Il 16 maggio la ministra della transizione energetica francese, Agnes Pannier-Runacher, ha accolto a Parigi la Commissaria Ue all’energia, Kadri Simson, e i rappresentanti di 15 Paesi pro-nucleari che si sono riuniti per la terza volta in tre mesi nell’ambito dell’“Alliance du nucléaire”, istituita su iniziativa della Francia per incoraggiare la cooperazione per la promozione del nucleare in Europa.
Al loro arrivo, i ministri sono stati accolti dagli attivisti di Greenpeace France che hanno innalzato striscioni sui quali era scritto “Nuclear energy: Climate distraction” o “Nucléaire: diversion climatique”.
A Greenpeace France spiegano che «l’obiettivo è quello di denunciare il greenwashing della Francia, che sostiene che il nucleare sia una soluzione per il clima quando invece è un modo per continuare a procrastinare di fronte all’emergenza climatica.
L’energia nucleare è troppo lenta da costruire e vulnerabile agli impatti del cambiamento climatico: mentre i prossimi anni saranno cruciali per mettere l’Europa sulla giusta traiettoria climatica, nessuno dei nuovi EPR annunciati dal governo francese sarà, nel migliore dei casi, pronto prima di 15 anni. Il nuovo nucleare è semplicemente scaduto di fronte alla crisi climatica ed energetica.
Con il pretesto di lavorare per la transizione ecologica, la Francia fa di tutto per promuovere la sua industria nucleare in forte difficoltà a scapito degli obiettivi climatici.
Una strategia che non convince la giustizia, che di recente ha condannato due volte il governo francese per l’inerzia climatica e per il suo ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili.»
Per Greenpeace France, «la Francia non sta solo sabotando la propria transizione energetica: sta cercando di trascinare l’Unione Europea nel grande diversivo nucleare.
Nel 2022, la Francia è arrivata al punto di stringere un patto con i Paesi pro-gas fossili (Italia compresa, ndr) in modo che l’energia nucleare potesse essere inclusa come energia di transizione nella tassonomia verde europea. All’inizio del 2023, la Francia ha fatto pressioni instancabili sulla Commissione europea affinché l’idrogeno a basse emissioni di carbonio, prodotto dall’elettricità nucleare, fosse posto su un piano di parità con l’idrogeno rinnovabile, prodotto da energia solare, eolica o idraulica».
Pauline Boyer, campainer nucleare di Greenpeace France ci va giù dura: «Il somaro delle energie rinnovabili a livello europeo non ha credibilità quando si vanta della sua politica “allo stesso tempo” delle energie rinnovabili e nucleari.
Ogni euro investito nel nuovo nucleare non sarà investito nella transizione energetica e nell’attuazione di misure concrete con un impatto nei prossimi 10 anni, che sono comunque decisive per il clima.
La Francia, come l’Europa, deve fare il grande passo verso la sobrietà e l’efficienza energetica, e il massiccio sviluppo delle energie rinnovabili per uscire dai combustibili fossili.
Qualsiasi deviazione da questo obiettivo, come la creazione di questa Alleanza nucleare, deve essere denunciata per quello che è: sabotaggio climatico».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 maggio 2023 sul sito online “greenreport.it”)