Quello di Ghali contro la guerra non è stato l’unico appello per la pace sul palco della 74esima edizione del Festival di Sanremo.
Ci sono stati quelli di Dargen D’Amico e di Diodato e, tra gli ospiti, anche quello di Eros Ramazzotti.
Ma sulle dichiarazioni del rapper milanese è scoppiato un piccolo caso.
Finita l’esibizione sul palco con la sua Casa mia, Ghali ha ringraziato il suo quartiere (Baggio a MIlano), la mamma e ha chiesto a Rich Ciolino, l’alieno che lo ha accompagnato nel suo racconto artistico, se volesse dire qualcosa.
Dopo essersi consultato con lui, Ghali ha sentenziato: «Stop al genocidio».
E ha poi lasciato il palco dell’Ariston.
Pochi minuti dopo, la clip dell’esibizione è stata caricata su RaiPlay, ma nel video sulla piattaforma, al contrario delle performance degli altri artisti, quella di Ghali finiva senza i ringraziamenti, i saluti e – di conseguenze, l’appello contro la guerra.
Un taglio che non è passato inosservato, come hanno denunciato molti utenti sui social parlando di «censura».
La Rai non ha preso posizione sul caso, ma poche ore dopo la prima pubblicazione, la clip è stata integrata con la parte mancante.
(Articolo pubblicato con questo titolo l’11 febbraio 2024 sul sito online del quotidiano “Leggo”)
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Prima ancora dell’appello di Ghali é stato messo sotto accusa il seguente passo del testo della canzone con cui ha partecipato al festival di Sanremo: ” Ma come fate a dire che qui è tutto normale per tracciare una confine bombardate un ospedale. Per un pezzo di terra di terra o per un pezzo di pane non c’è mai pace.”
Il brano è stato accusato addirittura di fomentare odio da parte del presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, che ha scritto la seguente nota: “Martedì sera al festival di Sanremo, uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in scena una esibizione che ha ferito molti spettatori. Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre“.
La replica di Ghali non si è fatta attendere: “È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso. Se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può andare oltre“, ha affermato l’artista su Instagram, precisando che la canzone “affronta anche il tema della guerra, ma che non è conseguenza degli attacchi del 7 ottobre in Israele.
È stata scritta prima“.
Dopo l’appello per lo stop al genocidio, l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar si è scagliato contro la RAI con un post su X in cui ha affermato: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1.200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto“.
A Domenica In sulle dichiarazioni di Alon Bar, Ghali ha dichiarato: “Mi dispiace tanto che l’ambasciatore israeliano si sia risentito, ma io parlo di questi temi da quando sono bambino, non dal 7 ottobre. La gente ha sempre più paura di dire “stop alla guerra” o “stop al genocidio”, perché sente di perdere qualcosa se dice “viva la pace”, e questo è assurdo. Ci sono dei bambini che stanno morendo, chissà’ quante star, quanti dottori, insegnanti, quanti geni ci sono lì in mezzo e li stiamo perdendo“.
A chiusura della puntata speciale da Sanremo, Mara Venier ha ricevuto la richiesta di leggere in diretta un comunicato, in cui l’ad della RAI Roberto Sergio ribadisce la sua solidarietà al popolo ebraico: “Ho vissuto assieme all’ambasciatore Bar ed alla presidente Di Segni gli eventi che la Rai ha dedicato alla memoria della Shoah nell’ultima settimana di gennaio. E ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano – e continueranno a farlo – la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo ebraico è sentita e convinta“-.
Continuano intanto i bombardamenti a Gaza.
Unica voce umana in questa società malata e frenata ormai da una Destra autoritaria