Nei giorni scorsi un colpo di mano della Regione Abruzzo ha cancellato circa 1.000 ettari di area protetta, racchiusi nella riserva costiera del Borsacchio, ma non si tratta di episodio isolato.
La furia distruttiva contro i parchi continua ad ampliarsi, tant’è che anche il Consiglio comunale di Pomezia ha votato a maggioranza la revoca della delibera n.32/2021 che aveva come oggetto la proposta di istituzione di Monumento Naturale “Geositi cava Tacconi e laghetti di Pratica di Mare” e “Dune e bosco del Pigneto e bacini di Campo Selva”.
«Questo voto – denunciano dal Wwf – ha lo scopo dichiarato di annullare la nascita dei Monumenti Naturali e cancellare la tutela ambientale per questi 600 ettari che ritornano ad essere aree senza protezione.
Quelli che ancora oggi appaiono come frammenti di campagna romana, vaste piane di bonifica agraria, ecosistemi conservati negli anni, ospitano elementi diffusi di naturalità: siepi e boschi di querce mediterranee e dove è facile trovare le tracce di testuggini, volpi e tassi o poter osservare il volo di rari rapaci come i nibbi, falchi pescatori ed albanelle in costante ricerca delle loro prede».
Una ricca biodiversità che viene oggi privata di tutele: adesso l’ambiente di Pomezia e della regione Lazio è più povero.
«Le aree archeologiche, i valori geologici dei geositi, gli ecosistemi di Pomezia tornano ad essere esposti a gravi minacce da un voto che sa di oscurantismo – sottolineano gli ambientalisti del Panda – Il Wwf Roma e Area metropolitana pertanto chiede alla Regione Lazio di terminare comunque l’iter per l’istituzione di Monumento Naturale già avviato, salvaguardando integralmente i confini ed il perimetro delle aree protette così come individuate dalla stessa proposta regionale».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 5 gennaio 2024 sul sito online “greenreport.it”)