Come si poteva prevedere facilmente, il TAR del Lazio non se l’è sentita di porsi a vantaggio della difesa dell’ambiente, del territorio a nord-est della Capitale, dei cittadini che da decenni vivono a contatto con i rifiuti della provincia romana.
Con un’Ordinanza breve, concisa, secca, la Quinta Sezione del Tribunale amministrativo ha accolto, il 10 maggio, le lamentazioni fantasiose del duo Gualtieri-Cerroni (il plenipotenziario del Pd che governa Roma e provincia a colpi di emergenze ed il ras dei rifiuti e dei danni ambientali) che ha impugnato la decisione
dell’Ente Parco del 19 gennaio scorso di far rispettare quanto previsto nella legge istitutiva del Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata di Guidonia.
Una sentenza interlocutoria – il merito sarà discusso l’11 ottobre 2023 – che pone come centrale la preoccupazione dei giudici per l’emergenza rifiuti romana, nonostante lo stesso bisindaco abbia strombazzato ai quattro venti la decisione di chiudere il TMB di Rocca Cencia (di proprietà dell’AMA) “per dare seguito ad una promessa fatta ai romani”, nonostante la palese illegittimità su cui si fonda tutta la vicenda dell’impianto TMB di proprietà dell’interdetta azienda cerroniana Ambiente Guidonia srl, nonostante l’Ordinanza Gualtieri del 20 luglio scorso (che ha imposto la stipula del contratto tra Ambiente Guidonia ed AMA e l’apertura
dell’impianto tuttora non in esercizio, ma solo sottoposto a collaudo) sia gravata da ricorsi multipli e da indagini della Procura.
Ma, per i giudici amministrativi, “stante il bilanciamento dei contrapposti interessi, con particolare riferimento all’effettività e continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti”, si fanno prevalere gli interessi dell’inceneritorista Gualtieri e dell’interdetto Cerroni.
La paura (falsa) di vedere Roma invasa dai rifiuti fa allineare il TAR dietro ai camion dell’AMA, che, a ritmo di trenta al giorno, stanno solcando l’area protetta guidoniana.
La stessa AMA spa ha dichiarato, nella sua memoria al TAR all’interno del medesimo ricorso, che i rifiuti conferiti all’impianto TMB all’Inviolata sono circa il 10% del totale di quelli prodotti dai cittadini romani.
L’impianto di Cerroni non è tuttora in esercizio.
Manca infatti la Determina regionale di messa in attività, ma manca soprattutto il parere vincolante dell’ARPA Lazio su tutta una serie di prescrizioni (ancora non ottemperate) che ne hanno pesantemente modificato l’AIA del 2020-21 emessa da Flaminia Tosini.
Manca pure la soluzione al rebus dell’utilizzo delle acque di lavorazione per l’impianto e per l’uso umano.
Ma manca anche una decisione che chiarisca se un impianto può entrare in esercizio su un sito da bonificare, su un’area ancora con un inquinamento non determinato definitivamente né perimetrato, visto che il Testo unico ambientale lo esclude.
Tutto ciò ai giudici del TAR, chiusi nella loro paura (il cosiddetto periculum in mora) di ritrovarsi i rifiuti sotto casa, non è pervenuto.
In una recente manifestazione gli sgomenti cittadini del comprensorio a nord-est della Capitale si sono chiesti: “E se i rifiuti romani li portassero su Via Appia Antica o dentro il Colosseo?”.
Comitato per il Risanamento Ambientale
**********************************************************
[pdf-embedder url=”https://www.rodolfobosi.it/wp-content/uploads/2023/05/Ordinnza-del-TAR-su-strada-nel-Parco-dellInviolata.pdf” title=”Ordinnza del TAR su strada nel Parco dell’Inviolata”]