Una protesta contro il termovalorizzatore fuori dal municipio
La sentenza sui ricorsi presentati dei comitati contrari all’impianto potrebbe arrivare entro un paio di settimane.
Oggi l’udienza pubblica dinanzi alla quarta sezione dei giudici di Palazzo Spada.
Potrebbe arrivare entro due settimane, in virtù della procedura accelerata adottata, la sentenza del Consiglio di Stato sui ricorsi presentati dal comitato no inceneritore a Santa Palomba, dal Forum Ambientalista, da Uniti per la salvaguardia del territorio di Albano e Pomezia, dal Coordinamento delle Associazioni e Comitati di Quartiere “No discariche no inceneritori” e da soggetti privati contro la realizzazione del termovalorizzatore di Roma.
L’udienza in tribunale
Questa mattina, si è svolta, dinanzi alla quarta sezione dei giudici di Palazzo Spada, l’udienza pubblica, alla quale erano presenti anche l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, e la capogruppo del M5S in Campidoglio, Linda Meleo, e in cui i legali hanno ribadito le posizioni espresse al Tar Lazio (dove i ricorsi sono stati respinti) aggiungendo le novità emerse negli ultimi giorni, quando la struttura che fa capo al commissario-sindaco Gualtieri ha pubblicato il bando di gara per la progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto sulla base del progetto di finanza redatto dall’Ati composta da Acea Ambiente-Vianini-Hitachi-Suez.
La posizione dei contrari
“Il cronoprogramma dice che l’inceneritore che dovrebbe essere realizzato per smaltire i rifiuti prodotti nel giubileo 2025 entrerà a regime nel 2028.
In più sappiamo che il comune raggiungerà nel 2030 l’obiettivo europeo relativo al 65% di raccolta differenziata che avrebbe dovuto centrare nel 2012 – ha spiegato l’avvocato Ciervo al collegio giudicante – questo dato di fatto e giuridico è strettamente connesso alla questione pregiudiziale che poniamo rispetto alla gerarchia dei rifiuti.
A fronte anche del fatto che la procedura europea di precontenzioso cui l’Italia è sottoposta (in relazione alla gestione rifiuti nel Lazio, ndr) è stata resa pubblica da noi e non dal Comune o dall’Avvocatura dello Stato una settimana prima dell’udienza pubblica al Tar“.
Pertanto “se vogliamo stare tutti tranquilli, e visto che c’è un ragionevole dubbio rispetto al fatto che questo inceneritore è in contrasto con la gerarchia europea dei rifiuti, solleviamo la questione pregiudiziale – ha continuato l’avvocato – e facciamolo in maniera chiara e pacifica così che nessuno possa avere dubbi sul fatto che questo inceneritore sia rispettoso o meno del diritto comunitario“.
Un altro aspetto nuovo sollevato dai legali del comitato No inceneritore a Santa Palomba è relativo a quanto scritto dall’Avvocatura dello Stato nella sua memoria difensiva: “L’articolo 22 del dl 104 del 2023 che è entrato in vigore l’11 agosto, pochi giorni prima della camera di consiglio in Consiglio di Stato su questo ricorso.
In questo provvedimento lo Stato dice che tutte le Regioni possono delegare tutte le funzioni amministrative ambientali a tutti Comuni.
Questo è incostituzionale perché la sentenza 189 del 2021 della Corte dice che lo si può fare ma caso per caso.
E questo fatto è importante per questo ricorso perché questo decreto dice che ‘sono fatte salve le disposizioni regionali vigenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione che hanno trasferito le funzioni amministrative previste’.
E quindi è una norma di sanatoria (della vicenda che ha riguardato Roma in materia dei poteri commissariali che hanno assorbito anche quelli regionali, ndr) a una settimana dalla camera di consiglio qui al Consiglio di Stato“.
L’avvocato Galletti, dopo avere ribadito che “questa opera entrerà in funzione molto dopo la data di fine commissariamento fissata nel dicembre 2026” ha aggiunto che “anche nel 2015 ci fu un Giubileo a Roma ma a nessuno venne in mente di nominare commissario per i rifiuti di Roma lo stesso del Giubileo, cioè il sindaco della città, nonostante all’epoca ci fossero i presupposti perché mancava il piano regionale dei rifiuti“.
Rispetto al fatto che l’impianto non entrerà in funzione per il Giubileo l’Avvocatura dello Stato non lo ha smentito ma si è limitata a precisare che “il commissario su questo argomento non ha esercitato alcuna competenza derogatoria, non ha approvato questo impianto in funzione di poteri derogatori“, che “si sta parlando di qualcosa che ancora non esiste” e che nell’affidare a Gualtieri i poteri commissariali lo Stato non ha leso “alcuna competenza in capo alla Regione”.
Per Alessandro Lepidini, presidente del Comitato No Inceneritore a Santa Palomba “abbiamo dato ancora una volta evidenza delle nostre forti ragioni, a fronte della pochezza della difesa del commissario, e siamo fiduciosi che il collegio giudicante possa riconoscerle pienamente“.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 30 novembre 2023 sul sito online “Roma Today”)