Con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas serra del settore edilizio e sottolinea che «lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050.
Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico».
Il relatore, Ciarán Cuffe del Green Party irlandesee (Verdi/ALE), ha sottolineato che «la direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia mostra chiaramente come la politica climatica possa avere benefici reali e immediati per le fasce di popolazione più vulnerabili della nostra società.
Questa legge contribuirà a ridurre le bollette energetiche e ad affrontare le cause profonde della povertà energetica, offrendo nel contempo migliaia di posti di lavoro locali di alta qualità in tutta l’economia europea.
Nonostante la direttiva sia il pezzo finale del più grande puzzle che è il “Fit for 55”, questo non ne diminuisce l’importanza.
Contrastando il 36% delle emissioni di CO2 dell’Europa, aggiunge un pilastro assolutamente essenziale all’European Green Deal europeo.
Il risultato di oggi dimostra che il Parlamento continua a sostenere un Green Deal che garantisca, nella stessa misura, equità e ambizione».
Secondo la nuova normativa, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030.
Inoltre, i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo.
Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
Inoltre, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica.
Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040.
A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
Oltre alla riduzione delle emissioni, la direttiva introduce misure innovative per rafforzare il ruolo delle comunità energetiche, dare priorità ai finanziamenti per le famiglie vulnerabili e istituire sportelli unici per un accesso più semplice alle informazioni e ai modelli cooperativi
Secondo il Wwf European Policy Office, «approvando l’accordo raggiunto durante le discussioni del trilogo del dicembre 2023 sulla revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), il Parlamento sottolinea l’importanza di accelerare il tasso di ristrutturazione degli edifici a inefficienza energetica nell’intero parco immobiliare dell’UE.
Nonostante segni dei progressi, l’accordo presenta delle carenze, lasciando agli Stati membri il compito di garantire che la direttiva sostenga effettivamente gli obiettivi delineati nel pacchetto Fit for 55.
In uno sviluppo positivo, l’accordo introduce misure finanziarie essenziali, come gli standard sui portafogli ipotecari, per sollecitare le banche ad aumentare i finanziamenti per le ristrutturazioni energetiche degli edifici. Tuttavia, la natura volontaria di queste misure è deludente».
Mathilde Nonnon del Wwf European Policy Office ha commentato: «Il raggiungimento dei nostri obiettivi climatici non può avvenire senza estesi lavori di ristrutturazione delle case e questo richiede investimenti sostanziali.
E’ deplorevole che gli standard obbligatori per i portafogli ipotecari non siano stati inclusi nell’EPBD, poiché avrebbero richiesto alle banche di aumentare i prestiti per l’efficienza energetica ai proprietari di case e garantire parità di condizioni tra gli erogatori di mutui ipotecari.
L’EPBD è un puzzle incompleto e un’occasione mancata per mobilitare finanziamenti privati cruciali.
Ciononostante, l’introduzione di un atto delegato per promuovere e integrare le pratiche di prestito verde rappresenta un passo avanti positivo.
Questa iniziativa è essenziale per migliorare l’accessibilità finanziaria delle ristrutturazioni domestiche per le famiglie».
L’ European Environmental Bureau (EEB, al quale aderisce anche Legambiente), «accoglie con favore questo traguardo significativo, sottolineando al contempo il ruolo fondamentale dell’attuazione da parte degli Stati membri e del monitoraggio dell’Ue nel fornire risultati tangibili.
La revisione della EPBD introduce cambiamenti radicali volti a ridurre drasticamente le emissioni degli edifici dell’Ue.
In particolare, la direttiva impone ai governi di valutare e limitare le emissioni di tutti i nuovi edifici a partire dal 2030, concentrandosi in anticipo sul carbonio incorporato dai materiali da costruzione.
Gli obiettivi di riduzione dell’impatto climatico promuoveranno l’adozione di materiali a basse emissioni di carbonio e soluzioni di energia rinnovabile in tutto il continente.
Tuttavia, la flessibilità nelle strategie di ristrutturazione degli edifici esistenti complica il controllo dell’Ue, lasciando ai singoli Paesi l’onere di definire le proprie ambizioni.».
Laetitia Aumont, responsabile politiche dell’EEB ha detto che «questa legge rappresenta un momento fondamentale per il clima. I paesi dell’Ue devono ora mantenere lo slancio.
Puntare sulla ristrutturazione delle case con le peggiori prestazioni è vitale: è un investimento intelligente che consente elevati risparmi energetici, riduzioni delle emissioni, oltre a combattere la povertà energetica e stimolare l’occupazione».
La EPBD affronta anche l’urgente necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili.
Tuttavia, l’efficacia della direttiva dipende da definizioni e interpretazioni chiare da parte della Commissione europea e degli Stati membri.
Se la Commissione definisce le caldaie fossili come qualsiasi tecnologia parzialmente o interamente alimentata da combustibili fossili, il sostegno pubblico al riscaldamento fossile potrebbe terminare entro il 2025.
Nel testo attuale gli Stati membri sono inoltre esortati a passare al riscaldamento rinnovabile «in vista di una progressiva eliminazione delle caldaie fossili entro il 2040».
Davide Sabbadin, Acting Policy Manager dell’EEB conclude: «L’inclusione di una data di eliminazione graduale per il sostegno e l’utilizzo pubblico trasmette un messaggio chiaro: il riscaldamento fossile è in via di estinzione.
Questo dovrebbe incoraggiare i Paesi e la Commissione europea a fissare obiettivi di eliminazione graduale ancora più ambiziosi, riducendo rapidamente le bollette energetiche e gli impatti climatici.
Con un forte impegno politico, un futuro senza fossili per le nostre case è a portata di mano».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 marzo 2024 sul sito online “greenreport.it”)