Il Consiglio dei ministri della Spagna, su proposta del Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica (MITECO), ha approvato il Settimo Piano Generale per i Rifiuti Radioattivi (PGRR) che stabilisce la politica del governo di sinistra spagnolo in materia di gestione dei rifiuti, compreso il combustibile nucleare esaurito, e lo smantellamento e la disattivazione degli impianti nucleari.
In una nota il MITECO ricorda che «questo 7° PGRR ha superato un lungo iter, iniziato a marzo 2020 con la diffusione della bozza di Piano.
Si tratta del primo PGRR sottoposto a una valutazione ambientale strategica – che comprende anche una fase di consultazione e informazione pubblica – e al rapporto del Consiglio di Sicurezza Nucleare e delle comunità autonome, al fine di garantire ampia partecipazione, consenso e sostegno sociale.
Il 7° PGRR sostituisce il 6° PGRR fino ad oggi in vigore, che è stato approvato nel 2006 e avrebbe dovuto essere aggiornato prima del 2015, secondo il calendario stabilito dalla Direttiva 2011/70/Euratom, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura smaltimento del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Il 7° PGRR è in linea con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2021-2030 (PNIEC), che stabilisce la tabella di marcia affinché la Spagna raggiunga gli obiettivi europei in materia di clima ed energia, e con il Protocollo per la cessazione ordinata dello sfruttamento delle centrali nucleari , firmato nel marzo 2019 tra Enresa e i suoi proprietari».
Mentre in Italia si pasticcia con un improbabile, costoso e pericoloso “rinascimento” nucleare lo scenario di riferimento del Piano spagnolo prevede: «Cessazione dell’esercizio delle centrali nucleari tra il 2027 e il 2035.
Secondo il 6° PGRR, la chiusura definitiva degli impianti in esercizio sarebbe avvenuta, dopo 40 anni di vita utile, tra il 2021 e il 2028.
Inizio dello smantellamento delle centrali nucleari tre anni dopo la loro definitiva cessazione dell’attività, ad eccezione di Vandellós I (fermata dal 1989 a causa di un grave incidente), la cui ultima fase sarà realizzata a partire dal 2030».
Per quanto riguarda le scorie nucleari il piano del governo Sanchez prevede: «Continuità di funzionamento del centro di stoccaggio di rifiuti a media, bassa e bassissima attività di El Cabril (Córdoba), fino al completamento dello smantellamento degli impianti, come già previsto nel 6° PGRR.
Continuità delle azioni per ampliare la capacità dei Magazzini Temporanei Individualizzati (ATI) di combustibile esaurito nelle centrali nucleari, consentendone lo sfruttamento e lo smantellamento, come già previsto nel 6° PGRR.
Messa in servizio di sette Magazzini Temporanei Decentralizzati (ATD) presso i siti delle centrali nucleari, per il combustibile esaurito e i rifiuti ad alta attività, fino al suo trasferimento allo stoccaggio definitivo.
L’ATD di ciascun impianto sarà composto dalla sua ATI più una nuova installazione complementare o misure aggiuntive, che consentiranno di effettuare interventi di manutenzione sui contenitori in cui viene stoccato il combustibile esaurito quando l’impianto non sarà più operativo.
Lo stoccaggio definitivo del combustibile esaurito e dei rifiuti ad alta attività in un Deposito Geologico Profondo (AGP), che è la soluzione tecnica già prevista nel 6° PGRR e scelta dai Paesi più avanzati in materia.
Il 7° PGRR stabilisce una tabella di marcia affinché la Spagna possa avere un AGP, garantendo un processo preliminare di informazione e partecipazione pubblica, simile a quelli sviluppati nei paesi europei che hanno già deciso la sede del loro AGP, come Finlandia, Svezia, Svizzera e Francia».
Il Governo ha anche deciso di annullare la designazione di Villar de Cañas (Cuenca) per ospitare un Magazzino Temporaneo Centralizzato e riferirà sull’approvazione del 7° PGRR alle Cortes Generales e alla Commissione europea.
I costi futuri dello smantellamento dell’obsoleto e morente nucleare spagnolo sono valutati in 20, 220 milioni di euro che, dice il governo «secondo il principio “chi inquina paga”, saranno coperti dal Fondo per il finanziamento delle attività del PGRR, gestito da Enresa e dotato di contributi finanziari dei proprietari degli impianti nucleari».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 28 dicembre 2023 sul sito online “greenreport.it”)