Dopo l’impegno arrivato per primo in Italia dal Consiglio regionale della Toscana, nel giugno scorso, l’Emilia-Romagna ha dichiarato emergenza climatica e ambientale: un atto già ufficializzato dalla delibera della Giunta «quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, per il coordinamento e rafforzamento delle politiche, azioni e iniziative volte al contrasto del cambiamento climatico».
Si tratta di un impegno arrivato a seguito della pressione esercitata dai ragazzi Fridays for Future, il grande movimento giovanile internazionale che si ispira all’attivista svedese Greta Thumberg: il gruppo emiliano-romagnolo aveva infatti inviato nei giorni scorsi un documento con la richiesta di mettere al centro dell’agenda politica regionale la lotta al cambiamento climatico a partire dalla “dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale, riconoscendo le responsabilità storiche del cambiamento climatico”.
E non a caso dopo la delibera della Giunta il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, insieme all’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo, ha incontrato una delegazione dei gruppi Fridays for Future locali iniziando così un percorso di ascolto e confronto con l’obiettivo di condividere una ‘road map’ il più possibile comune verso una riduzione sensibile delle emissioni climalteranti.
«Lo voglio mettere in chiaro da subito: la dichiarazione di stato di emergenza climatica che abbiamo approvato – ha detto il presidente Bonaccini incontrando la delegazione (nella foto, ndr) – non è e non sarà un documento ‘vuoto’.
Il mio impegno e quello della Regione, da inizio legislatura, è per politiche che sappiano rispondere alla sfida del cambiamento climatico.
Dalla nuova legge verso il consumo zero di suolo che vede nella rigenerazione delle città e nella riqualificazione degli edifici un motore per lo sviluppo socio-economico del territorio, agli impegni per la mobilità elettrica e sostenibile, le emissioni zero del trasporto pubblico, l’economia circolare, fino alla strategia regionale condivisa con le imprese, le associazioni, i cittadini, alla realizzazione dell’azzeramento delle emissioni climalteranti.
Le regioni e i governi territoriali possono e devono giocare un ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico e solleciteremo il Governo a farsi promotore di una dichiarazione nazionale perché, lo sappiamo bene, la sfida è globale e ognuno deve concorrere per la propria parte».
Anche perché gli effetti dei cambiamenti climatici stanno già pesando sull’Italia, dove il 2018 è stato l’anno più caldo da oltre due secoli e dove gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti.
Proprio ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per i territori di Bologna, Modena e Reggio Emilia, colpiti dalle grandinate eccezionali del 22 giugno scorso con annessa tromba d’aria: la prima stima dei danni ha portato all’individuazione di 358 interventi urgenti e di somma urgenza, oltre a 287 segnalazioni di danni a privati e 51 ad attività produttive e agricole per un totale di circa 27 milioni di euro.
(Articolo pubblicato con questo titolo l’8 agosto 2019 sul sito online “greenreport.it”)