Secondo l’Annual European Union greenhouse gas inventory 1990-2017 and inventory report 2019 pubblicato dall’European environment agency (Eea), «nel 2017, le emissioni totali di gas serra (compresa l’aviazione internazionale) sono aumentate dello 0,7% rispetto al 2016».
L’Agenzia ambientale europea sottolinea che «questi dati ufficiali confermano le stime preliminari pubblicate dal Eea a ottobre 2018.
Dal 1990 al 2017, l’Ue ha ridotto le proprie emissioni nette di gas serra del 21,7%.
L’Ue sta pertanto ancora superando l’obiettivo di riduzione del 20% fissato per il 2020».
Dal 1990 le emissioni di gas serra dell’Ue sono diminuite grazie sia alle politiche climatiche che a fattori economici e strutturali e, in media, a inverni più miti che consentono di consumare meno energia per il riscaldamento.
L’Eea spiega che «i maggiori tagli alle emissioni sono stati effettuati nel settore dell’energia, grazie a miglioramenti dell’efficienza, maggiore utilizzo di energie rinnovabili e un mix di combustibili fossili meno carbon intensive: più gas e meno carbone e petrolio. L’efficienza energetica e le energie rinnovabili continueranno a svolgere un ruolo chiave nel ridurre le emissioni future e aiutare l’Ue a raggiungere l’obiettivo di riduzione del 40% entro il 2030.»
Il rapporto evidenzia che l’aumento dello 0,7% delle emissioni di gas serra dell’Ue osservate nel 2017 è stato determinato principalmente da due fattori: «Le emissioni dei trasporti hanno continuato a crescere: per il quarto anno consecutivo dal 2013, le emissioni di anidride carbonica generate dai trasporti stradali sono aumentate, sia per le merci che per le auto.
La maggior parte dell’aumento è rappresentata dal maggiore consumo di diesel da parte di camion e furgoni, ma il consumo e le emissioni sono aumentati anche per le auto.
Le emissioni del trasporto aereo internazionale sono aumentate in modo sostanziale a causa dell’aumento della domanda e del consumo di cherosene per jet.
Nel 2017, in tutta l’Ue, diversi settori industriali hanno registrato maggiori emissioni a seguito di una maggiore attività economica e industriale rispetto al 2016».
Questi aumenti delle emissioni sono stati in parte compensati dai miglioramenti dell’efficienza energetica e dell’intensità di carbonio dell’economia, dovuti a: «Minori consumi di combustibili fossili ed emissioni nella produzione di calore ed elettricità nelle centrali elettriche, con minore utilizzo di carbone e maggiore utilizzo di gas naturale e fonti rinnovabili.
Minori perdite dalla trasformazione e migliore efficienza energetica».
I Paesi Ue che nel 2017 hanno registrato i maggiori aumenti delle emissioni di gas serra in termini assoluti sono Polonia e Spagna.
In Polonia, l’aumento è dovuto principalmente dovuto alle maggiori emissioni del trasporto su strada.
In Spagna, la maggior parte dell’aumento netto delle emissioni è dovuto a un maggior utilizzo del carbone per la produzione di energia.
I maggiori aumenti di emissioni di gas serra in termini relativi nel 2017 si sono verificati a Malta, in Portogallo e in Estonia.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 29 maggio 2019 sul sito online “greenreport.it”)