All’ordine del giorno dei lavori di ieri del Consiglio Regionale c’erano gli ordini del giorno collegati alla Proposta di deliberazione consiliare n. 26 del 4 gennaio 2019: alle 12,44 la richiesta di una sospensione della votazione sugli ordini del giorno collegati al PTPR per avere un inversione dell’ordine del giorno, avanzata dalla consigliera Roberta Lombardi (M5S) per approvare prima il Piano di Asseto del Parco dei Monti della Laga, ha innescato un dibattito che si è acceso fino ad assumere toni indecorosi, che hanno portato a scambi di pesanti accuse reciproche.
Riteniamo opportuno riportare i passi del resoconto stenografico perché fanno conoscere i retroscena sul modo in cui è stato approvato il PTPR, lasciando a chi legge il giudizio.
«AURIGEMMA (FI). Grazie, Presidente.
Mi corre l’obbligo di intervenire perché noi, qualche minuto fa, abbiamo chiuso la Conferenza dei Capigruppo con uno schema ben preciso, dove avremmo votato il rendiconto, avremmo iniziato domani mattina con gli ordini del giorno e poi avremmo seguito le varie leggi calendarizzate, con la legge che andava inserita…
Chiedo scusa se disturbo qualcuno.
Abbasso la voce per non disturbare qualcuno che è impegnato e che utilizza quest’Aula per altre cose.
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
Consigliere Refrigeri, per cortesia. Prego, consigliere Aurigemma.
AURIGEMMA (FI). Grazie per la ripresa al collega Refrigeri, che è intemperante ultimamente.
Volevo ricordarle che dobbiamo consegnare ancora la proposta di legge da discutere come forze di centrodestra e continuare sulle decisioni che sono emerse dalla Capigruppo.
Volevo anche tranquillizzarla, Presidente, perché non utilizzeremo questo tempo che avanza per fare qualche video, come è stato fatto da qualche collega di quest’Aula, che ha accusato il centrodestra con il centrosinistra di aver fatto un accordo per il PTPR.
Noi non faremo la stessa cosa, non faremo video, dove il Movimento 5 Stelle oggi è stato determinante per garantire la maggioranza a quest’Aula.
Sono contento che, dopo il Patto d’Aula, nasce anche il Patto dei Cinque Stelle, però non penso che quest’anatra zoppa avrà molto tempo per continuare a gestire l’amministrazione di questa Regione.
……. MASELLI (NcI). Grazie, Presidente.
Lungi da noi la volontà di non voler lavorare.
Siamo qui apposta, nonostante sia il 7 agosto, ma è giusto così, ovviamente.
Se ci sarà bisogno, anche domani, anche nei prossimi giorni.
Però, Presidente, abbiamo chiuso la Conferenza dei Capigruppo qualche minuto fa, ci siamo dati un ordine dei lavori, abbiamo stabilito e confermato un calendario, dato che abbiamo finito in anticipo l’approvazione del rendiconto del Consiglio regionale, credo che possiamo andare avanti sulla tabella di marcia che ci eravamo dati, quindi la continuazione dello scorso Consiglio, vale a dire la discussione degli ordini del giorno.
Il capogruppo Ghera, presentatore di ordini del giorno, mi dice “siamo pronti”, che stanno individuando quali ordini del giorno discutere, quindi procedere in questo modo.
Non vedo perché dobbiamo adesso cambiare l’ordine del giorno.
Direi di procedere subito con gli ordini del giorno del PTPR.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Lombardi.
Ne ha facoltà.
LOMBARDI (M5s). Sempre sull’ordine dei lavori.
Noi siamo ovviamente per andare avanti con i lavori, quindi se il punto di caduta sono gli ordini del giorno del PTPR va bene lo stesso.
Però non posso – non posso – non far notare un labirintico senso del rispetto degli accordi, perché gli accordi presi in Capigruppo, finita qualche minuto fa, dicevano che si sarebbe iniziato domani con gli ordini del giorno del consigliere Ghera.
Quindi, o si rispetta tutto quello che dice la Capigruppo, oppure si rispetta anche secondo una certa intelligenza e flessibilità.
… AURIGEMMA (FI). Io non sono d’accordo.
Noi abbiamo fatto una Capigruppo: gli ordini del giorno venivano discussi domani.
Ma non è un problema, Vincenzi.
Io, a differenza dei 5 Stelle, faccio opposizione, quindi è normale che non mi trova d’accordo. È normale che trova d’accordo anche i 5 Stelle, lo abbiamo visto con il PTPR, con gli emendamenti ritirati, con gli ordini del giorno ritirati.
Può star tranquillo che la differenza tra noi e loro è che noi gli emendamenti non li ritiriamo, ma neanche gli ordini del giorno sul compostaggio, come ha fatto il presidente Cacciatore, che ha fatto la coreografia in aula, ha fatto un buon video per dire, però poi alla fine è stato quello che ha fatto passare il PTPR in Commissione, è stato quello che ha fatto l’accordo con voi per adottare il testo adottato e non quello copianificato con il Ministero, e poi è venuto a fare in Aula la comparsata, ritirando i suoi 900 emendamenti zingarelli e ha ritirato i suoi ordini del giorno.
Questi sono i fatti.
Quindi, che io non sia d’accordo con lei è una cosa normale.
Io ho preso i voti degli elettori che non condividevano il progetto di Zingaretti.
Anche i 5 Stelle hanno preso i voti di un elettorato che non condivideva il progetto Zingaretti; però in Aula si comportano in maniera diametralmente opposta.
Io quindi volevo manifestare il mio dissenso, non solo formale, ma anche sostanziale, perché io qui a differenza dei 5 Stelle, svolgo un ruolo di opposizione.
I 5 Stelle lo svolgono facendo maggioranza di palazzo e opposizione di piazza.
PRESIDENTE. Lombardi, poi Porrello.
Ha chiesto di parlare la consigliera Lombardi.
Ne ha facoltà.
LOMBARDI (M5s). Presidente, forse noi non abbiamo l’esperienza delle opposizioni di Aurigemma. Ma vorrei che ci spiegasse qual è quell’opposizione che vota gli emendamenti della maggioranza in Commissione e vota il rinvio all’Aula del testo, così come uscito dagli emendamenti approvati, anche con il loro voto in Commissione, che parla di un PTPR pubblicato e non copianificato.
Posizione che invece ha visto il voto contrario del Movimento 5 Stelle.
Quindi, vorrei capire di che cosa sta parlando il consigliere Aurigemma.
PRESIDENTE. Io direi ‒ poi le do la parola, consigliere Porrello ‒ di chiudere qui questa sorta di confronto.
Poi le do la parola, Vicepresidente.
Direi di proseguire con il lavoro.
dei lavori, immagino sullo stesso tema, l’ultimo intervento.
Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello.
Ne ha facoltà.
PORRELLO (M5s). Grazie, Presidente.
Adesso veramente quest’Aula si sta trasformando, da un’Aula istituzionale, a un circo, dove ognuno prova a tenere l’equilibrio dicendo cose e accollando ad altri delle questioni che, in realtà, forse dipendono più da loro stessi che dagli altri.
Questo diventa surreale qui dentro.
Diventa un qualcosa veramente di strano.
Sentirmi dire ancora una volta da certi Consiglieri, nel caso particolare dal capogruppo Aurigemma, che con il suo Gruppo presenta 800 emendamenti al PTPR firmati Simeone, Ciacciarelli, Aurigemma e Cartaginese…
Per carità, tutto bene, ma 800 ne hanno presentati.
Noi ne abbiamo presentati 1005, è vero: 480 dichiarati inammissibili.
Stiamo parlando di 1.000 emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle contro 800 presentati dal consigliere Aurigemma e altri del suo Gruppo.
Quindi, di che cosa stiamo parlando, che ancora ci addossano la colpa?
Primo.
Secondo.
Arriva un maxiemendamento in Aula.
All’una di notte riprendiamo l’Aula.
Si fosse alzato un componente, a cominciare dal consigliere Aurigemma, per dire: “Scusate, ma perché fate il maxiemendamento?”.
Il silenzio c’è stato quella notte.
Il silenzio c’è stato.
E ora vengono a dire che siamo noi quelli che hanno fatto l’accordo!
L’accordo lo fa chi sta in silenzio, non chi si alza qui dentro per dire “non ci sta bene il maxiemendamento”.
Io sono stufo di sentirmi dire che questa parte politica fa gli accordi.
Qui non si fanno accordi.
Gli accordi li fa chi sta in silenzio e fa finta opposizione, scaricando su di noi il fatto di essere noi quelli che, invece, fanno questo tipo di lavoro.
E no, Presidente, questo non va bene.
Se quest’Aula deve rimanere un confronto istituzionale, che rimanga un confronto istituzionale, ma se dobbiamo farlo diventare un circo, allora diventa davvero un circo.
Allora cominciamo a parlare tutti.
Allora ognuno cominci a dire le proprie verità, cominciate a fare veramente artifici linguistici…
Per cercare di coprire la loro colpa, che provano a scaricare su una parte politica che non ce l’ha.
Quindi, o il consigliere Aurigemma, Presidente, trova pace oppure staremo qui a ricordarvi volta per volta che cosa è successo quella notte, chi è stato in silenzio, chi ha presentato gli emendamenti in realtà, chi ha votato a favore di quel Piano, non chi ha votato contrario.
Glielo ricorderemo ogni volta che si alzerà in piedi.
….. MASELLI (NcI). Grazie, Presidente.
Se oggi il Consiglio regionale deve essere dedicato a interventi che rischiano di essere del tutto farneticanti e deve esserci oggi questo sport, possiamo tutti quanti dedicare l’intera giornata a farneticare.
…… Ritorneremo su questa vicenda del PTPR, Presidente.
Glielo annuncio, ritorneremo più volte, per chi viene in Aula e pensa di fare il maestrino, senza alcuna competenza e si permette di dire in quest’Aula e fuori che sono stati fatti degli accordi.
Premesso che noi non abbiamo timore, perché quando facciamo gli accordi per noi è una soddisfazione, vuol dire che si è trovata una soluzione e si arriva quindi ad approvare il provvedimento.
Non è vero che noi non abbiamo contestato quel metodo di calare il maxiemendamento, lo abbiamo contestato, eccome.
Ma se lo si è calato, se la maggioranza è stata costretta a calare il maxiemendamento è soprattutto, come prima responsabilità, per la forza politica, per il Gruppo politico che ha presentato il maggior numero di emendamenti.
Poi ci sarà anche la responsabilità di Forza Italia, non credo che Aurigemma la voglia negare.
Ma chi ha presentato più emendamenti di tutti, pretestuosi, anzi io direi vergognosi, perché un legislatore che presenta quegli emendamenti che non hanno alcun significato, se non solo cambiare le parole, si dovrebbe vergognare di fare il legislatore.
Dovrebbe raccontare quello su Facebook, nei video che fa; non dovrebbe raccontare altro. Dovrebbe raccontare quegli emendamenti che lui propone.
Quegli emendamenti hanno provocato il maxiemendamento.
Quindi, Presidente, un po’ più di buonsenso.
Se in Consiglio siamo stati quattro giorni con quel provvedimento è perché la Commissione, e la prima responsabilità è di chi fa il Presidente, non ha esaminato e non ha approvato, articolo per articolo quel provvedimento, che è arrivato qua ampiamente disordinato, e ci abbiamo dovuto mettere le mani in Consiglio regionale.
Le Commissioni ci sono per questo.
E ci si permette anche di criticare il lavoro della Commissione attività produttive, che ha fatto esattamente il contrario di quello che ha fatto lui in Commissione.
Quindi, non è stato esaminato in Commissione, e non certo la responsabilità può essere gli altri, ma del Presidente della Commissione.
Presenta emendamenti inutili, insipienti, farneticanti, ostruzionistici, per fare sì qualche accordo, perché gli emendamenti, e parla chi ha qualche anno in più, si fanno.
Io ne ho fatti 15, quindi io non dovevo fare alcun accordo e nessun accordo ho fatto.
Chi ne ha presentati mille, tutti ostruzionistici, aveva in animo di fare accordi.
E quando si sono fatti gli incontri tra maggioranza e opposizioni, il primo a essere presente agli incontri era proprio il Presidente della Commissione.
Quindi, abbiate un po’ di dignità, cercate di guardare la vostra azione, cercate di raggiungere qualche obiettivo, non vi mettete sul piedistallo a criticare nessuno.
Dimostrate di essere una forza politica matura e responsabile, dimostratelo, o cercate di saper governare dove siete al Governo: e mi sembra, tra Paese e città di Roma, fino adesso abbiate dimostrato tutto, meno che il buongoverno.
E quando state all’opposizione, dimostrate di saper fare un’opposizione seria e responsabile.
Basta con queste offese, contumelie che fate continuamente.
Presidente, lo dico, altrimenti lo dirò tutti i mercoledì in Consiglio: io voglio rispetto.
Quando noi interveniamo, nessuno si può permettere di interrompere o di fare quel brusio infantile, non da scuole primarie, ma da asilo.
Ognuno deve stare come in questo momento, deve ascoltare i colleghi che intervengono e poi ha la possibilità di controbattere.
Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Consigliere.
Certo, quando il brusio arriva alla Presidenza, viene palesemente richiamato e stigmatizzato.
In questi casi non è arrivato alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cacciatore.
Ne ha facoltà.
CACCIATORE (M5s). Grazie, Presidente.
Io volevo astenermi dalla nuova Traviata, però è evidente che quando si viene chiamati in causa nel ruolo, quindi non rispondo assolutamente per fatto personale, ma per una questione istituzionale, non si può omettere di far sapere anche ai cittadini che ci guardano la verità. Intanto, spero che il religioso silenzio sia osservato da parte dei banchi del centrodestra anche durante questo intervento.
Il brusio che si fa durante un intervento…
A volte, magari, l’ho fatto io.
Se è così, chiedo scusa.
Certo è, Presidente, che è ancora più grave quando un Consigliere si rivolge a un intervento di un altro Consigliere criticandolo e, a microfono spento, viene insultato.
Quindi, quando quel brusio si riempie di turpiloquio è ancora più indegno nella figura di legislatori che rivestiamo tutti.
Ci tengo a ricostruire la vicenda in Commissione.
Nel precedente intervento il collega Maselli esponeva…
L’ho visto scaldarsi, quindi evidentemente ci tiene molto, ha a cuore la questione.
Non l’ho mai visto in Commissione, perché evidentemente è degnamente rappresentato da chi per il centrodestra siede da commissario nella X Commissione.
Riepiloghiamo un pochino quello che è successo.
L’ho fatto più volte, ma evidentemente non è sufficiente.
Dopo i tre mesi di audizioni ‒ tre mesi, per cui non mi sembra assolutamente di aver corso oltremodo ‒ siamo arrivati a una fase politica, nella quale, tra l’altro, erano stati presentati un buon numero di emendamenti.
Ricordo che all’epoca il PTPR era composto, di fatto, da due parti: quello pianificato e quello del 2007 aggiornato con le norme nel frattempo intervenute.
Quindi, delle norme tecniche su cui tutti avevamo stabilito di intervenire esclusivamente… Senza intervenire sulla parte cartografica, che avrebbe costretto alla ripubblicazione, c’erano due versioni.
Ed è molto strano che tra le due versioni ce n’era una che sarebbe rimasta in piedi, cioè quella più vecchia, e l’altra, quella più aggiornata, invece, che tutti pensavamo fosse quella che poi sarebbe arrivata in Aula.
Caso strano dei casi strani, soltanto poche forze politiche avevano fatto gli emendamenti sulla parte più vecchia.
Evidentemente qualcuno sapeva che il colpo di mano operato dalla maggioranza con i voti del centrodestra…
Quel giorno, in sostituzione della consigliera Cartaginese, sedeva il consigliere Aurigemma, che ha alzato la mano, e del Vicepresidente Ghera, che ha votato anch’egli.
Ebbene, per sei voti a uno, senza il mio voto, perché non ho mai votato neanche la mia proposta di legge che qualche tempo fa doveva essere discussa in Aula…
È passata in Commissione e io non ho mai votato neanche quella. Eppure, con i voti del centrodestra, si è stralciata completamente un’intesa.
A quel punto, l’atto aveva una nuova conformazione.
Non ho voluto, da Presidente, consentire che 130-140 emendamenti rimasti in piedi, fatti da chi, appunto, sapeva già prima quale era la parte inspiegabilmente e inaspettatamente rimasta in piedi…
A quel punto, non era giusto che quei 130 emendamenti dei privilegiati avessero una sede semplificata come quella della Commissione.
Quindi, quello che si è chiesto, prima in Ufficio di presidenza, accettato dai vicepresidenti Panunzi e Ghera, e poi alla Commissione, che ha accettato tutto, compreso il rappresentante di Forza Italia di quel giorno, cioè il consigliere Aurigemma, è stato il rinvio all’Aula del testo modificato, ma con la decadenza di tutti gli emendamenti che, per giocare ad armi pari, sarebbero stati ripresentati per l’Aula.
In Aula non ero più il Presidente.
Ero un membro di opposizione.
L’opposizione si fa anche con gli emendamenti ostruzionistici.
Il consigliere Aurigemma ha presentato, mi sembra, 305 emendamenti sulla legge al compost, tutti solo terminologici.
Anzi, ha sostituito “frazione di rifiuti” con “porzione”.
Si sarà sbagliato.
Si sentiva al ristorante.
Non lo so.
Questo è uno strumento lecito anche nelle mani di un Consigliere d’opposizione.
Gli emendamenti, quando si parla di accordi o di carrelli per la spesa…
Quando io ho fatto accordi sicuramente mi sono confrontato.
E cosa ho chiesto sempre?
Non in cambio di un atteggiamento più parsimonioso, ma ho offerto apertamente ‒ lo dico ‒ il ritiro dei miei emendamenti ostruzionistici, chiedendo in cambio la tutela dei paesaggi, dei vincoli, la salvaguardia delle aree e dei beni paesaggistici archeologici che devono essere tutelati.
Il PTPR serve a questo.
Invece il centrosinistra, facendosi ultraliberista, svelando che l’acronimo esteso del partito di maggioranza è “partito di destra” e non più “Partito Democratico”, ha condiviso con una certa parte del centrodestra, nemmeno con tutta, soprattutto, secondo me, con il consigliere Aurigemma… Riconosco i suoi interventi, i suoi emendamenti, che tracciano una linea rossa, anzi nera, o rossa e nera, non lo so, che riconosco nel submaxiemendamento.
L’ultima versione del PTPR – per dirne una – consente all’interno di un vincolo, che dovrebbe già essere salvo da legge, di andare in deroga alle norme non solo più per le attività produttive e per le opere pubbliche, come era previsto prima, ma per la rigenerazione urbana.
Sono questi gli accordi di cui si vantano?
Cioè, prendere uno strumento che dovrebbe essere di tutela e tirare la maggioranza di centrosinistra a fare che cosa?
A togliere ogni tutela per continuare a fare colate di cemento e insediamenti sui territori che già sono abbastanza massacrati, all’interno, tra l’altro, di uno strumento che serve a salvaguardare, non a sviluppare.
Lo abbiamo spiegato in ogni lingua, abbiamo citato gli articoli del Codice Urbani. E a chi diceva che promanasse dalla legge l’esigenza di sviluppare tramite il PTPR gliel’abbiamo dimostrato, gli abbiamo letto l’articolo 135 e l’articolo 143, dove si parla di individuare le aree da salvaguardare, non di sviluppo, perché lo sviluppo senza più salvaguardia è insostenibile, lede chiaramente i territori e la vivibilità di quei territori, e anche chi fa i progetti lo espone.
Sapete poi che cosa si dice ultimamente?
Che pare che quel progetto, di cui si vanta tanto l’Assessorato, che è stato fatto in accordo specifico, esplicito, perché sta sulle carte, e basta guardare gli emendamenti del centrodestra, quelli di merito, e li ritroviamo tutti sul subemendamento, ebbene quel Piano che ha snaturato la sua natura completamente, la sua funzione che gli dà l’ordinamento, potrebbe addirittura essere impugnato.
Allora, lì voglio vedere che bel vanto per i legislatori che fanno gli accordi di cui si vantano e poi quegli accordi che snaturano una forza politica probabilmente, ma fino a un certo punto, sicuramente snaturano un atto e la sua funzione, e poi vengono pure impugnati.
Complimenti!
Da queste persone c’è veramente da imparare.
Ma fare il maestrino nei confronti degli altri colleghi…
PRESIDENTE. Consigliere Cacciatore, erano cinque minuti e li ha abbondantemente superati. CACCIATORE (M5s). …fare il maestrino nei confronti di certi colleghi è davvero facile.
PRESIDENTE. Grazie.
Consigliera Ghera, ha finito la selezione degli ordini del giorno?
Se ce li consegna, via via li chiamiamo e andiamo avanti con i lavori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Aurigemma.
Ne ha facoltà.
AURIGEMMA (FI). Presidente, giusto per tranquillizzare qualcuno: gli unici colori che seguo sono quelli giallorossi, che sono quelli della mia città.
I colori rossoneri sono un po’ diversi.
Dopo questo intervento che abbiamo ascoltato con molta calma e pazienza, abbiamo capito che forse è stato fatto centro, collega Maselli.
Del resto, se il PTPR è arrivato in Aula è forse grazie alla velocità di qualcuno che, in appena tre mesi, è riuscito ad accelerare tutte le procedure di audizione.
Non è il voto astenuto del Presidente, ma è grazie alla sua capacità e alla sua dote di aver bloccato tutti i lavori e di aver fatto soltanto quello, ventre a terra, perché l’accordo fatto con il PD era quello di portare il PTPR in Aula in cambio dell’approvazione della legge sul compostaggio, che è quella che ci porta oggi qui prima di Ferragosto e prima del passaggio in Aula della legge votata sul Piano rifiuti la scorsa settimana, che è propedeutica a una consultazione e a un incontro.
Ed è quello il motivo dell’accordo, non l’astensione, che è un altro motivo, ma l’accelerazione che la Presidenza ha avuto all’interno della Commissione.
Io la ringrazio perché, a differenza del collega Maselli, io prendo spunto dalle lezioni di qualche zelante collega, che ci ha insegnato come vengono fatti gli emendamenti ostruzionistici.
Io li ho fatti ostruzionistici sulla legge sul compostaggio, così come ho fatto gli ordini del giorno.
Però, la differenza tra me e lei è che, mentre lei ha ritirato gli ordini del giorno perché era d’accordo con il PD sul PTPR, io gli ordini del giorno sul compostaggio non li ritiro.
Questa è una differenza di fondo.
Io faccio le mie battaglie condividendole anche con gli elettori, i cittadini, voi invece turlupinate gli elettori: gli dite una cosa e ne fate un’altra all’interno dell’Aula.
Io capisco che adesso il nuovo percorso della maggioranza del PD è fare l’accordo con i Cinque Stelle anche a livello nazionale.
Stiamo iniziando dal Lazio, ne siamo contenti, però assumetevi anche le vostre responsabilità.
Avete consentito l’approvazione del PTPR: questo è un dato di fatto, presidente Cacciatore.
È grazie a lei, è grazie al suo operato in Commissione, è grazie al suo lavoro che avete accelerato il PTPR all’interno della discussione in Aula.
Di questo non si deve vergognare, l’ha fatto, è storia, non dobbiamo stare a discutere.
In due mesi neanche il collega Maselli è riuscito a convocare tutte le categorie sul commercio: ci ha impiegato un anno per poterle convocare.
Lei è stato più bravo di tutti perché in pochi mesi, con tre o quattro audizioni a settimana ha convocato tutti.
Ha fatto questo percorso: perché oggi deve rinnegarlo?
L’ACER, la Federbagnanti, e tutte le categorie, la Coldiretti, penso che l’abbiano ringraziata in prima persona, perché se lei non c’era…
Sicuramente, dopo trent’anni che la Regione aspettava questo PTPR, grazie al suo lavoro siamo riusciti a licenziare questa legge.
Questo dipende dai punti di vista.
Non condivido l’ipocrisia di venire qui in Aula ad ergersi a paladino in difesa del centro storico e di quant’altro, quando lei è il principale responsabile, è l’artefice di questo PTPR.
Ci sarà un motivo se per trent’anni nessuna Commissione, con le audizioni, è riuscito a licenziare questo testo, e lei solo, in due mesi, è riuscito ad audire tutti e a rinviare tutto in Aula?
Sì, perché c’era un accordo con il PD. Ma di questo non si deve vergognare.
La storia e la cronaca ci hanno insegnato questo.
Lei ha fatto questo.
Poi viene qui in Aula a dire invece che lei è il difensore: si metta d’accordo.
Non so se i giorni pari pensa una cosa e in quelli dispari ne pensa un’altra.
Penso che vado da un minimo di dignità all’azione politica che qualsiasi persona fa.
Io spesso cambio idea quando il collega Forte mi convince che la mia idea è sbagliata, e me ne assumo le responsabilità.
Così come vado avanti con le mie idee anche su battaglie che mi vedono da solo portare avanti alcuni princìpi.
Questo è il motivo per il quale mi candido a fare il Consigliere regionale, e continuerò a far politica finché ho la passione e la forza che mi portano avanti su questo percorso, e finché gli elettori continueranno a credere alla mia coerenza.
Una parola, visto che ha una certa dimestichezza col vocabolario, che dovrebbe cominciare a frequentare e a leggere di più.
La coerenza politica spesso fa allontanare i cittadini, gli elettori dalle Istituzioni.
Lei ne è un esempio lampante, ne è un esempio classico: lei fa l’opposizione di piazza andando a fomentare i movimenti ambientalisti – ho visto Italia Nostra e ho visto tanti altri movimenti –, però poi si dimentica di quei movimenti di piazza e va nel palazzo a fare maggioranza. PRESIDENTE. Consigliere, erano cinque minuti, la invito a concludere.
AURIGEMMA (FI). Le chiedo scusa, Presidente, solo trenta secondi.
E questo, finché glielo consentiranno gli elettori, ma penso che questi giochetti ormai sono sotto gli occhi di tutti e penso che forse si potrà godere gli ultimi giorni di mandato, visto che tra l’altro le notizie che arrivano dalla Camera e dal Senato non sono proprio esaltanti.»
A proseguire sono stati posti in votazione 79 ordini del giorno: nel corso della loro votazione il dibattito si è concentrato ad un certo momento sulla mancata tutela del centro storico di Roma.
«CACCIATORE (M5s). Vorrei ricordare a tutti i Consiglieri in Aula che è evidente che esistono degli ordini del giorno, a mia prima firma, che non sono stati ritirati.
Come è evidente, se questi sono stati oggetto di accordo, io ho chiesto negli accordi di salvaguardare e preservare, come da funzione del PTPR.
Prima è passato e non è stato votato, quindi è stato respinto un ordine del giorno che garantiva tutele continuative al centro storico di Roma, cosa che il PTPR votato da questa maggioranza, su segnalazione e su imbeccata del centrodestra, si è rifiutata di votare, quando invece il centrodestra ci ha sobbarcato di ordini del giorno che riguardavano i paesaggi e il patrimonio archeologico, chiedo scusa.
Strano che il centrodestra voti contro questo ordine del giorno, che non si sia mai pronunciato sulle osservazioni del MIBAC che riguardavano proprio il patrimonio archeologico, e poi presenti 800 ordini del giorno sullo stesso oggetto.
Credo che quantomeno su questo tipo di atto che ha minor vigore, almeno su questo riprendere un minimo coscienza di quello che abbiamo votato in maniera secondo me del tutto dissennata, e ripeto, per accordo e per istanza del centrodestra che ha influito sulla maggioranza, sarebbe un minimo di ritorno alle esigenze dei cittadini che dovremmo considerare prioritari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Vincenzi.
Ne ha facoltà.
VINCENZI (PD). Grazie, Presidente.
Desidero intervenire non per convincere il consigliere Cacciatore, perché abbiamo già parlato lungamente delle tutele nei confronti del centro storico di Roma.
Ripeto, però, per farlo rimanere agli atti: qui non è difensore di qualcosa chi continua a ripetere un argomento che non ha fondamenti giuridici, ma che ha soltanto l’obiettivo di colpire l’immaginario.
Se venisse attuata la proposta che avanza, avrebbe poi come risultato di complicare la vita a milioni di cittadini e anche alle istituzioni.
Quindi, sicuramente farebbe un pessimo servizio alla comunità, alle istituzioni e quindi al nostro Paese.
La duplicazione dei pareri non è un rafforzativo, è un elemento negativo, non ci sono dubbi su questo.
Quando tu per far ottenere un’autorizzazione, imponi che lo stesso soggetto che la deve rilasciare la debba rilasciare due volte, per lo stesso motivo, credo che non sia un aumento di garanzia, ma semplicemente una complicazione inutile e dannosa.
Questo lo abbiamo detto e ripetuto.
Io poi non so se è più la necessità di strumentalizzazione, o proprio l’impossibilità di capire.
Per la verità, è una cosa semplice, perché se io debbo chiedere un’autorizzazione a un ente per ottenere un permesso ed è già previsto e impongo che lo stesso soggetto ti ridia la stessa autorizzazione chiamata in un altro modo attraverso un’altra domanda credo che sia una complicazione.
Mi spiego meglio.
Per effettuare un qualsiasi intervento all’interno del centro storico di Roma è necessario, da norme attuali, un parere della Sovraintendenza che l’Amministrazione comunale di Roma, su richiesta del cittadino, trasmette appunto alla Sovraintendenza.
Per ottenere il parere paesistico è necessario un parere della Sovraintendenza, che il Comune di Roma, su richiesta del cittadino, trasmette alla Regione Lazio la quale trasmette alla Sovraintendenza.
Allora, con il PTPR abbiamo fatto una cosa molto semplice, perché abbiamo detto che quando la Sovrintendenza esprime un parere su richiesta dell’Amministrazione comunale per un dato intervento lo deve esprimere.
Ripeto, lo deve esprimere.
Quindi, poiché il PTPR è un Piano sovraordinato e quindi chi poi opera si deve adeguare, lo deve esprimere, deve esprimere il parere ai fini dell’autorizzazione paesaggistica all’interno di quel procedimento.
Evitando che cosa?
Che il singolo cittadino debba fare due domande, tutte e due indirizzate al Comune di Roma, una per dar luogo alla procedura della convenzione fra Comune di Roma e Ministero sul centro storico, e che quindi il Comune di Roma trasmetterà alla Sovrintendenza, l’altra, sempre al Comune di Roma, ai fini paesaggistici, e il Comune di Roma la trasmetterà alla Regione Lazio la quale la trasmetterà alla Sovraintendenza, che dovrà dare, sullo stesso intervento, due pareri.
Che cosa succede con il PTPR così come l’abbiamo approvato?
Che il cittadino farà un’unica richiesta, la indirizzerà al Comune di Roma, il Comune di Roma la trasmetterà alla Sovraintendenza, la Sovraintendenza si esprimerà sotto due aspetti: uno, quello già che fa adesso, per l’intervento sul centro storico, e l’altro sarà il parere paesaggistico ai fini della concessione dell’autorizzazione paesaggistica.
Questo mi sembra molto chiaro.
Si può non essere d’accordo, può piacere di più una cosa più complicata, sicuramente non può essere presentata come un tentativo di far passare interventi negativi sul centro storico di Roma.
Spero di essere stato chiaro.
Però, questo non significa che chiunque Consigliere possa ripetere fino all’infinito la nenia che abbiamo ascoltato finora in Consiglio regionale.
Quindi, votiamo contro anche questo ordine del giorno.
Grazie, Presidente. »
Alla fine il Consiglio Regionale ha approvato dodici ordini del giorno collegati al Piano territoriale paesistico regionale.
Per la cronaca è t approvato anche il piano di assetto del “Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga” (proposta di deliberazione consiliare n. 30 del 17 maggio 2019), limitatamente al territorio del Lazio (Accumoli e Amatrice).
Dott. Arch. Rodolfo Bosi
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