Roma scala 24 posizioni nel rapporto che, annualmente, Legambiente sulle performance ambientali delle città.
Uno scatto verso l’alto che ingenera ottimismo anche se poi, a leggere meglio i numeri, Roma non primeggia in nessuno dei parametri che sono stati analizzati.
Ed infatti, nel novero dei 104 capoluoghi indagati, la città eterna si piazza ancora nella parte destra della classifica.
È indubbio, però, che un progresso ci sia stato.
Il risultato che “Ecosistema urbano 2024” assegna a Roma è decisamente più lusinghiero che in passato.
“Il 31° Rapporto sugli Ecosistemi Urbani fa registrare un importante balzo in avanti della Capitale nella classifica generale dei capoluoghi di provincia stilata da Legambiente ogni anno – ha premesso l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi – Roma, infatti, passa dall’89° posto dello scorso anno al 65° di quest’anno.
Un miglioramento che la porta ad avvicinare Milano (56esima posizione) e a scavalcare importanti centri del nord Italia come Verona e Torino”.
L’aria è diventata respirabile
Dov’è che Roma è andata meglio rispetto al passato?
Per comprenderlo occorre andare a considerare le voci su cui, il report, è stato costruito.
In tema di inquinamento atmosferico sono 4, ad esempio, che sono considerati nel rapporto: il livello di biossido d’azoto (NO2), di polveri sottili come il PM10 ed il PM2.5 e l’Ozono (O3).
Rispetto ad un paio di anni fa (quando Roma comunque si attestava in 88esima posizione) qualche miglioramento c’è stato.
La media annua di PM10 è passata da 26,5 μg/mc a 24,2; il biossido d’azoto è sceso da 33,5 μg/mc a 31,8. Il PM2,5 è migliorato, passando da 13,3 μg/mc a 12,6.
Diversamente è molto peggiorato il parametro dell’Ozono presente nell’aria, il cui calcolo risulta più elaborato: il numero di giorni di superamento del parametro di riferimento è comunque aumentato, salendo a 28 giorni (erano stati 6,6).
Nel complesso l’aria che si respira a Roma viene considerata “sufficiente”: è “ottima” solo a L’Aquila e “buona” soltanto a Ragusa (a Milano è scarsa, a Firenze e Bologna insufficiente).
L’aria che si respira
Dove Roma va decisamente meglio della media nazionale è sulla dispersione idrica.
È ancora lontana dalle città migliori, quelle che vantano una percentuale inferiore al 15%.
A Roma è del 27,9%.
Non male considerando che in Italia il 37,8% di acqua si perde “per strada” prima di arrivare al rubinetto.
Significa che Roma è in linea con Napoli, Genova, Ma ancora lontanissima da Milano (10%).
La dispersione idrica
Come viene calcolato l’ecosistema urbano
Altri parametri misurati nei 106 capoluoghi sono stati i consumi idrici domestici, la produzione dei rifiuti urbani, la raccolta differenziata, i passeggeri del trasporto pubblico e l’offerta di trasporto pubblico. Il tasso di motorizzazione, l’incidentalità stradale, la ciclabilità, le isole pedonali, il verde urbano, gli alberi in area urbana le energie rinnovabili, l’uso efficiente del suolo.
“Questa amministrazione sta accelerando molto per sviluppare le azioni previste dal nostro Piano Clima, che rappresenta un quadro finalmente organico e coordinato delle politiche da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di sostenibilità ambientale previsti dalla normativa di riferimento e dai programmi europei – ha commentato l’assessora Alfonsi – Con la messa a terra delle risorse proprie e del PNRR, oltre 10 miliardi di investimenti previsti nei prossimi anni per la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili, gli interventi di forestazione urbana, la gestione sostenibile dei rifiuti, nei prossimi anni la situazione di Roma, dal punto di vista delle performance ambientali, non potrà che migliorare”.
Classifica 2024.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 29 ottobre 2024 sul sito online “Roma Today”)