Una volpe foto Pixabay
Sono migliaia le volpi che vivono nella Capitale.
Non è mai stato censito il numero e non ci sono stime attendibili come quella che, nella capitale del Regno Unito, è stata fatta dal London Wildlife Trust.
La presenza del predatore dall’inconfondibile pelliccia rossa è però capillare.
Sono frequenti gli avvistamenti in contesti fortemente antropizzati, ad esempio all’interno dei plessi scolastici, dove probabilmente si avvicinano perché attirati dagli scarti delle mense.
Ci sono indicatori però che contribuiscono a rendere abbastanza chiara la pervasività della specie.
Tra questi il numero di ricoveri di cui, le volpi, stanno beneficiando.
Nel 2023 nel centro di recupero della fauna selvatica di Villa Borghese sono state soccorse almeno 50 volpi.
Ma “solo nell’ultima settimana, abbiamo dato assistenza a tre esemplari che erano stati investiti in strade che provenivano da zone tra loro diverse: una era stata investita al Nuovo Salario, un’altra a Trigoria, mentre una terza era finita sotto un’auto nella zona della Bufalotta” ha spiegato a Romatoday Francesca Manzia, responsabile del servizio garantito a Roma dalla Lipu.
È il prezzo che questi animali pagano per la convivenza con l’uomo.
I vantaggi ed i rischi della convivenza con l’uomo
“Come tutti gli animali selvatici che trovano vantaggi alimentari e riproduttivi nell’ambiente urbano, le volpi popolano la nostra città da ormai diversi decenni.
Si sono diffuse in tutte le zone, compreso il centro di Roma” raccontano oggi alla Lipu.
Ci sono esemplari che addirittura arrivano ad insinuarsi tra le mura domestiche.
“Recentemente ci è stata portata una volpe, molto debilitata dalla rogna, che era entrata in una casa e si era messa a dormire sul letto”.
Un caso limite, però anche sintomatico: dimostra la contiguità che si è creata tra il nostro ed il loro habitat.
Le volpi confidenti sono quelle più a rischio
C’è qualcosa che si può fare per limitare i danni che la convivenza produce?
“Per quanto riguarda gli incidenti, capitano anche perché gli animali sono diventati confidenti.
Va sempre evitato di fornire loro del cibo, perché un animale che riceve da mangiare abbassa il proprio livello di attenzione.
Una volpe selvatica ci pensa 10 volte prima di attraversare la strada” ha ricordato Manzia.
Dopodiché chiedere d’installare dissuasori di velocità in zone dove l’attraversamento delle volpi è legato anche alla presenza di un parco, come la via Olimpica, può essere utile.
Ma non risolutivo.
Perché di volpi ce ne sono tante in tutta la città ed anche i ricoveri, quando avvengono, non sempre finiscono a lieto fine.
“L’approccio terapeutico deve rispettare i confini di una relazione etica tra uomo e fauna selvatica” ha spiegato la responsabile del centro di Villa Borghese.
“Trattamenti invasivi o medicazioni quotidiane, possono sottoporre questi mammiferi ad uno stress eccessivo, esponendoli anche a comportamenti istintivi di autolesionismo” ha spiegato la veterinaria della Lipu.
Le volpi sono animali selvatici e tali devono restare.
Una presenza capillare in tutta la città
Nutrirle come se fossero quadrupedi domestici, espone questi animali al rischio d’incidenti che, in natura, non avrebbero.
Ma anche se questo non accadesse, ed abbiamo visto che accade anche tre volte alla settimana, nutrire le volpi porta ad incrementarne una popolazione che pure non raggiungendo i 10mila esemplari stimati a Londra, sembra comunque già numerosa.
Perché “se non sappiamo dire esattamente quante siano – ha concluso Manzia – di sicuro possiamo affermare che non c’è quartiere, a Roma, che non sia visitato da volpi”.
(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 30 gennaio 2024 sul sito online “Roma Today”)