Il termovalorizzatore Acea di San Vittore
“Lo studio Eras del dipartimento di epidemiologia è un aggiornamento di dati vecchi su impianti vecchi, senza nessuna nuova coorte e senza nessun modello di dispersione nuovo, pertanto è assolutamente fuorviante ed errato fare riferimento al nuovo impianto di Roma necessario a completare il ciclo dei rifiuti“.
Così il consigliere regionale del Lazio di Azione, ed ex assessore alla Sanità Alessio D’Amato interviene a commento dei dati sugli effetti degli impianti, termovalorizzatori e discariche, sulla salute della popolazione residente, diffusi in anteprima da RomaToday Dossier.
Cosa dice lo studio, in sintesi
Al centro del dibattito la seconda parte dello studio Eras, finanziato dalla Regione Lazio nel 2020 e chiuso dagli esperti del dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale (Dep) nel 2023.
Si tratta di un aggiornamento dello stato di salute della coorte di popolazione (in gergo tecnico l’insieme di individui che hanno sperimentato lo stesso evento in un periodo predefinito) oggetto di un primo studio effettuato nel 2013, prendendo in esame gli impianti presenti sul territorio.
Per quanto riguarda i termovalorizzatori dunque quello di Colleferro (chiuso nel 2022) e quello di San Vittore nel Lazio (ancora regolarmente in funzione).
Rispetto ai risultati resi noti nel 2013, a copertura di un periodo che va dal 2003 al 2008, l’aggiornamento, si legge, “ha mostrato un aumento dei rischi di broncopneumopatie croniche ostruttive (malattie respiratorie croniche, ndr) tra tutti i residenti.
In particolare, c’è stato un aumento statisticamente significativo dei rischi tra le femmine nelle aree a media esposizione, dove le analisi precedentemente condotte non avevano identificato rischi significativi“.
Un risultato che i contrari al termovalorizzatore romano, quello che verrà realizzato a Santa Palomba, hanno ripreso per sottolineare ancora una volta la necessità, a loro dire, di fermare l’opera.
I contrari al termovalorizzatore
“Il problema non può essere ridotto, come qualcuno prova a farci credere, al rispetto della normativa che indica la quantità di emissioni inquinanti nell’arco delle 24h” commentano i consiglieri capitolini dell’alleanza Verdi-Sinistra Ferdinando Bonessio e Alessandro Luparelli.
“Come si evince dal report, che valuta la quantità di sostanze inquinanti emesse e depositate su tutti gli organismi viventi per un periodo di più anni, vivere vicino a un inceneritore provoca dei danni perché aumenta tra i residenti nelle aree ad alta esposizione i rischi di malattie respiratorie, cardiache e cerebrovascolari che possono manifestarsi anche nel medio e lungo periodo.
Un inceneritore sprigiona polveri ultra-sottili PM 2.5, diossina, furani, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti e CO2 che sono considerati rifiuti speciali da smaltire in discarica e non esiste tecnologia di filtri capace di arrestare completamente tali emissioni“.
Sul tema sono intervenuti anche gli esponenti del M5s in Campidoglio Virginia Raggi, Linda Meleo e Antonio De Santis.
“Il sindaco Gualtieri non può ignorare questi dati estremamente allarmanti e, anche nelle sue vesti di Commissario, non può ulteriormente far finta di non sapere e calpestare così barbaramente il diritto alla salute dei cittadini tutelato anche a livello costituzionale dall’art.32.
Ponga dunque fine a questo progetto scellerato in ossequio al principio europeo di precauzione e scelga di salvaguardare i cittadini anziché continuare a perseguire con inspiegabile ostinazione le sue personali ed erronee – dati alla mano – convinzioni in materia di rifiuti“.
Posizione contro cui appunto si è scagliato l’ex assessore alla Sanità D’Amato.
“Su questi temi, e lo dico da ex assessore alla Sanità, dovrebbe sempre prevalere il metodo dell’evidenza scientifica.
Gli stessi epidemiologi sono sorpresi dal clamore suscitato da un semplice aggiornamento di un lavoro che risale a molti anni fa, che non ha niente a che fare con il nuovo impianto.
Auspico che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il presidente della Regione, Francesco Rocca, dicano parole chiare per evitare un inutile allarmismo“.
(Articolo di Ginevra Nozzoli, pubblicato con questo titolo il 7 febbraio 2024 sul sito online “Roma Today”)