La Termini Vaticano Aurelio si farà e i cantieri apriranno nel 2024.
Eugenio Patanè tira dritto e nonostante le perplessità, per usare un eufemismo, anche all’interno della maggioranza in merito alla Tva, l’assessore alla mobilità e trasporti difende l’infrastruttura.
Anzi, da quanto risulta a RomaToday farà di tutto per portare avanti il progetto e, addirittura, mettere i primi operai al lavoro già il prossimo anno.
Termini Vaticano Aurelio si o no?
Il punto dal quale partire è semplice: la Tva si farà.
Nell’ultimo consiglio straordinario sul tema, l’assemblea capitolina ha approvato due ordini del giorno.
Uno “soft”, votato da Pd e Lista civica Gualtieri, che dice di andare avanti col progetto ma rivalutandone alcuni aspetti.
Un altro firmato M5S, che dice di “andare avanti senza indugio” col progetto della Tva, votato dai dem e dai grillini, senza i civici.
Insomma, per questa “nuova” maggioranza, con Patanè capofila, il tram che dovrebbe collegare la stazione Termini con piazza Venezia, passando per via Nazionale e terminando la sua corsa a piazza Giureconsulti, dopo aver transitato su corso Vittorio fino al Vaticano, verrà realizzato.
Scogli e criticità
Ci sono, ovviamente, degli scogli che, se si dovessero presentare, diventerebbero insormontabili.
Il primo riguarda i tempi di assegnazione.
La gara è stata chiusa da tempo e non passa giorno che Patanè non aspetti che l’Anac sciolga le riserve sulla ditta individuata per la progettazione e realizzazione dell’opera.
Prima avrà il via libera e prima si potranno avviare le altre procedure per arrivare, quindi, all’avvio dei cantieri.
La De Santis Costruzioni-Systra Sotecni, la ditta che ha vinto, è sotto esame da parte dell’Autorità anti corruzione che, come riportato dal consigliere Di Stefano in aula, avrebbe segnalato due anomalie: una nell’attribuzione dei punteggi ed un’altra, più grave, secondo la quale non sarebbe stata rispettata la clausola sui precedenti penali.
Se l’Anac non dovesse assegnare i lavori alla De Santis allora c’è seriamente il rischio che il progetto salti.
I tempi, infatti, si dilaterebbero oltremodo e, come detto da più parti durante l’ultimo consiglio, nessuno si prenderebbe la responsabilità di aprire un cantiere di questo tipo a pochi mesi dalle elezioni, previste nel 2026.
O parte subito o rischia
La morale, insomma, è questa: il cantiere deve partire subito altrimenti rischia.
Del resto, che i tempi fossero stretti lo ha testimoniato la richiesta di spostamento dei fondi per la Tva che qualcuno ha visto come un grave campanello d’allarme.
La tramvia Termini Vaticano Aurelio, così come la “cugina” della Palmiro Togliatti, era finanziata in parte con fondi Pnrr e in parte con fondi del ministero delle infrastrutture.
I soldi europei, però, hanno delle scadenze ben precise che potevano essere rispettate solo per la Togliatti, molto più facile da realizzare rispetto alla Tva.
Da qui la decisione di chiedere di utilizzare, per la tramvia del centro, solo fondi ministeriali.
Tempistiche
Qualcuno ha interpretato questo spostamento, definito dal sindaco Gualtieri e dall’assessore Patanè solo “tecnico”, una sorta di pietra tombale sull’opera.
Invece, a quanto risulta, il vero problema sono le tempistiche.
I cantieri devono partire entro il prossimo anno, almeno di una delle due tratte.
Altrimenti la Tva rischierebbe di restare a lungo un sogno (di qualcuno) nel cassetto per molto tempo.
Con il Giubileo di mezzo e elezioni nel 2026 sarebbe impensabile avviare un’opera del genere in pieno centro a Roma.
(Articolo di Matteo Torrioli, pubblicato con questo titolo l’11 dicembre 2’023 sul sito online “Roma Today”)