Tra il 2020 e il 2022 un’indagine archeologica ha portato alla luce scoperte di grande valore storico lungo la via Cassia, precisamente al km 11,700, poco oltre il Grande Raccordo Anulare.
Domenica 17 novembre, attraverso un open day, in programma dalle 10 alle 13, abitanti del territorio e non solo potranno scoprire la storia con i loro occhi.
I ritrovamenti archeologici sono avvenuti in un’area da cui si domina la vallata nel territorio dell’antica città di Veio, cuore dell’Etruria meridionale.
Il progetto è stato realizzato con la Eos Arc nell’ambito di un’operazione di archeologia preventiva con la committenza di Rossetti Fuel Srl.
“La Soprintendenza non si occupa solo del centro storico e di grandi di complessi archeologici – ha detto Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – ma tutela e valorizza anche le scoperte archeologiche in zone più decentrate mantenendole nel loro contesto urbano e in costante relazione con la vita degli abitanti della zona, che possono fruirne liberamente.
In questo modo, i ritrovamenti arricchiscono la città e allo stesso tempo restituiscono ai cittadini la loro storia sviluppandone il senso di appartenenza e il legame con il territorio”.
Nell’area è stato realizzato un percorso pedonale che, all’interno di una stazione di servizio, si snoda tra una tomba a camera etrusca, una strada lastricata e l’accesso alla rete di gallerie idriche ipogee che attraversano gran parte del sito e che servivano ad alimentare l’impianto termale presente sulla collina.
Un vero e proprio dialogo tra archeologia e tessuto urbano, tra storia e quotidianità, che resterà fruibile in modo permanente.
All’interno della stazione di servizio sarà possibile vedere un video che racconta lo scavo archeologico, i ritrovamenti, i lavori per la messa in sicurezza e la valorizzazione dell’area.
Il percorso è inoltre dotato di pannelli che raccontano e illustrano la storia del luogo e le sue caratteristiche.
Le visite guidate con gli archeologi
Durante l’open day del 17 novembre sarà possibile partecipare alla visita con gli archeologi che hanno effettuato lo scavo, che illustreranno le varie fasi di vita del sito, dagli etruschi, all’epoca romana della repubblica e dell’impero attraverso oltre dieci secoli di storia.
Lo scavo archeologico avvenuto sulla Cassia poco oltre il Grande Raccordo Anulare, tra il febbraio 2020 e il 2022, ha interessato un’area di circa un ettaro posta sulla sommità di una collina in una posizione strategica da cui si domina la vallata dove sorgeva l’antica città di Veio, cuore dell’Etruria meridionale.
La frequentazione del luogo risale infatti al VII – VI secolo avanti Cristo, come attesta il ritrovamento di una ricchissima tomba a camera di epoca etrusca con un corredo di oltre 60 vasi, per lo più buccheri e splendide ceramiche depurate, oggi restaurati.
I reperti sono la testimonianza di come questo territorio ricadesse nell’orbita della potente città etrusca di Veio, prima di divenire parte del suburbio romano.
Con l’espandersi dell’Urbs l’area venne lambita dalla antica strada consolare Cassia, che correva leggermente spostata rispetto alla via moderna.
L’importanza del sito è testimoniata dal rinvenimento di diverse strade che proprio in questo punto si staccavano dalla via principale, per raggiungere abitati e fattorie che dovevano caratterizzare la zona circostante.
Tra vie glareate e altri percorsi, la più imponente è una strada basolata, oggi valorizzata, che attraversava la collina realizzata nella prima epoca imperiale sopra un precedente tracciato repubblicano, e che denota l’importanza di questo percorso che possiamo considerare antesignano della attuale via della Giustiniana.
In epoca tardo repubblicana sulla sommità della collina si sviluppò un importante centro produttivo, purtroppo completamente asportato nel corso dei secoli dalle trasformazioni del territorio, dalle lavorazioni agricole e dal passare del tempo.
I resti delle fondazioni consentono di ricostruire l’articolazione planimetrica di una fattoria ampia e complessa con resti di torchi e canalette che dimostrano la sua natura produttiva.
Nella prima età imperiale la struttura venne ampliata con la costruzione di una parte residenziale, di cui sono state ritrovate solo le fondamenta che permettono tuttavia di ipotizzare che il complesso si fosse trasformato da fattoria in una vera e propria villa rustica, un’entità produttiva centrale nell’economia agricola dell’antica Roma.
I reperti rinvenuti testimoniano la lunga vita dell’insediamento che arriva fino al XIII secolo.
Proprio in prossimità dell’incrocio di questa strada basolata con la via Cassia, si sviluppò anche quella che possiamo interpretare come una piccola mansio, una stazione di riposo e sosta per i viaggiatori a carattere privato.
Di essa restano solo le fondazioni delle strutture, ma esse consentono di leggere con chiarezza la presenza di un impianto termale e di una latrina.
Per alimentare le terme, sulla collina retrostante, venne realizzato un complesso sistema di cunicoli sotterranei ed una cisterna ipogea, costituita da lunghi corridoi intonacati.
Ancora si legge con chiarezza la traccia del canale che da questa cisterna consentiva all’acqua di raggiungere l’impianto termale e attraversarlo per poi uscirne in una rete fognaria sotterranea.
Come sempre accade in ambito romano, la strada divenne luogo dove conservare la memoria dei defunti, e anche su ambo i lati di questa via basolata si svilupparono diversi nuclei di sepolture, spesso comuni e per lo più del semplice tipo a cappuccina.
Tre distinti nuclei, sviluppati tutti in epoca romana imperiale tra III e IV secolo dopo Cristo, occupano la sommità della collina, ma altre deposizioni erano presenti lungo i versanti della via basolata e in un caso, il più monumentale, anche a fianco al percorso stesso.
Un piccolo edificio, nato probabilmente come ninfeo, diviene nel II secolo dopo Cristo una sepoltura con la realizzazione di loculi che vanno a tagliare il pavimento originario a testimonianza dello spazio condiviso tra vivi e defunti.
Altri resti di strutture, solo per piccola parte indagabili, sono presenti anche sul versante lato Cassia, sia alla base che sulla sommità della collina, e creano una rete di popolamento e sfruttamento dell’area di incredibile densità, sempre a testimonianza del ruolo cruciale di lunga durata di questo piccolo lembo di territorio.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 13 novembre 2024 sul sito online “Roma Today”)
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