“Non in nostro nome.
Rai Radio Televisione Israeliana“, il manifesto srotolato a Roma nel corso della manifestazione a cui hanno preso parte gli studenti davanti alla sede di via Teulada, nel quartiere Prati.
“Siamo in 5 mila“, l’annuncio al megafono dei movimenti.
Presenti i movimenti studenteschi della Rete degli studenti Medi, Sinistra universitaria, e degli attivisti di Spin Time.
In solidarietà alla Palestina contro una televisione “sionista“, gli studenti in coro, quasi sotto il palazzo della sede, urlano “vergogna, questa non è informazione ma disinformazione” e chiedono ancora le dimissioni dell’Ad Roberto Sergio.
Arrivati a piazza Mazzini, dalle casse i giovani hanno fatto risuonare le note di ‘Casa mia’, la canzone di Ghali con cui il rapper è arrivato quarto al festival di Sanremo e da cui sono partite le polemiche per il suo appello dal palco “stop al genocidio“.
Ballando e cantando anche canzoni arabe nel corteo di Prati.
“È indecente che un’azienda pubblica, come la Rai, interpreti il suo ruolo per fare propaganda filo israeliana e filo governativa, occultando il genocidio in atto in Palestina, come avvenuto recentemente con il vergognoso comunicato del suo amministratore delegato Roberto Sergio, di cui chiediamo le immediate dimissioni.
La Rai non può diventare l’Istituto Luce di mussoliniana memoria, trasformando l’informazione in bollettini di propaganda del governo Meloni.
Contro i bavagli e le censure, legittimo scendere in piazza per rivendicare il pluralismo che un governo guidato dai postfascisti vorrebbe cancellare“.
È quanto dichiara Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista
(Articolo pubblicato con questo titolo il 18 febbraio 2024 sul sito online “Roma Today”)
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Il Messaggero – Cronaca di Roma 18 febbraio 2024
La Repubblica – Cronaca di Roma 18 febbraio 2025
Il Fatto Quotidiano 18 febbraio 2024