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STADIO FLAMINIO: NO A PARTITE E GRANDI EVENTI IN MEZZO ALLE CASE SI’ ALLA CONSERVAZIONE DELL’OPERA DI NERVI E ALLA SOSTENIBILITA’ PER GLI ABITANTI

18/04/2025
in Archivi, Beni culturali, Comune di Roma, Governo del territorio, News, Piani territoriali, Rassegna Stampa
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STADIO FLAMINIO: NO A PARTITE E GRANDI EVENTI IN MEZZO ALLE CASE SI’ ALLA CONSERVAZIONE DELL’OPERA DI NERVI E ALLA SOSTENIBILITA’ PER GLI ABITANTI
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COMUNICATO

La Giunta Gualtieri ha negato l’interesse pubblico a un progetto di fattibilità sullo Stadio Flaminio presentato da S.S.D. Roma Nuoto che prevedeva un “impianto polifunzionale” con una “pluridisciplinarità delle attività sportive previste”.

Decisione che dovrà essere sottoposta al voto dell’Assemblea capitolina.

Senza esprimere alcuna valutazione di merito del progetto, le scriventi associazioni manifestano viva preoccupazione per le motivazioni di tale decisione, che denotano una visione dell’Amministrazione del futuro dello Stadio Flaminio che tiene in poco conto la qualità della vita dei residenti, che già subiscono le pesanti ricadute sul quartiere delle attività – sportive e non – dello Stadio Olimpico, compresi gli episodi di vera e propria guerriglia urbana, come quelli di domenica 13 aprile, a cui si aggiungono i forti disagi per la mobilità.

E desta preoccupazione un altro progetto presentato, che prevede di trasformare lo Stadio Flaminio nello Stadio della Lazio, con lo stravolgimento della straordinaria opera architettonica di Pier Luigi e Antonio Nervi.

Prospettiva in corso di valutazione senza informazione e confronto con la cittadinanza, che dovrebbero essere avviati per ogni importante trasformazione urbanistica prima del punto di non ritorno dell’approvazione dei progetti.

Per il Sindaco lo Stadio Flaminio dovrebbe essere destinato alla “funzione primaria per la quale la struttura è stata progettata, quella di Stadio” adeguata alla “vocazione di ‘grande impianto sportivo’ in grado di ospitare manifestazioni sportive nazionali e internazionali”, e non è di pubblica utilità la proposta scartata, con la singolare giustificazione del “depotenziamento delle funzionalità dello Stadio in virtù della riduzione del numero dei posti, dai 42 mila originari a 7500”.

Una autostrada aperta per il progetto dello Stadio della Lazio del senatore Lotito – tra l’altro cofirmatario del Disegno di Legge DDL S. 1312 Disposizioni in materia di stadi e impianti calcistici italiani presentato qualche mese fa al Senato – che prevede lo stravolgimento di un’opera architettonica vincolata, lo Stadio progettato da Pier Luigi Nervi e dal figlio Antonio, realizzata in occasione della XVII Olimpiade di Roma del 1960, che dal 2018 è un monumento tutelato dal Ministero della Cultura per gli elementi che ne fanno un esempio poi imitato in tutto il mondo.

Un’opera che qualche tempo fa è stata oggetto di un Piano di Conservazione elaborato dall’Università La Sapienza finanziato dalla Getty Foundation, nel quale è stato implementato l’approccio delineato dall’ICOMOS per la conservazione del patrimonio d’interesse storico-artistico del XX secolo.

Piano che con il progetto Lotito diventerebbe carta straccia.

Infatti dalle anticipazioni di stampa sul Piano Economico Finanziario, il progetto dello Stadio della Lazio prevederebbe “due stadi completamenti distinti”, “due involucri architettonici separati”, con uno stadio “sospeso, leggerissimo, in acciaio” calato su quello originario, per accogliere fino a 50mila e 500 tifosi, in occasione delle gare internazionali, a cui si aggiungerebbe una copertura degli spalti.

Di fatto la nuova struttura avvolgerebbe la costruzione esistente facendola scomparire alla vista, e, di fatto, cancellandola.

Ma colpisce anche il totale disinteresse dell’attuale Amministrazione per la mancanza dei minimi requisiti richiesti per la sostenibilità di un impianto di tale portata: basti vedere le tante problematiche sorte per il progetto dello Stadio della Roma a Pietralata, che nonostante riguardi un’opera localizzata in un’area rimasta ancora libera (ma con importanti presenze arboree che verranno impietosamente sacrificate) e poco distante da una linea della metropolitana e da una

stazione ferroviaria, dagli stessi uffici capitolini è stata definita inadeguata a sostenere la mobilità dell’utenza prevista di 65000 spettatori.

E se risulterebbero insufficienti i parcheggi previsti sotto lo Stadio di Pietralata, ancor più lo sarebbero al Flaminio, dato che il sottosuolo contiene reperti archeologici – un’antica necropoli romana – che impedirebbero la realizzazione di posti auto sotterranei.

Viene il motivato sospetto che sia dovuto proprio alla necessità di risolvere queste problematiche che recentemente l’Assemblea capitolina ha adottato una delibera che modifica le Norme Tecniche del Piano regolatore, tra le quali quella che porta da 1 parcheggio ogni 2 utenti degli impianti sportivi a uno ogni 3, con un consistente sconto ai proponenti dei nuovi stadi: per lo Stadio Flaminio da 25000 a circa 17.000 parcheggi.

L’insostenibilità dell’intervento è evidente anche a confronto con lo Stadio Olimpico: ci chiediamo come si possa permettere l’afflusso di migliaia di persone in un’area ancora più urbanizzata e ancora più centrale di quella dell’attuale Stadio, circondato da uno spazio vuoto di oltre 70 ettari contro i 24 dello Stadio Flaminio.

Nei pressi dello Stadio Flaminio ci sono stabili di abitazione e uffici fino a 40 metri di distanza dagli spalti, mentre a 30 metri corre lo svincolo in uscita dal viadotto di Corso Francia, uno snodo fondamentale per il traffico tra il centro della città e il quadrante settentrionale che coinvolge ben tre quartieri: il Flaminio, la parte settentrionale dei Parioli e il Tor di Quinto con gli accessi alla via Flaminia Nuova e alla via Cassia Nuova.

E nulla sappiamo del destino dello Stadio Olimpico, se andassero a buon fine i progetti di entrambe le squadre romane:

un’altra struttura che finisce nel degrado?

O una struttura funzionante con impatti che si sommano a quelli dello Stadio della Lazio?

Le scriventi associazioni affermano quindi con forte determinazione la propria contrarietà a qualsiasi utilizzo dello Stadio Flaminio che preveda un numero di spettatori superiore alla capienza attuale di 23-24mila e anche all’utilizzo h24 e 7 giorni su 7 che prevedibilmente sarà introdotto per raggiungere l’ “equilibrio economico finanziario”, possibilità consentita e in qualche modo sollecitata dalla vigente legislazione.

E, soprattutto, si oppongono a qualsiasi intervento che modifichi l’attuale struttura architettonica, anche “circondandola con una nuova installazione” che Lo Stadio Flaminio è un patrimonio collettivo che non può essere svenduto o piegato a interessi privati, così come non può essere svenduta la qualità della vita dei cittadini.

Vogliamo che lo Stadio Flaminio venga recuperato e utilizzato, ma nel nome della sostenibilità per gli abitanti e per il patrimonio storico e che le ipotesi di trasformazione presenti e future siano portate a conoscenza della cittadinanza, all’interno di un dibattito con la città.

Associazione Carteinregola

Comitato Stadio Flaminio

Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

Fondazione Pier Luigi Nervi Project

DOCOMOMO Italia

Cittadinanzattiva Lazio

Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio

Cittadinanzattiva Flaminio

Associazione Cittadini Flaminio

Parco Villaggio Olimpico

Roma, li 18 aprile 2025

Riferimenti: Anna Maria Bianchi 335/6930035

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Comments 1

  1. giancarlo campoli says:
    3 settimane ago

    Non ricordo a quale scopo sia stato costruito lo Stadio Flaminio…anzi ricordo , mi sembra per il calcio o sbaglio? Ma, fino ad ora, di fronte allo scempio e all’ abbandono di questa struttura non ricordo manifestazioni di piazza o interventi della famiglia Nervi…meglio che rimanga cosi?

    Rispondi

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