La Repubblica – Cronaca di Roma 3 settembre 2023
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OSSERVAZIONI SUL PROGETTO DI DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE
DELLA EX CLINICA VILLA BIANCA
Ricostruzione cronologica degli atti e dei procedimenti
- L’ex clinica Villa Bianca,un tempo era il fiore all’occhiello della sanità romana, meta di calciatori e personaggi dello spettacolo che negli anni Ottanta e Novanta venivano qui per piccoli interventi ed esami diagnostici. Proprietaria di Villa Bianca era la Gvm Care & Research, uno tra i maggiori gruppi italiani attivo nel settore della sanità, ricerca e formazione medico scientifica, con a capo Ettore Sansavini.
18 ottobre 2005 – Viene rilasciato (presumibilmente alla Gvm Care & Research) il permesso di costruire n. 1036 prot. n. 67760 per demolizione e ricostruzione della ex clinica, con aumento delle cubature previsto dall’art. 3 del Piano Casa della Presidente della Regione Lazio Renata Polverini.
1 marzo 2006 – Il cartello che all’epoca è stato esposto all’entrata dell’ex clinica, su largo di Villa Bianca, dichiarava la fine dei lavori – partiti l’1 marzo 2006 – entro il 18 ottobre 2008.
Di fatto, però, è stato demolito soltanto il vecchio edificio e sono state rimosse alcune scorie nucleari ritrovate durante i lavori, che hanno bloccato il proseguimento dei lavori.
Il Comune di Roma ha poi rigettato le richieste di proroga e negato il cambio di destinazione d’uso.
Secondo la Gvm Care & Research “il cantiere era partito regolarmente, in base ai tempi dei permessi di costruzione. I lavori hanno poi subito dei rallentamenti andando oltre la data prevista dai permessi, perciò fu chiesta una proroga, che però venne rigettata per due volte, anche perché nel frattempo erano cambiate le necessità territoriali in termini di salute”.
10 febbraio 2016 – La “Gvm Real Estate “S.r.l. con sede in Milano presenta un progetto di demolizione e nuova costruzione di un edificio misto: si tratta della Gvm Care & Research che ha richiesto un cambio di destinazione d’uso per edilizia residenziale e housing sociale.
Il progetto di “ristrutturazione edilizia” con demolizione e ricostruzione, ai sensi della lettera d) del 1° comma dell’art. 3 del D.P.R. n. 380/2001), sfrutta il Piano Casa anche nell’area che ricade nella “città storica” del PRG, equiparata a zona territoriale omogenea “A”.
17 gennaio 2019 – In tale data viene avviata la Conferenza dei Servizi che si è poi chiusa il 5 maggio del 2020, quando il testo della lettera d) del 1° comma dell’art. 3 del D.P.R. n. 380/2001 non era stato ancora modificato dalla legge n. 120 dell’11 settembre 2020, entrata in vigore il 14 settembre 2020.
7 ottobre 2022 – Viene rilasciato alla “Green Stone Sicaf” S.p.A. il permesso di costruire n. 188 prot. n. 166994 per un edificio misto di 144 appartamenti (di due palazzine con una parte destinata ad edilizia residenziale di 96 appartamenti e l’altra di 48 appartamenti ad housing sociale a costi calmierati).
Il permesso di costruire ignora del tutto che dal 14 settembre del 2020 è cambiato il testo della lettera d) del 1° comma dell’art. 3 del D.P.R. n. 380/2001 secondo cui “Rimane fermo che, con riferimento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ad eccezione degli edifici situati in aree tutelate ai sensi degli articoli 136, comma 1, lettere c) e d), e 142 del medesimo decreto legislativo, nonché, fatte salve le previsioni legislative e degli strumenti urbanistici, a quelli ubicati nelle zone omogenee A di cui al decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai piani urbanistici comunali, nei centri e nuclei storici consolidati e negli ulteriori ambiti di particolare pregio storico e architettonico, gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove siano mantenuti sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell’edificio preesistente e non siano previsti incrementi di volumetria”.
Il permesso presenta quindi un vizio di legittimità, di cui però non sembra aver tenuto conto il ricorso al TAR del Lazio.
3 aprile 2023 – Un cartello affisso davanti al cantiere dichiara l’inizio dei lavori per tale data e la fine al 3 aprile 2026: la Green Stone Sicaf si dichiara “committente”, mentre in altro cartello si qualifica come “proprietaria”.
13 luglio 2023 – Secondo un articolo pubblicato in questa data sul quotidiano online Roma Today non sarebbe stata ancora approvata la Variante che prevede un condominio composto da tre scale e un edificio dedicato al co-living, con due ingressi autonomi e separati. Inoltre 260 parcheggi interrati, altri a raso, un parco aperto al pubblico.
Dott. Arch. Rodolfo Bosi