Il 98,8% dei 311 rappresentanti dei 30 partiti Verdi europei riuniti a Lione ha approvato il manifesto comune dell’European Green Party, “Courage to Change”, per la campagna elettorale delle europee e la prossima legislatura del Parlamento Europeo.
I Verdi europei si sono dati 11 priorità e la 12esima priorità, verrà scelta dai cittadini.
A dicembre e gennaio una campagna di crowdsourcing ha raccolto 5.500 suggerimenti da tutta Europa e dopo il Congresso si è aperta la votazione online dell’European Citizens’ Choice.
Fino al 24 aprile i cittadini potranno votare la loro preferita tra 10 opzioni.
Tra le proposte figurano il divieto degli algoritmi che diffondono disinformazione, il divieto dei jet privati e la creazione di uno status di artista europeo.
Il vincitore sarà annunciato nel corso della campagna elettorale dei Verdi europei a maggio
Il voto sul manifesto e sulle priorità della campagna elettorale ha concluso un congresso di tre giorni al quale hanno partecipato più di 1.200 persone.
La candidata principale dei Verdi europei, Theresa Reintke ha sottolineato che «lotteremo per un’Europa diversificata, verde e sociale, un’Europa democratica dove il razzismo e l’odio non hanno spazio, dove poniamo oggi le basi per una transizione giusta verso un’industria climaticamente neutrale per il domani.
Questo è un momento decisivo, insieme ci opponiamo all’estrema destra, ci vorrà coraggio, ma siamo più forti».
Il leading candidate dei Verdi europei, Bas Eickhout. ha aggiunto: «Queste elezioni saranno estremamente importanti: il nostro pianeta si sta rapidamente surriscaldando, ai nostri confini si combatte una guerra raccapricciante e la disuguaglianza è in aumento.
Noi siamo l’antidoto all’estrema destra.
Mostriamo come sia possibile un’Europa verde, sociale e inclusiva».
Nel loro manifesto di 55 pagine, i Verdi europei presentano le proposte rivolte ai milioni di persone che voteranno alle prossime elezioni europee e negli 11 temi prioritari spiegano come la lotta agli eventi meteorologici estremi vada di pari passo con la tutela del tenore di vita e la creazione di posti di lavoro verdi.
Il manifesto chiede un Fondo per la transizione verde Ue pari all’1% del PIL Uee all’anno per finanziare infrastrutture e industrie verdi in tutta Europa.
Per prevenire la povertà energetica, i Verdi introdurranno una Garanzia Energetica per mantenere accessibile il consumo energetico delle famiglie.
I Verdi prevedono anche un Biglietto Europeo per il Clima per i trasporti pubblici in tutta Europa.
L’European Green Party è convinto che «il Green and Social Deal spezzerà la dipendenza economica dai combustibili fossili che ha portato all’aumento delle bollette energetiche e dei prezzi alimentari, alla debolezza geopolitica e al collasso climatico» e nel Manifesto propongono anche nuove misure pro-europee per proteggere i diritti e le libertà individuali dall’ascesa dell’estrema destra e del neofascismo, come la fine dei veti nazionali a livello europeo, cosa della quale il primo ministro ungherese Viktor Orban – di fresca entrata nell’ECR di Giorgia Meloni – sta attuando per sabotare il sostegno dell’Europa all’Ucraina, mentre i Verdi europei sostengono fortemente l’adesione all’Ue di nuovi Stati membri, Ucraina compresa.
Qui si è registrato un piccolo strappo perché la delegazione dei Verdi svedesi ha presentato emendamenti per eliminare le richieste di un’Europa più federale, di una tassa sulla ricchezza a livello europeo, sostenendo che la tassazione dovrebbe rimanere a livello nazionale.
Gli emendamenti sono stati respinti a stragrande maggioranza.
Il congresso si è svolto mentre in tutta Europa i Verdi venivano attaccati da alcune organizzazioni di agricoltori e dalla destra per la Politica agricola comune (sulla quale hanno addirittura votato contro) e per l’European Green Deal approvato da una maggioranza Popolari- socialdemocratici-liberali della quale i Verdi non fanno parte.
La co-presidente dei Verdi Europei, Mélanie Vogel, ha detto ad Euractiv: «Siamo attaccati perché siamo al centro del dibattito, la diagnosi e le soluzioni dei Verdi sono il dibattito di oggi»
E la campagna elettorale si annuncia aspra fino all’assurdità: destra dell’ECR accusa i verdi di essere responsabili di una PAC che invece ha votato il gruppo presieduto da Giorgia Meloni e Il Partito Popolare Europeo (PPE) chiede nel suo manifesto elettorale di rivedere l’European Green Deal che è uno dei pilastri della Commisione Ue presieduta da Ursula von del Leyen, nominata dal PPE e una delle sue massime esponenti- Altre forze di destra e liberali chiedono una “pausa” alle leggi Verdi dopo aver approvato tutti gli impegni europei e internazionali che chiedono una immediata accelerazione della lotta al cambiamento climatico e una rapida diminuzione delle emissioni di gas serra.
Ed Eiockhout è ben consapevole che «le forze conservatrici hanno anche indicato la politica verde come il malessere alla base delle proteste degli agricoltori in tutto il continente, usando il Green Deal come “esca” nonostante abbiano creato loro stessi l’attuale modello agricolo fallimentare.
I Verdi sono sempre stati dalla parte degli agricoltori.
La base di partenza è che hanno molte difficoltà a guadagnarsi da vivere in modo decente, non ottengono quasi nessun profitto da tutto ciò che fanno, e questo non è dovuto alle politiche verdi.
l’attuale quadro agricolo dell’Ue, concepito dalle forze di destra, deve essere rivisto, in quanto attualmente è un sistema molto capitalizzato e con input elevati, che avvantaggia l’agricoltura su larga scala.
I Verdi vogliono invece promuovere i piccoli produttori, le aziende agricole a conduzione familiare e l’agricoltura ecologica.
Per decenni gli agricoltori sono stati come pezzi degli scacchi nel gioco delle grandi imprese agroalimentari.
Quindi, sì, sosteniamo gli agricoltori nel cambiamento di una politica agricola che sia effettivamente in grado di garantire il loro reddito».
La Reintke, co-presidente dei Verdi al Parlamento europeo, ha aggiunto che «la mia priorità è il rinnovamento della Politica agricola comune».
Per Eickhout, «i Verdi sono i più adatti ad affrontare l’attuale crisi dell’agricoltura e la nostra o “visione stabile” è ciò di cui l’industria europea ha bisogno.
I Verdi sono più che alleati dell’industria rispetto a questo comportamento imprevedibile dell’estrema destra e della destra.
Per esempio, ora il PPE vuole tornare indietro sul divieto del motore a combustione.
L’industria automobilistica aveva finalmente una visione chiara di dove andare e dove investire.
Ora ricevono di nuovo un segnale contrastante».
Poi ha condannato la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di autorizzare nuovamente l’uso dei pesticidi in risposta alle proteste degli agricoltori.
Eickhout ha detto che «i Verdi intendono mettere in campo un programma di investimenti per stimolare l’industria sostenibile europea come parte del loro nuovo Green and Social Deal» e i soldi arriverebbero da forti tasse per inquinatori, multinazionali e ultra-ricchi.
Eickhout ha concluso: «Non entreremo mai in una coalizione dove c’è l’estrema destra.
E penso che sia ora che il PPE risponda a questa domanda in modo molto chiaro: vogliono andare a guardare alla loro destra, o vogliono guardare alla loro sinistra?
Possono trovarci e noi siamo pronti a negoziare.
I Verdi sono pronti a sostenere la von der Leyen per un secondo mandato, se lei porterà avanti una forte agenda verde, come nel 2019.
Possono prendere voti dall’ECR e possono cercare di placare parti del PPE e andare contro il Green Deal, spostandosi più a destra, ma c’è un’altra opzione, e penso che questo sia per noi il messaggio importante da inviare.
Ovviamente ci sarà un focus molto chiaro sul Green Deal perché il Green Deal è sotto forte attacco».
(Articolo pubblicato con questo titolo il 5 febbraio 2024 sul sito online “greenreport.it”)