L’accordo di concessione tra il Comune e Boldyn Networks è stato firmato, ma mentre Roma si prepara al piano per il 5G che dovrà rendere la Capitale una vera smart city, arriva un’altra sentenza del Tar che rischia di rallentare il progetto.
Il progetto Roma 5G
Quel project financing da quasi 100 milioni di euro (il Comune contribuirà con 20) che prevede la costruzione, gestione, conduzione e manutenzione di una infrastruttura 5G e wi-fi in tutta Roma.
L’obiettivo è quello di rendere la città connessa, digitale, all’avanguardia tra le città europee.
Anche e soprattutto in vista del prossimo Giubileo durante il quale si riverseranno nella Capitale circa 32 milioni di visitatori.
La nuova sentenza del Tar
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Vodafone contro il diniego all’accesso agli atti della gara su Roma5G opposto da Roma Capitale.
Il tribunale amministrativo ha ritenuto infatti che, nonostante Vodafone non abbia partecipato alla gara, sia comunque legittimata a visionare i documenti.
Questo visto che la società di telecomunicazioni “ha comunque impugnato l’intera procedura di gara, contestando la decisione stessa dell’Amministrazione capitolina di ricorrere allo strumento del project financing, di talché – scrivono i giudici – non si può astrattamente escludere che l’ostensione della documentazione di gara sia utile alla coltivazione di detta censura”.
Non è escluso dunque che, una volta visionate le carte, ad eccezione delle parti effettivamente recanti elementi puntualmente riconducibili a brevetti, diritti di privativa industriale, know how specifici, si possano creare le condizioni per un altro ricorso.
Il primo ricorso respinto
Il primo è stato respinto.
Il Tar ha infatti dato ragione al Campidoglio sottolineato come la scelta di Roma Capitale di subordinare al superamento di una procedura di project financing il diritto del singolo operatore economico di realizzare una specifica rete 5G “sia sostanzialmente conforme al quadro normativo euro-unitario e nazionale”.
Il Comune, si legge ancora nella sentenza, “ha legittimamente istituito un servizio di interesse economico generale di livello locale capace di rispondere ad un ben determinato bisogno della comunità locale, e lo ha fatto validando un progetto che […] appare ictu oculi idoneo a soddisfare tale bisogno”.
Lo spettro dell’annullamento in autotutela
Ma sul progetto Roma 5G la battaglia giudiziaria prosegue.
I colossi delle telecomunicazioni che si sono opposti alla gara del Campidoglio per il 5G di Roma, sperano in un annullamento in autotutela della procedura.
La prospettiva non è esclusa dal Tar.
“Se per un verso è vero che la ricorrente non ha partecipato alla procedura di gara, per altro verso è anche vero, però, che alla gara ha partecipato un unico concorrente (il raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Boldyn Networks Italia Spa con I.F.M. Italiana Facility Management Spa, Alfredo Cecchini Srl e Unidata Spa ndr.), sicchè l’eventuale annullamento del provvedimento di aggiudicazione di tale gara, per vizi – si legge nella sentenza – ipoteticamente ricavabili dall’esame della documentazione oggetto di ostensione, ben potrebbe spingere l’amministrazione ad un annullamento in autotutela dell’intera procedura competitiva e alla riedizione della stessa con modalità diverse.
Ciò – sottolinea il Tar – conferma l’esistenza di un interesse concreto, diretto ed attuale della ricorrente all’ostensione della documentazione di gara”.
Il Campidoglio ha annunciato l’avvio del progetto
Ma Roma Capitale vuole procedere spedita.
Il progetto sarà avviato già nelle prossime settimane.
Il piano prevede la copertura di tutte le linee della metro (A, B, C) e in particolare di 83 stazioni e 68 km di gallerie, in tutte le bande di frequenza per i servizi 4G e 5G; lo sviluppo dell’infrastruttura passiva, inclusi i 2.200 punti di propagazione del segnale per la copertura in underlay in 5G della città, basata su small-cells.
(Articolo di Sara Mechelli, pubblicato con questo titolo il 18 dicembre 2023 sul sito online “Roma Today”)