Mentre in tutta Europa si sta abbattendo una nuova ondata di caldo che potrebbe ancora una volta battere diversi record delle temperature, mentre diversi governi nazionali adottano misure di emergenza per affrontare la siccità, il Wwf ha pubblicato il rapporto “Good water management: The heart of Eurpe’s drought response” che denuncia che «la cattiva gestione di fiumi, laghi, zone umide e acque sotterranee da parte degli Stati membri dell’Ue sta peggiorando gli impatti della siccità» e che, «a peggiorare le cose, molti Stati membri dell’Ue continuano a spingere la Commissione europea a indebolire l’unico strumento che ci aiuterà a fronteggiare meglio le pressioni future», cioè la Direttiva europea sulle acque.
Il Wwf dice che, stressando le risorse idriche, la loro cattiva gestione minaccia le future riserve di acqua dolce e «rende questi ecosistemi molto meno in grado di far fronte ai cambiamenti climatici».
Secondo il rapporto, «la cattiva gestione delle risorse idriche da parte degli Stati membri può essere corretta attraverso la piena attuazione della legislazione dell’Ue in materia di acque, la direttiva quadro sulle acque.
Una missione chiave della legislazione è quella di mitigare gli impatti della siccità e garantire che gli ecosistemi di acqua dolce siano abbastanza resilienti per far fronte a un clima che cambia e, successivamente, siano in grado di continuare a fornire acqua di buona qualità durante i periodi di siccità. »
Il ruolo centrale degli ecosistemi di acqua dolce sani nell’adattamento ai cambiamenti climatici è stato delineato nel rapporto “Climate Change and water: why valuing rivers is critical to adatptation” presentato la scorsa settimana da Wwf e AB InBev.
I punti essenziali del nuovo rapporto europeo del Wwf sono:
La siccità sta diventando sempre più comune e grave in tutta Europa.
Anche i nostri Paesi più settentrionali, come la regione baltica e la Svezia, stanno vivendo i primi segnali di allarme di siccità.
Quando gli ecosistemi sani di acqua dolce sono più resilienti ai cambiamenti climatici e sono in grado di continuare a fornire abbastanza acqua di buona qualità durante i periodi di siccità, possono anche aiutare a mitigare gli impatti, ad esempio tamponando le variazioni di temperatura e assorbendo e immagazzinando carbonio.
Il 60% delle acque superficiali dell’Ue (fiumi, laghi, torrenti, zone umide) non sono in salute e non soddisfano i requisiti di “buono stato” della direttiva quadro sulle acque.
Gli ecosistemi di acqua dolce che non sono sani sono quelli più colpiti da siccità, caldo e inondazioni.
Praticamente tutti i fiumi d’Europa hanno i loro corsi regolati da dighe o bacini idrici al fine di aumentare la loro capacità di fornire acqua agli utenti.
I bacini idrici forniscono solo un approvvigionamento finito di acqua e interrompono l’equilibrio naturale degli ecosistemi di acqua dolce.
Il pericolo di affidarsi pesantemente ai bacini idrici è perfettamente illustrato dalla minaccia del Day Zero a Città del Capo nel 2017.
Andreas Baumüller, responsabile risorse naturali dell’European policy office del Wwf. Conclude: «Con le siccità sempre più intense, il caldo e le inondazioni che stanno rapidamente diventando la “nuova normalità” europea, la gestione intelligente dell’acqua, unita alla riduzione delle emissioni, può aiutarci ad affrontare il problema alla fonte.
I cambiamenti climatici stanno avvenendo e la Commissione europea deve decidere oggi di attenuare gli impatti approvando una normativa Ue in materia di acque più idonea allo scopo».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 23 luglio 2019 sul sito online “greenreport.it”)