I legali della 39enne – che rischia 24 anni di carcere in Ungheria con l’accusa di aver assalito estremisti di destra – fanno sapere che si valuta il ricorso alla Cedu.
Lunedì il caso potrebbe essere discusso a Strasburgo, in un dibattito all’Eurocamera.
La Lega rende noto che nel 2017 la donna finì a processo per l’assalto a un loro gazebo, ma i suoi avvocati precisano che “è stata assolta per non aver commesso il fatto”.
“Si inizia a vedere un po’ di luce”, dice il padre dopo aver incontrato la figlia in carcere
Mentre la diplomazia italiana si muove per riportarla in Italia, su Ilaria Salis – la maestra 39enne milanese da quasi un anno detenuta a Budapest, accusata di aver aggredito due estremisti di destra – scoppia una polemica tutta italiana.
La Lega ha fatto sapere che la donna, nel 2017, finì a processo per l’assalto a un gazebo del partito.
E anche se i suoi legali precisano che fu assolta “per non aver commesso il fatto“, Matteo Salvini attacca: “È assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra.
Non può fare quel lavoro” (ILARIA SALIS, CHI È E COSA HA FATTO).
Intanto, sul fronte ungherese, per portarla a casa (dove si intende farle scontare i domiciliari) si sta valutando la possibilità di fare ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo, dopo che si sono diffuse le immagini di Salis in tribunale a Budapest con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti.
Nel frattempo, lunedì sul caso dovrebbe tenersi un dibattito alla plenaria dell’Eurocamera, preceduto da un intervento di un rappresentante della Commissione Ue.
“Si inizia a vedere un po’ di luce”, ha detto il padre della donna dopo aver incontrato la figlia in prigione.
L’Ungheria, da parte sua, assicura di rispettare le norme a tutela dei detenuti, ma la tensione si è ormai alzata e il governo rompe un silenzio lungo mesi.
La premier Giorgia Meloni ha sentito sul caso il suo omologo Viktor Orbán, “nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese“, in una telefonata che il padre della donna detenuta, Roberto Salis, definisce “un’ottima notizia“.
Emerge poi che i giudici ungheresi hanno già respinto lo scorso giugno una richiesta per il trasferimento in Italia.
Il motivo era il pericolo di fuga.
Adesso le opposizioni chiedono che la premier si presenti alle Camere per un’informativa sul caso.
Lega: “Esercizio dissenso non può essere violenza“
La Lega ha definito in una nota “scioccanti” le immagini di Salis incatenata in Ungheria.
Però ha subito aggiunto che la donna fu coinvolta insieme a “decine di violenti dei centri sociali” nell’assalto a un gazebo a Monza del partito, avvenuto il 18 febbraio 2017.
Quel giorno “le due ragazze presenti” furono “attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi”. Per quei fatti Salis andò a processo.
Le sue “vicissitudini“, continua il Carroccio, “offrono l’opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza“.
Salvini: “Non può lavorare come maestra“
Il leader della Lega Matteo Salvini, intervistato da La Repubblica, chiede: “Vi pare normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa, e adesso scopro anche in Italia, a picchiare e sputare alla gente?“
Poi, dopo aver precisato che “non è accettabile” che nel 2024 “si vada in tribunale con i ceppi“, aggiunge: “Se è colpevole deve pagare.
E se il reato l’ha commesso in Ungheria deve essere processata in Ungheria.
La sinistra ci dice sempre che dobbiamo rispettare la magistratura, ecco, allora rispettino anche la magistratura ungherese“.
Per Salvini andrebbe quindi “senza dubbio” processata a Budapest.
E rincara la dose: “Ripeto: vi pare normale che una maestra elementare vada in giro a menare la gente?
Io sono preoccupato che bambini di 6-7 anni stiano con un individuo del genere.
Io non credo che possa lavorare come maestra“.
Il legale di Salis: “Per assalto a Gazebo della Lega fu assolta“
“Va bene tutto ma non si possono fare dichiarazioni di questo tipo.
L’uscita di Salvini mi è parsa fuori luogo“, ha commentato Roberto Salis, il padre di Ilaria.
Alle dichiarazioni della Lega ha risposto anche il legale Eugenio Losco: per l’assalto al gazebo Salis fu “assolta per non aver commesso il fatto“.
L’avvocato precisa che “non è stata affatto individuata dalle due militanti della Lega” – come detto dal Carroccio – “ma solo individuata come partecipante al corteo che si svolgeva quel giorno a Monza da un video prodotto in atti“.
Nonostante la precisazione, l’ufficio stampa della Lega fa sapere che “l’avvocato Roberto Zingari assiste una delle militanti della Lega aggredite e insultate a Monza nel 2017” e che “è determinato a promuovere azioni e a utilizzare tutti gli strumenti di legge per fare piena luce su quell’episodio di gravissima violenza politica“, perché “l’aggressione fisica, gli insulti e gli sputi contro una ragazza non possono restare impuniti“.
Anche su questo il legale di Salis risponde: “La Lega era parte offesa e si poteva costituire in giudizio come parte civile ma non lo ha fatto.
È stato lo stesso pm a chiedere l’assoluzione e quindi non ha fatto appello quando il giudice ha assolto tutti gli imputati, compresa Ilaria Salis“.
E poi, ha aggiunto, “oltre alle due militanti testimoniò anche Federico Arena, segretario della Lega di Monza, e quindi il processo era ampiamente noto alla Lega, che comunque non si costituì parte civile“.
Schlein: “Lega mette altre catene a Salis“
Critica verso la Lega è la segretaria dem Elly Schlein: “Anziché battersi per non vedere calpestata la dignità di una cittadina italiana si mette a rovistare nel suo passato, ancora prima che sia pronunciata sentenza ha già deciso la colpevolezza, e mette altre catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria Salis richiamando accuse su cui è già stata assolta“.
La leader Pd parla di “nostalgia di Medioevo, dove sparisce la presunzione di innocenza” e accusa Salvini di “affermazioni di un paternalismo insopportabile“.
E aggiunge: “Se sostiene che chi è accusato di lesioni non possa fare la maestra viene da chiedergli come possa, chi è accusato di sequestro di persona, fare il ministro“.
La petizione per riportare Salis in Italia
Intanto ha superato le 100mila firme in poche ore la petizione online lanciata su Change.org dal “Comitato Ilaria Salis libera“: si chiede al governo e al Presidente della Commissione per i diritti umani del Parlamento Europeo di mettersi in moto per riportare in Italia Salis.
La Russa: “Imputazione eccessiva“
Sulla vicenda ungherese ha alzato i toni il presidente del Senato Ignazio La Russa, secondo cui l’imputazione di Salis in Ungheria (che rischia fino a 24 anni di carcere) è “eccessiva” e secondo cui “è giusto intervenire” per il fatto che Budapest non ha rispettato le norme che vietano “che venga esibito il detenuto con le manette e in condizioni di umiliazione”.
Bufera sulle parole di Lollobrigida: “Non ho visto le foto di Ilaria Salis”
Diventano un caso poi le parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che – forse – per evitare di impelagarsi nella questione dice di “non avere visto le immagini” di Salis in aula a Budapest.
Foto che hanno fatto il giro di qualsiasi social e qualsiasi media: “Le hanno viste tutti tranne lui, una cosa indegna“, ha commentato la leader dem Elly Schlein.
Anche altre dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza (interni alla Lega) non sono piaciute.
“Spiace per il trattamento riservato a Ilaria Salis e ci auguriamo sappia dimostrare la propria innocenza.
Però ogni Paese punisce come vuole e non compete a me giudicare quello che si fa in altri Paesi“, ha detto il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa.
L’ex sottosegretario leghista Rossano Sasso fa invece notare che, se Salis fosse giudicata colpevole, “sarà doveroso radiarla dalle graduatorie ministeriali”.
Poi l’auspicio che i giudici ungheresi “possano confermare che in classe i nostri figli non rischieranno di trovare una facinorosa“.
Cosa succede adesso
L’udienza per Salis è stata aggiornata al prossimo 24 maggio.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani fa sapere che una delle strade che si percorreranno è quella di spingere per portare Salis in Italia, dove farle scontare i domiciliari.
Tajani ha poi dichiarato che “il nostro ambasciatore ha chiesto al ministro della Giustizia ungherese di chiedere al procuratore generale di valutare le condizioni di detenzione di Ilaria Salis e di riferirgli a stretto giro“.
Si aspetta una risposta.
Roberto Salis: “Si inizia a vedere un po’ di luce“
Roberto Salis nelle scorse ore ha incontrato la figlia in carcere.
“Si inizia a vedere un po’ di luce“, ha detto.
E si è definito “moderatamente ottimista“.
Sulla donna ha aggiunto: “Sta un po’ meglio.
È ancora entusiasta per aver visto lunedì i suoi amici e qualche buon segnale sta arrivando anche dal carcere, dove le sue condizioni sono migliorate“.
Ha poi confermato di aver incontrato di nuovo l’ambasciatore italiano a Budapest: “Ci ha riferito dell’incontro con il ministro ungherese della giustizia, credo che tutti si stiano muovendo nella giusta direzione.
Adesso bisogna definire quando si presenterà la nuova istanza per i domiciliari, ma credo che tutto si stia muovendo in una logica di miglioramento“.
Roberto Salis ha anche replicato alle accuse di chi ha collegato il nome della figlia alle ‘Hammerbande’, gang tedesche che prendono di mira militanti neonazisti, bollandole come “tentativi di screditare le azioni di mia figlia“.
E sostiene che l’ambasciata italiana fosse al corrente da mesi delle condizioni di detenzione – catene a polsi e caviglie – a cui è stata sottoposta la figlia.
Tajani ha negato: “Non ero mai stato informato prima di questo“, ha spiegato aggiungendo che “le visite consolari sono sempre state fatte e sono state portate alla detenuta tutte le cose che lei chiedeva”.
(Articolo pubblicato con questo titolo il 31 gennaio 2024 sul sito online “Sky TG24”)