Le proteste dei residenti contro la costruzione di un «palazzone» di 8 piani ai Parioli – tra via Petrolini, via Salvini, via Pezzana e via Ristori – vanno avanti da mesi.
E martedì mattina i vigili urbani hanno bloccato il cantiere perché non risultava in regola l’occupazione di suolo pubblico e dall’alto cadevano calcinacci sul marciapiede.
Nel cantiere che trasformerà una palazzina anni Sessanta – ex sede della società Kpmg – nel progetto firmato dallo studio Alvisi Kirimoto e Lorenzo Busnengo i lavori sono in corso da settimane.
Ma fioccano le denunce sulle condizioni di «scarsa sicurezza» nell’area, con tanto di testimonianze video raccolte dai cittadini, mentre la petizione online lanciata dal «Comitato di via Ristori» (guidato da Francesco Benigni) ha raccolto centinaia di firme su Change.org.
L’appello dei residenti
«La fragilità del terreno allarma i cittadini del quartiere: il Comune di Roma e il sindaco Gualtieri fermino questo scempio», è l’appello lanciato via Web.
«Un gigante da 8 piani più un garage interrato non si sa quanto profondo che porterebbe il complesso a superare in altezza di gran lunga tutti i palazzi della zona; un pino monumentale, di bellezza artistica, che andrebbe abbattuto; un pericolosissimo progetto che rischia di far franare muri ed edifici vicini in un terreno fragilissimo e che ha già provocato il crollo di una porzione di strada in via Pezzana nel 2019 e la caduta, pochi mesi orsono, di un lungo tratto del muro di contenimento della Pineta Mario Riva» è la denuncia sottoscritta da centinaia di abitanti dei Parioli che si dicono «preoccupatissimi per la propria sicurezza e quella collettiva, nonché per l’enorme impatto ambientale che ne deriverebbe».
E che chiedono dunque «di fermare la follia di un mega palazzone che deturperebbe irrimediabilmente un contesto paesaggistico formato da villini e piccole palazzine anni ’60 immerse nel verde».
Il giallo degli atti negati
Non solo.
Il nuovo viene definito «mostruoso e segreto».
Da un lato ci sarebbe «la fragilità del territorio, evidenziata dai carotaggi effettuati, che ha allarmato anche il II Municipio e ha spinto l’assessore ai Lavori pubblici Paola Rossi a scrivere agli Uffici tecnici chiedendo attenzione, in particolare sulle altezze».
Dall’altro c’è un giallo sui documenti dell’operazione edilizia: «da mesi – raccontano i residenti – è sceso in campo anche il Codacons che ha chiesto invano di poter accedere agli atti e solo da poco, dopo l’ennesimo rifiuto degli organismi tecnici competenti, e la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per omissione d’atti d’ufficio nei confronti di Sindaco e Municipio, il Difensore Civico ha dato ragione all’istanza Codacons».
Il progetto si eleverebbe partendo da un’altezza di circa tre metri dal suolo stradale e il profilo del nuovo edificio si amplierebbe fino al confine delle strada sottostante, aumentando in questo modo non solo l’ingombro ma anche l’impatto sul territorio.
I cittadini delle vie interessate chiedono aiuto per «bloccare quella che appare un’ennesima speculazione edilizia e la salvaguardia di un territorio già fragile e invitano quanti hanno a cuore la natura e la sicurezza a firmare questa petizione».
L’architetto: «Sarà più basso di quello vicino»
«Lavoriamo su via Petrolini soltanto da un anno e non c’entriamo nulla con i precedenti progetti stroncati più volte – sottolinea l’architetto Massimo Alvisi – Ogni novità, ogni costruzione genera ansia tra i residenti e noi la comprendiamo ma questo intervento non andrà a stravolgere nulla.
Innanzitutto, non abbattiamo il palazzo ma lo ristrutturiamo e andremo anche a ridurre la cubatura che però avrà una diversa distribuzione: ci saranno due piani in più che comunque non supereranno l’edificio Salvini posto di fronte, realizzato dall’architetto Passarelli che è 26,84 metri mentre il nostro misurerà 26.20.
Infine, pianteremo dieci alberi e rispetteremo l’identità delle altre costruzioni circostanti con gli stessi cromatismi e materiali».
(Articolo di Natalia Distefano, pubblicato con questo titolo il 31 gennaio 2024 sul sito online del “Corriere della Sera”)
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N.B. – “non abbattiamo il palazzo ma lo ristrutturiamo e andremo anche a ridurre la cubatura che però avrà una diversa distribuzione”
Il fabbricato esistente
Demolizione dell’edificio esistente
Il futuro nuovo edificio