Fino all’ultimo il governo italiano si diceva convinto di un esito positivo e che avrebbe messo fine a quella che il ministro Francesco Lollobrigida e Coldiretti chiamano “carne sintetica”, ma la Commissione europea ha chiuso la procedura TRIS relativa alla legge italiana facendo notare che «il testo è stato adottato dallo Stato membro prima della fine del periodo di sospensione di cui all’articolo 6 della direttiva (UE) 2015/1535.
La Commissione invita pertanto lo Stato membro in questione a informarla del seguito dato, anche alla luce della giurisprudenza pertinente della Corte di giustizia.
In questa fase non vi sono ulteriori osservazioni della Commissione».
In parole povere, come spiega Essere Animali, «con l’approvazione del disegno di legge che prevede il divieto di produzione e vendita di carne coltivata e le restrizioni sulle denominazioni delle alternative vegetali alla carne, l’Italia ha violato il diritto europeo».
Essere Animali è favorevole alla carne coltivata e lavora con società, istituzioni e aziende per riconoscere tutele adeguate agli animali allevati a scopo alimentare, garantendo loro di poter esprimere i propri bisogni naturali.
L’Associazione sottolinea: «Lavoriamo per porre fine agli allevamenti intensivi e promuovere il passaggio a un sistema alimentare sostenibile e che preveda la transizione a un’alimentazione a base vegetale e senza sofferenza animale».
Con la procedura TRIS, che punta a prevenire la creazione di barriere nel mercato interno dell’Unione europea, Stati membri e Commissione devono avere la possibilità di esprimersi su un disegno di legge prima della sua approvazione.
Invece, il governo Meloni aveva ritirato la notifica TRIS per evitare una bocciatura ufficiale da parte della Commissione Ue, concedendo poi all’Unione di esaminare il divieto solo dopo l’approvazione della legge l’1 dicembre 2023.
Essere Animali fa notare che «questo però potrebbe rendere la legge di fatto inapplicabile.
La Corte di Giustizia Ue ha infatti deliberato che le leggi adottate in violazione della procedura possono essere dichiarate inapplicabili dai tribunali nazionali».
Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali, ha commentato: «Come abbiamo già affermato in passato, questa legge è una mossa di propaganda politica e ci mette in ridicolo di fronte a tutta l’Unione Europea.
Il Governo era consapevole dell’inapplicabilità della legge ma ha voluto comunque giocare a nascondino, ritirando la nota per paura di una bocciatura ed esponendoci al rischio di una procedura di infrazione da parte della Commissione.
Questo divieto è inutile per diversi motivi, ma soprattutto perché, una volta ricevuto l’OK per il commercio in Europa, l’Italia non potrà in nessun modo vietare l’importazione e la vendita di carne coltivata.
La decisione della Commissione però offre una possibilità al Governo: abbandonare una posizione ideologica e antiscientifica e lasciare agli italiani e alle italiane la scelta di che cosa vogliono mettere nel proprio piatto»,
(Articolo pubblicato con questo titolo il 1 febbraio 2024 sul sito online “greenreport.it”)