Arrivano due pesanti bocciature al progetto di cabinovia Trieste-Opicina, finanziato con fondi Pnrr e fortemente voluto dalla giunta di centrodestra guidata da Roberto Dipiazza.
A esprimersi contro l’opera sono state infatti l’Arpa e la Soprintendenza speciale per il Pnrr del ministero della Cultura che si sono pronunciate sulla Valutazione Ambientale Strategica: un doppio parere che potrebbe mettere a rischio la realizzazione dell’impianto di risalita, il cui costo complessivo sfiora i 62 milioni di euro.
Nella relazione della soprintendenza ad hoc del ministero si legge che “il rapporto più che mai incerto tra i benefici ambientali introdotti dall’opera a fronte dei certi effetti negativi diretti e indiretti che l’opera produrrà sull’ambiente e sul contesto paesaggistico circostante non consentono l’emissione di un parere positivo”.
Il documento osserva che “costituiscono un motivo ostativo” due questioni irrisolte: il sorvolo con l’impianto a fune di due zone protette ZPS/SIC, “vietato dalla normativa di settore nazionale e regionale”, e “l’incompatibilità” delle stazioni Porto Vecchio e Trieste “con i dettami espressi dai provvedimenti di tutela diretta e indiretta gravanti sul compendio del Porto Vecchio”.
In generale, nota la Soprintendenza, “si ritiene non esaustiva l’analisi delle caratteristiche culturali e paesaggistiche delle aree che saranno interessate dall’intervento”.
A rincarare la dose è arrivato il parere contrario dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia.
L’ente ha fatto notare, infatti, come “non siano stati forniti elementi sufficienti ad attestare ‘conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente’ derivati dalla realizzazione dell’opera”.
Non si tratta di una questione secondaria: il decreto ministeriale 17/10/2007 tutela infatti le zone “Natura 2000” come quelle interessate dal progetto, vietando la costruzione di nuovi impianti di risalita a fune.
Al divieto si può andare in deroga “per ragioni connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente” ma – osserva la Regione – “nella documentazione fornita i dati e le stime effettuate non consentono di ritenere sussistenti tali condizioni”.
Entrando nel dettaglio, il valore dei veicoli non utilizzati per il trasferimento modale “risulta differente da quello riportato”, di conseguenza la quantità di emissioni evitate “risulterebbe inferiore a quella stimata”.
Rispetto alle emissioni totali a livello comunale si avrebbero dei benefici “di appena lo 0,1%-0,25%”, aggiunge l’Arpa, che osserva inoltre come i calcoli si basino sul parco veicolare del 2019 e che la tendenza futura è quella di avere autovetture meno impattanti, riducendo ulteriormente il valore stimato.
Ma non è finita qui: nelle sue stime il Comune “non prende in considerazione la quantità di CO2 emessa per la realizzazione dell’opera e il suo funzionamento”, mentre anche il fenomeno del vento forte – a Trieste tutt’altro che raro e che comporterà l’inevitabile fermo dell’impianto – “potrebbe influire significativamente sulla stima delle emissioni evitate”.
“Siamo soddisfatti che le nostre analisi tecniche – afferma il coordinatore del Comitato No Ovovia, William Starc – trovino nuovamente conferma nei documenti degli enti chiamati a pronunciarsi in merito al progetto della cabinovia, smentendo così le prese di posizione del Comune.
Rimaniamo in attesa del pronunciamento del Tar rispetto ai ricorsi presentati, ma riteniamo inaccettabile il comportamento non solo di chi porta la responsabilità politica per la situazione che si è venuta a creare, ma pure del responsabile del procedimento.
Ostinandosi a propagandare notizie prive di fondamento sulla sostenibilità ambientale, trasportistica e finanziaria dell’opera, l’amministrazione manca di rispetto ai cittadini, che meritano invece un’informazione corretta e completa.
Invitiamo ancora una volta a mettere urgentemente la parola fine a questa inutile, impattante e insostenibile opera”.
Da parte sua il sindaco Roberto Dipiazza fa sapere di voler andare avanti con la realizzazione della cabinovia e rimanda ogni replica alla prossima conferenza dei servizi, in programma nei prossimi giorni.
(Articolo di Stefano Tieri, pubblicato con questo titolo il 19 maggio 2023 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)