Ci sono voluti 8 anni di lavoro, 12 incontri ed il coinvolgimento di 45 persone per arrivare a stilare la nuova delibera sugli orti urbani.
Il provvedimento, passato in rassegna nell’ultima seduta congiunta delle commissioni ambiente e regolamento, è finalizzato ad un macro obiettivo: riconoscere il carattere “comunitario” delle esperienze avviate coltivando le aree verdi di Roma Capitale.
Spazi dove, in questi anni, si sono tenuti laboratori, seminari, feste ed iniziative culturali.
Dagli orti urbani agli orti comunitari
La bozza del nuovo regolamento, diviso in sei sezioni e sviluppato in 18 articoli, consente di superare la delibera che, nel 2015, “ha consentito di fornire un contesto legislativo, valorizzando iniziative spontanee, regolamentando il fenomeno” ha spiegato Andrea Messori attivo, insieme a Luigi Di Paola, nella rete Orti in Comune.
Quello che non aveva fatto era “promuovere lo sviluppo degli orti comunitari”, intesi come realtà che “interagiscono e dialogano con il territorio e le istituzioni locali”.
Nella nuova versione del regolamento, trovano spazio concetti come quello dei “beni comuni” che sono tradotti nella delibera sui “patti di collaborazione“.
Il concetto della “sussidarietà orizzontale” diventa di fatto una novità rispetto al passato, perché riconosce il ruolo dei cittadini nella gestione dell’orto urbano, un bene comune.
Ed il regolamento fissa anche le modalità, gli obblighi, la durata – di nove anni rinnovabili – del patto di collaborazione da attivare con chi vorrà prendersi cura dell’orto comunitario in città.
“Nel nuovo regolamento i percorsi partecipativi saranno ancora più rafforzati ed evidenti poiché, con l’introduzione dei ‘Patti di collaborazione’ previsti dalla Delibera sui Beni Comuni, gli orti comunitari non saranno più soli nella loro difficile opera di rigenerazione urbana.
Le istituzioni capitoline – ha spiegato Luigi di Paola – saranno direttamente coinvolte in un percorso di attività e responsabilità condivise.
Questo aspetto non solo garantisce una maggiore efficacia ed agibilità nella gestione dei progetti, ma rappresenta anche un importante riconoscimento della cura e tutela dei territori operata dalle associazioni ambientaliste” .
Un regolamento atteso e partecipato
“Credo sia stato fatto un bel lavoro da orti in comune e dal nostro ufficio orti urbani – ha commentato il presidente della commissione ambiente Giammarco Palmieri – è un regolamento che veramente parte dal basso e quindi considera i punti di vista di chi tutti i giorni si dedica ad un orto urbano.
Poi, il passaggio ai patti di collaborazione, ci consente di fare un salto di qualità e siamo convinti che questa sia la strada giusta per gli orti e per questa città”.
“Sappiamo quanto siano stati fondamentali gli ortisti che in questi anni sono riusciti a recuperare pezzi di città, strappandole al degrado, con ricadute positive anche sul piano del benessere e della qualità della vita.
Nel fare questo, hanno contribuito alla riscoperta del rapporto tra i cittadini e la natura, aprendosi al territorio, organizzando laboratori con le scuole, creando un ponte anche tra le generazioni – ha commentato Antonella Melito, vicepresidente della commissione Roma Capitale – Il nuovo regolamento quindi va a riconoscere e rafforzare qualcosa che esiste da tanti anni e che, anche per questo, era atteso da tanto tempo.
Ma soprattutto è un riconoscimento doveroso per l’impegno dei tanti cittadini che animano gli orti”.
L’iter amministrativo per il salto di qualità
Il nuovo regolamento ha incontrato quindi il generale apprezzamento delle commissioni ma è ancora in forma di bozza.
Le sue quattordici pagine frutto di un lavoro quasi decennale, dovranno essere formalizzate, sottoscritte dai consiglieri e trasformate a quel punto in una delibera da sottoporre all’approvazione dell’Aula Giulio Cesare.
A quel punto il percorso sarà terminato e gli orti urbani potranno fare “il salto di qualità” atteso da quanti puntano a coltivare, attraverso le verdure, anche le relazioni sociali.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 28 marzo 2024 sul sito online “Roma Today”)