L’area dell’incendio a Mezzocammino
C’è ancora grande timore da parte delle famiglie evacuate dalle palazzine di largo Jacovitti a Mezzocammino, a causa dell’incendio che si è sviluppato dalle prime ore del 31 dicembre.
Un timore per la salute che nelle ultime ore è aumentato dopo la diffusione dei dati Arpa sul monitoraggio della qualità dell’aria.
A Mezzocammino c’è diossina nell’aria
L’Arpa Lazio il 4 gennaio ha pubblicato i dati del monitoraggio, effettuato con un campionatore a poca distanza dal cratere di largo Jacovitti.
In base a quanto si legge nella tabella del report, il 31 dicembre il rogo ha sprigionato 6,5 picogrammi per metro cubo di Diossina e 130 picogrammi per metro cubo di PCA (Policlorobifenili).
Non ci sono ancora informazioni rispetto al Benzo(a)pirene.
Nel primo caso, quello della Diossina, Arpa informa che non esistono valori di riferimento stabiliti per legge nella normativa ambientale e che un valore superiore a 0,3 pg/m³ indica la presenza “di una fonte di emissione localizzante“, cioè che l’incendio ha effettivamente generato diossina.
arpa 4 gennaio 2024
Gli sfollati tornati sul cratere dopo l’incendio
Il 3 gennaio, nel pomeriggio, la Protezione Civile ha autorizzato il ritorno delle famiglie evacuate il 31 dicembre all’alba (circa 120 persone), dopo che la commissione pubblica che verifica la staticità degli immobili non ha riscontrato rischi di alcun genere.
Il municipio, tramite un comunicato stampa, ha avvisato quindi che tutti sarebbero potuti rientrare a partire dalla serata.
Nonostante ciò, solo poche decine di persone si sono presentate di fronte al condominio che affaccia sul cratere della piazza, causato dal crollo dei parcheggi per il calore sprigionato dal rogo.
“Troppa puzza, non si può respirare“
Mercoledì, infatti, alcune ore dopo la fine del sopralluogo della commissione, svolto insieme alla direzione tecnica del IX municipio e al comitato di quartiere, è arrivato il nulla osta al ritorno degli sfollati. Quasi tutti, però, non sono voluti rientrare: “Troppa puzza, soprattutto negli androni dei portoni che affacciano sull’area dell’incendio, l’aria era irrespirabile” racconta uno degli abitanti. Il dubbio è legato alla salubrità dell’aria.
Perché il via libera anche senza i dati Arpa
In un primo momento sembrava che, oltre alla stabilità dei palazzi, fosse discriminante per il ritorno a casa anche il report dell’agenzia regionale che si occupa di monitorare la qualità dell’aria nel Lazio.
I tecnici, intervenuti il giorno stesso dell’incendio, avevano piazzato una centralina a poca distanza dal rogo e i risultati erano attesi entro il 3 gennaio.
Ma, come spiegato dalla presidente del IX, Titti Di Salvo, i valori emersi non sarebbero stati vincolanti: “L’Arpa ha monitorato, come riferisce la Protezione Civile, la qualità dell’aria nel momento in cui è avvenuto il fatto – le parole della minisindaca -, quindi la tossicità del fumo che si sprigiona al momento dell’incendio. Mi è stato dunque detto che i dati non erano rilevanti per l’ingresso delle famiglie nelle abitazioni. I dati raccolti servono a raccontare cosa è successo e a dire se la misura precauzionale di evacuazione è stata motivata o no“.
I timori dei residenti: “Aspetteremo che piova“
Le rassicurazioni e il via libera delle istituzioni, però, non hanno convinto la quasi totalità degli abitanti di largo Jacovitti: “Mercoledì pomeriggio una persona addetta alla sorveglianza, incaricata dall’amministratore – racconta un altro abitante -, è stata investita da una nube tossica che si è alzata dalla voragine centrale e si è sentita male“.
In effetti, come lo stesso municipio riferiva nella serata del 2 gennaio al termine di un incontro con le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, nonostante le fiamme siano state completamente domate, la combustione è ancora in corso.
Tant’è che anche nella mattinata di oggi i vigili del fuoco sono intervenuti nuovamente con un’autopompa per ridurre le emissioni e arrestare gradualmente la combustione: “Alcuni aspetteranno le piogge del fine settimana – conclude l’abitante di largo Jacovitti – così la situazione migliorerà e si potrà rientrare senza correre troppi rischi per la salute“.
Per ora le persone stanno entrando in casa solo per recuperare alimenti conservati in frigo e altri beni di prima necessità.
(Articolo di Valerio Valeri, pubblicato con questo titolo il 4 gennaio 2024 sul sito online “Roma Pulita”)