Il centrodestra lo sta ripetendo come un mantra: abbiamo dato a Roma gli strumenti per non fermare le automobili.
Parliamo, ovviamente, della Ztl fascia verde.
Dal 1° novembre 2025, infatti, nella Capitale non potranno più circolare le auto che montano un motore diesel fino a euro 5 e benzina fino a euro 2.
Il provvedimento, che deve essere approvato definitivamente in consiglio regionale, è contenuto nella delibera di giunta con la quale è stato modificato il Piano di risanamento della qualità dell’aria della regione Lazio.
Un testo, ha detto anche il sindaco Gualtieri, che impone al Campidoglio di fermare i veicoli più inquinanti.
La Regione, da parte sua, ha rivendicato di aver concesso deroghe e strumenti per migliorare lo smog e, allo stesso tempo, non negare l’auto a nessuno.
Cosa può fare Roma
La Regione ha quindi ribadito a più riprese che, grazie al suo intervento, ora Roma Capitale ha la possibilità di intervenire con determinate azioni per fare in modo di scongiurare il blocco alla circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti.
Una di queste non sarà il Move In, il sistema che prevede l’acquisto di pacchetti per entrare, in deroga, nella Ztl fascia verde.
La prima misura riguarda le modifiche al Piano generale del traffico urbano.
Roma, infatti, potrebbe ridisegnare i confini delle sei zone nelle quali è diviso il territorio a livello di traffico veicolare (Mura Aureliane; Anello ferroviario; Fascia verde; Grande Raccordo Anulare (GRA); addensamenti urbani inclusi nella corona più periferica extra-GRA (escludendo Ostia e Acilia); Ostia e Acilia).
Il Campidoglio potrebbe, quindi, allargare o restringere la Fascia verde decidendo, così, quali territori coinvolgere dai divieti e quali no.
Più parcheggi e aree pedonali
Nella delibera con la quale la Regione Lazio ha stilato la lista delle possibili azioni che i Comuni possono intraprendere per abbassare le emissioni troviamo interventi di tutti i tipi.
Dall’utilizzo di “semafori intelligenti” ai controlli “sui divieti di sosta in particolare in doppia fila anche con sistemi automatizzati”.
Un’idea è anche quella di creare più parcheggi “per ridurre la congestione del traffico” oppure stalli gratuiti per i mezzi privati nelle zone di scambio con il trasporto pubblico locale.
Le città potranno promuovere la realizzazione di nuove “aree pedonali o a traffico limitato” e l’istituzione di “giornate ecologiche”.
Piste ciclabili
I Comuni sono invitati dalla Regione, che contribuirà attivamente, a realizzare più piste ciclabili grazie ai 10 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Ambiente.
E ancora, si dovrà puntare sul car sharing, il car pooling e il taxi collettivo.
Più in generale, si dovrà promuovere la cosiddetta “mobilità dolce” per tentare, in qualche modo, di far lasciare ai romani l’automobile.
Smart working
Un’altra delle misure previste è quella dello smart working.
Purtroppo, però, come si è visto a Roma, neanche le municipalizzate amano ricorrere a questo strumento nonostante i numerosi appelli del Comune di Roma.
Le altre misure
Il piano della qualità dell’aria prevede anche interventi per ridurre le emissioni dei veicoli adibiti al trasporto merci e, soprattutto, fare in modo che circolino il meno possibile in zone fortemente antropizzate.
Ci sono incentivi per cambiare le caldaie oppure per utilizzare vernici ecologiche per edifici e locali di nuova realizzazione.
Per Roma Capitale è previsto, per quest’ultima misura, un finanziamento di 3,5 milioni di euro.
Come è la situazione?
Basteranno queste misure alternative ad abbassare le emissioni inquinanti?
Difficile fare previsioni.
Pubblicamente, infatti, viene spesso ribadito, specialmente dalla Regione, come la situazione a livello di inquinamento sia in miglioramento rispetto al passato.
Poi, nella delibera di giunta con la quale è arrivato il via libera al piano, oltre a ricordare le procedure di infrazione alle quali è sottoposto il Lazio, si sottolinea come la regione presenti “nell’agglomerato di Roma e Valle del Sacco valori superiori agli standard definiti dalla normativa europea ed italiana.
Altresì, l’andamento dei dati osservati nel 2024 non dà sufficiente garanzia di raggiungere gli obiettivi dei valori limite in tutto il territorio nei termini previsti dal Piano medesimo”.
Insomma, ci sono dei miglioramenti ma non bastano.
Ai Comuni, Roma compresa, l’arduo compito di ridurre l’inquinamento senza toccare, possibilmente, le automobili.
È innegabile che lo stop ai veicoli più inquinanti darebbe risultati immediati mentre le altre soluzioni avrebbero orizzonti temporali molto più lontani, specialmente per quanto riguarda il trasporto pubblico o le nuove ciclabili.
Nel frattempo, però, le procedure d’infrazione dell’Europa vanno avanti, sanzionando l’Italia, e quindi i contribuenti, per milioni di euro.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo il 19 maggio 2025 sul sito online “Roma Today”)