Foto dall’account Instagram di Osa Roma
Una bandiera della Palestina esposta fuori dalla finestra e uno striscione: “Pilo occupato”.
Da questa mattina, mercoledì 6 novembre, il liceo Pilo Albertelli di via Daniele Manin, nel municipio I, è occupato.
A farlo sapere è il collettivo studentesco Osa Roma.
Perché gli studenti hanno occupato
Opposizione al governo Meloni, solidarietà alla Palestina e opposizione al modello di alternanza Scuola-lavoro sono i motivi principali dell’occupazione del liceo classico, come si legge in una nota condivisa da Osa: “La nostra occupazione nasce dalla necessità che abbiamo come studenti di opporci, a un Governo che è nemico della nostra generazione, in opposizione al modello scolastico che subiamo ogni giorno, e contro un sistema che fomenta guerra, genocidio e miseria in tutto il mondo”.
E ancora: “Gli studenti esprimono solidarietà alla resistenza palestinese contro la barbarie genocida di Israele che fomenta guerra e distruzione in tutto il Medio Oriente”.
Osa rilancia anche la manifestazione del 15 novembre contro il governo, il “No Meloni Day”.
Clima teso nei licei
L’Albertelli è il secondo liceo occupato dall’inizio dell’anno scolastico, dopo la sede succursale del liceo Gullace.
In questo caso, però, a far partire la mobilitazione erano stati i problemi legati alla presenza di un cantiere nella sede principale che aveva reso necessario lo spostamento delle classi nella succursale, con doppi turni di lezione fino al tardo pomeriggio.
Dopo l’occupazione, due incendi hanno colpito l’edificio, provocando danni da due milioni di euro e rendendo necessaria l’attivazione della Dad.
Una questione ancora aperta.
Tensioni, legate a un’iniziativa pro Palestina si sono registrate anche al liceo Righi, dove gli studenti hanno organizzato, il 31 ottobre, uno sciopero contro la dirigente scolastica, Giulia Orsini, accusata di voler “escludere la politica dalla scuola”.
Presidi contro le occupazioni
Contro le occupazioni a Roma si erano pronunciati, proprio a seguito del doppio incendio al Gullace, Cristina Costarelli e Mario Rusconi, presidenti rispettivamente della sezione del Lazio e di quella di Roma dell’associazione: “Trito, stanco rito particolarmente romano.
Da anni affermiamo che interrompere un servizio pubblico come la scuola, occupare e devastare i locali, le attrezzature, gli impianti significa ledere il diritto allo studio della gran parte degli studenti: ricordiamo che le occupazioni avvengono su impulso di esigue minoranze interne ed esterne alle scuole e non coinvolgono il corpo vivo delle scuole, cioè la maggioranza degli studenti“.
(Articolo di Giulia Argenti, pubblicato con questo titolo il 6 novembre 2024 sul sito online “Roma Today”)