Un albero tagliato. Foto d’archivio
Rivedere il regolamento del verde per migliorare la gestione del patrimonio arboreo di Roma Capitale.
L’amministrazione capitolina sta già lavorando a questo obiettivo come, del resto, è stato annunciato anche nel corso degli stati generali del verde che si sono tenuti in Campidoglio lo scorso 24 novembre e che, l‘ordine dei dottori agronomi e forestali, aveva chiesto di convocare.
Il regolamento sul verde
Il regolamento sul verde pubblico e privato era arrivato, nel 2021, dopo una lunga gestazione.
Era frutto di un processo partecipativo durato alcuni anni, avviato e concluso durante la consiliatura di Virginia Raggi.
Quel documento, che contempla 67 articoli e 16 allegati, disciplina la gestione del verde pubblico e privato oltre a quella del paesaggio urbano di Roma Capitale.
Nel corso della sua applicazione, però, ha spesso disatteso le aspettative dei comitati e dei cittadini preoccupati per due ordini di ragioni: le modalità con cui sono eseguite le potature e per il numero di abbattimenti.
L’amministrazione è però pronta a riaprire il confronto con le realtà e le associazioni del settore.
Confronto che riguarda anche l’ordine dei dottori agronomi e forestali.
Un documento migliorabile
“Noi siamo favorevoli all’introduzione di modifiche a quel regolamento che, sottolineo, è un ottimo documento“, ha premesso Flavio Pezzoli, presidente dell’Odaf di Roma e provincia.
È stato utile, com’è emerso già all’epoca, per superare una sorta di “far west” nella gestione del verde pubblico e privato.
Ma, secondo chi presiede l’Ordine, è migliorabile.
D’altra parte, ha ricordato Pezzoli “è stato scritto sulla scorta di una partecipazione molto allargata che ha richiesto molto tempo.
Non è stato facile arrivare ad una sua redazione finale e, quando è giunta, non è stata neppure con una formula giudicata da tutti convincente”.
Rispetto alla prima versione redatta nel 2019 dall’allora assessora Pinuccia Montanari ed all’epoca salutato come “un risultato storico per Roma”, il regolamento presentato due anni più tardi in Aula Giulio Cesare ha infatti accolto 400 modifiche.
Ma anche quel testo è stato criticato.
La proposta degli agronomi sui tagli degli alberi
“Dobbiamo tornare a discutere con i vari ‘portatori d’interesse’ sulla modifica, la riscrittura, l’eventuale cancellazione di alcune parti del regolamento” ha riconosciuto Pezzoli che, per conto dell’ordine, sta portando avanti anche una proposta, relativa alla gestione degli alberi su aree private.
“Noi riteniamo che si debbano snellire le procedure per arrivare al taglio degli alberi, nei giardini privati.
Ad oggi s’impiega molto tempo ad ottenere un via libera che, nei casi degli alberi più pericolanti, crea una situazione di pericolo”.
Un ufficio oberato di compiti
Attualmente per far abbattere un albero, un cittadino deve presentare una richiesta all’ “ufficio autorizzazioni verde privato e cavi stradali”.
I suoi funzionari rilasciano il via libera nelle aree soggette a vincolo paesaggistico, effettua i successivi controlli in merito alle sostituzioni arboree previste dal regolamento; rilascia anche le autorizzazioni all’abbattimento delle alberature sottoposte alla carta della qualità del PRG di Roma e autorizza gli interventi – nel pubblico e nel privato – per gli alberi che abbiano una circonferenza del fusto superiore a 78,5 centimetri.
Tanti compiti, che si sommano alle verifiche dei vincoli paesaggistici sanciti dal PTPR regionale ed alle collaborazioni con il corpo Forestale dello Stato per le attività di monitoraggio e controllo del patrimonio arboreo.
A questo ufficio capitolino si rivolgono i cittadini per il taglio dei propri alberi.
“Non ci sono tecnici a sufficienza nel comune e quindi, rispetto alla richiesta, un cittadino può attendere anche dei mesi.
Noi invece siamo dell’idea che basti una perizia di un agronomo per effettuare un taglio.
Se la pianta è in classe D, e quindi è a rischio crollo ed il pericolo è accertato dall’agronomo pagato dal privato con prove strumentali, perché aspettare dei mesi?” ha obiettato il presidente dell’ordine.
Questa è una modifica che l’ordine intende sottoporre all’attenzione del Campidoglio.
Le capitozzature restano vietate
Ne verranno proposte anche delle altre, ad esempio sulle potature, che tanto fanno discutere i cittadini.
Ma guai a parlare delle capitozzature “sono vietate” ha tagliato corto il presidente dell’ordine “perché indeboliscono le piante con effetti spesso irreversibili”.
Però se ne continuano a vedere tante anche nelle potature che, in questi giorni, vengono eseguite.
“Purtroppo non è stato rinnovato l’appalto che, lo scorso anno, prevedeva la presenza sul posto di agronomi iscritti all’ordine”.
Servivano a supervisionare gli interventi di potatura.
Un aspetto che il regolamento non prevede ma che, invece, potrebbe essere utile includere nell’ottica di una sua revisione.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 20 dicembre 2023 sul sito online “Roma Today”)