Stupinigi Sonic Park 2018
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Un anno fa, con la nota http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/cosa-ci-fanno-concerti-rock-in-unarea-protetta-il-caso-dello-stupinigi-sonic-park/, criticavo la moda di utilizzare le aree protette per manifestazioni pubbliche impattanti su componenti naturali sensibili, e segnalavo il caso emblematico Stupinigi Sonic Park: un’operazione che trasforma l’area del parco della Palazzina di caccia di Stupinigi, cuore della Zona Speciale di Conservazione IT1110004, in location per concerti rock e di altro genere.
In tale progetto, i valori culturali (parco storico) e ambientali dell’area (vi sopravvivono specie divenute rare a causa delle alterazioni degli ambienti di pianura) sembrano non contare, anzi, vengono cancellati alla radice, ridefinendo il ruolo del parco fin dal suo nome, che diventa, appunto, Sonic Park.
Coerente con tale trasformazione, il logo dell’operazione ritrae un cervo con sembianze vagamente spettrali, forse in linea con l’estetica rock, ma evocativo, per chi ha sensibilità naturalistica, dello scempio che si va compiendo.
Un anno fa scrivevo di come, essendo l’area inclusa nella rete Natura 2000, l’operazione Stupinigi Sonic Park fosse stata sottoposta a valutazione d’incidenza, e segnalavo con quali contraddizioni l’Ente dei Parchi Reali, soggetto gestore del sito, avesse emesso parere positivo al festival a poche ore dall’inizio del medesimo.
Ora tutto fa presagire che la storia si ripeterà, e persino in versione potenziata, dal momento che dai sei concerti del 2018 si passerà quest’anno a otto concerti.
Dico “tutto”, perché è difficile pensare che accada altrimenti quando manca solo un mese all’inizio del festival (4 luglio) e i biglietti sono in vendita dall’autunno scorso.
“Tutto”, a dispetto della logica e delle esigenze di rispetto dell’ambiente e della normativa vigente.
Dopo i concerti del 2018, l’Ente gestore del sito aveva disposto che fossero condotti accertamenti faunistici, a cui devono essersi poi aggiunti ulteriori rilievi per lo studio d’incidenza della nuova edizione del festival.
Di logica, ci si attende dunque che le nuove indagini, rispetto ai frettolosi e lacunosi rilievi condotti nel 2018, evidenzino con maggior chiarezza il fatto che il nucleo forestale del parco della Palazzina costituisce un’area di rifugio e riproduzione per fauna di grande interesse conservazionistico (come la colombella, il barbastello e l’Osmoderma eremita) e che il bosco produce prede catturate da altre specie importanti, che non cacciano nella vegetazione fitta ma nelle aree aperte lungo i margini del relitto forestale (penso ad esempio al vespertilio maggiore, specie notturna e lucifuga, sensibile all’inquinamento sonoro e ultrasonoro, che verosimilmente utilizza proprio l’area dove saranno collocati il palco e gli spettatori).
Di logica, di fronte a uno scenario negativo ancora più palese dell’anno scorso, l’Ente gestore dovrebbe avere già formulato un parere contrario alla manifestazione, tanto più che, ancora una volta, gli spettacoli sono in programma nel pieno della stagione riproduttiva, implicando potenzialmente anche fenomeni di mortalità.
Eppure, come si evince dal relativo albo pretorio, l’Ente non risulta essersi ancora espresso.
Nel frattempo, all’ambiente ci hanno pensato gli organizzatori, che cercano di darsi un po’ di “vernice verde”.
Dalla pagina facebook di Stupinigi Sonic Park (post del 22/03/19) apprendo che il festival sarà «attento alla salvaguardia dell’ambiente» e che ciò si concretizzerà nella vendita al pubblico, al costo di 2 euro, di un bicchiere riutilizzabile; gli organizzatori si assumono l’impegno di «garantire acqua gratuita per tutti all’interno delle aree dei festival» (Stupinigi Sonic Park e le altre manifestazioni organizzate dalla società Vertigo) «oltre a un efficiente servizio di ricambio, deposito e lavaggio dei bicchieri, il tutto senza dover fare code».
Si dichiarano inoltre consapevoli della responsabilità nella scelta della location di Stupinigi Sonic Park, affermando che «il rispetto per l’ambiente è ancor più necessario e doveroso in un parco secolare come quello di Stupinigi» e che «è importante prestare attenzione su come abbattere l’impatto che eventi con grandi numeriche portano sul territorio».
Concludono lanciando l’hashtag #SonicParkIsGreen e scrivendo che «con il contributo di tutti un festival attento all’ambiente è possibile».
Sentendomi sollecitata a dare il mio contributo, lo sintetizzo nel seguito in cinque consigli, diretti ad altrettanti soggetti coinvolti.
1. Agli organizzatori di Stupinigi Sonic Park: non ho nulla contro i concerti, ma fateli altrove, nelle innumerevoli sedi in cui non recano danno.
2. Ai musicisti coinvolti nel festival: la vostra musica è gioia, arte e cultura; non permettete che ciò sia oscurato per conseguenze negative su componenti naturali fragili e preziose, che abbiamo il dovere di proteggere e conservare per le generazioni future.
3. A sponsor e finanziatori di questo festival e di manifestazioni analoghe: associate il vostro nome a eventi che si svolgano secondo criteri di effettiva sostenibilità ed evitate il sostegno quando, come nel caso di Stupinigi Sonic Park, si rema in senso opposto.
4. A quella stampa che nel 2018 aveva accolto Stupinigi Sonic Park affermando che anche la fauna si sarebbe goduta i miti del rock e che quest’anno enfatizza la «svolta green di Sonic Park»: un invito a una maggior attenzione al rispetto dell’ambiente e ad affrontare con serietà e con il necessario livello di approfondimento le tematiche connesse.
5. All’Ente Parchi Reali, gestore della ZSC IT1110004 Stupinigi, nonché al Settore Biodiversità e Aree naturali della Regione Piemonte e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che indirizzano e controllano l’operato di tale Ente: la location di Stupinigi Sonic Park è insostenibile sotto il profilo ambientale e c’è una semplice soluzione al problema: chiedere il trasferimento del festival in una sede che possa dirsi opportuna.
Elena Patriarca
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