio) Fine modulo
“Crediamo che la cosa più naturale del mondo sia che la Lazio faccia l’investimento sullo stadio Flaminio, per rispetto dei tifosi della Lazio e per la vocazione di quella struttura.
Crediamo che tutta la mitologia legata ai vincoli sia, nel 2023, da sminare“.
Così l’assessore a Grandi eventi, Turismo e Moda di Roma Capitale Alessandro Onorato interpellato durante la bonifica di campo Testaccio sul destino dello stadio abbandonato di Roma nord.
Quella di un progetto di riqualificazione da parte del club biancoceleste è solo una delle ipotesi che negli anni sono arrivate al Campidoglio per far rivivere l’opera.
Stando a quanto emerso in una commissione Sport convocata sul tema a inizio estate, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha effettuato un accesso agli atti per acquisire tutti i documenti che sono stati consegnati a settembre 2022 ma da allora non è arrivata nessuna proposta.
“Qualora la Lazio non volesse fare l’investimento non è certo obbligata – commenta ancora Onorato – e come amministrazione comunale ne parleremo con il Governo, perché lo stadio Flaminio non ha una vocazione di quartiere, ma ha una vocazione nazionale e internazionale“.
Tra le ipotesi c’è anche una proposta di Cassa Depositi e Prestiti, presentata ma mai ufficializzata.
Se però non dovessero arrivare progetti concreti, la strada è quella di chiedere un contributo economico al governo Meloni per rifare la struttura.
“Se i contribuenti romani si devono caricare sulle loro spalle, a differenza di quello che è avvenuto a Venezia e Firenze, il costo per rifare una struttura che varia dai 60 ai 100 milioni di euro, se permettete noi prima ci rifacciamo tutti i campi di periferia, i centri sportivi chiusi e poi capiamo se mettere i soldi lì“.
Quanto serve per riaprire l’impianto?
Non ci sono stime aggiornate, ma si parla di almeno 60 milioni di euro.
Cifre che possono aumentare o diminuire se, all’impianto, si decide di aggiungere una copertura.
Opzione che l’assessorato capitolino ha caldeggiato fortemente perché, “bisogna superare l’idea che se piove, chi ha i soldi può ripararsi, e chi non li ha debba prendersi l’acqua“.
Al momento solo una parte della tribuna d’onore presenta una copertura.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 4 novembre 2023 sul sito online “Roma Today”)